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RSI - Patti chiari

No. 81 – venerdì 2.04.2010
Ore 21.05 – durata 60'

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Pellicce da brivido
di Igor Staeheli e Marco Tagliabue

Addobbi, bordature, polsini, inseriti sui cappucci o sui colletti delle giacche. Dopo alcuni anni di flessione, il mercato della pelliccia si è rinnovato ed è tornato a crescere. Solo l'anno scorso ben 65 milioni di animali sono stati uccisi in tutto il mondo soltanto per la loro pelliccia. Patti chiari mostra le immagini scioccanti e inedite girate da attivisti Svizzeri in Cina, dove addirittura animali della famiglia dei cani sono destinati a diventare pellicce. Si chiamano Mourmasky, e quelle pelli le abbiamo ritrovate nei nostri negozi. E poi ci sono gli allevamenti europei: un'inchiesta dalla Finlandia fino a pochi passi dalla Svizzera italiana, per scoprire che a volte le condizioni di detenzione di conigli, visoni e volpi lasciano allibiti. Il paradosso: alcune delle pellicce ricavate da questi allevamenti vengono addirittura vendute con etichette che attestano l'elevato standard di qualità per quanto riguarda la protezione degli animali. E così dietro a un business milionario si nasconde una vera e propria giungla, nella quale per il consumatore diventa quasi impossibile orientarsi. Anche in Svizzera, a parte l'importazione di pelli di cane e gatto, per ora tutto è permesso. E così Patti chiari scopre pellicce di lupo, foca e di animali che vengono scuoiati con pratiche assolutamente vietate in Svizzera. In studio a confronto chi commercia e chi si oppone alla vendita di pellicce.


Il pubblico ha la possibilità di telefonare alla redazione

· il venerdì, durante la diretta
· in generale, per segnalare le proprie testimonianze
componendo lo 0848 03 55 55

http://www3.rsi.ch/pattichiari/node/1598


05.12.2009

Offensiva Animalista contro le pelliccie

azione di disturbo e sensibilizzazione con cartelli e volantini in centro a Lugano

Oggi alcuni attivisti di Offensiva Animalista si sono recati in centro a Lugano e con un'azione di disturbo hanno sfilato con i cartelloni raffiguranti la verità che sta dietro ad un capo in pelliccia. Inoltre, abbiamo inseguito le persone "impellicciate", senza proferire parola: bastavano le immagini. Quest'azione ci ha portato solidarietà da parte di un buon numero di ticinesi comunque sensibili alla causa animalista, ma anche dei moti di rabbia da parte di chi, oggigiorno, si veste ancora con la pelliccia di un animale squartato vivo.

azionepellicce


22.05.2009 - ticinonews.ch

Commercio pellicce, regole più severe

Il Consiglio federale, sensibile alle rivendicazioni dei difensori degli animali, è favorevole a una regolamentazione più severa per il commercio di pellicce. Il governo è pure disposto a vietare alcuni prodotti derivanti dalla caccia alle foche.
Visto il ritorno in auge delle pellicce, la consigliera nazionale Tiana Angelina Moser (Verdi liberali/ZH) ha chiesto con una mozione che i consumatori vengano informati chiaramente sul metodo di allevamento, sull'origine e sulla specie animale. Il governo è disposto a far prevalere l'interesse dei consumatori sulla libertà di commercio, ma ad alcune condizioni: le disposizioni dovranno essere effettivamente applicabili, non causare un carico amministrativo eccessivo ed essere compatibili con lo sviluppo del diritto europeo.
Il Consiglio federale ha dato il suo benestare anche alla mozione della commissione della scienza del Consiglio degli Stati che chiede il divieto dell'importazione, del transito e del trattamento di prodotti provenienti dalla caccia illegale delle foche.
ATS

20/11/2008 - da TIO.ch

Canada: governo, caccia alle foche continuerà

TORONTO - Nonostante gli inviti e i segnali arrivati anche dall'Unione Europea, il nuovo governo canadese ha reso noto che non modificherà le norme che regolano la caccia alle foche. Ciò significa che il Canada proseguirà con la caccia alle foche.
Lo ha dichiarato il nuovo ministro della Pesca, Gail Shea, in un'intervista pubblicata oggi dalla Canadian Press. Shea si è detta "estremamente delusa" delle misure paventate dall'Ue che tenendo a vietare la produzione di prodotti derivanti dalle foche. "Ma - ha dichiarato - non è previsto alcun cambiamento. Andremo avanti verso la caccia del 2009, procederemo come sempre".
Non verranno create nuove regole, né verrà vietato l'uso dell' hakapik, quella sorta di arpione speciale ideato appositamente per uccidere questi animali. Era stato proprio in seguito alla diffusione di immagini di cacciatori armati di hakapik e in piena attività che si era sollevata nel mondo un'ondata di proteste nei confronti del Canada. In seguito a quelle polemiche i responsabili politici di Labrador e Terranova si sono detti favorevoli alla abolizione della caccia alle foche.
ATS

 

Iniziativa parlamentare per vietare l'importazione di pelli e pellicce di animali maltrattati

Scritto da Sara Pettinaroli
aprile 2011

L'iniziativa parlamentare n. 09.428 per "vietare l'importazione di pelli e pellicce di animali maltrattati" è stata depositata il 30 aprile 2009 dalla consigliera nazionale Pascale Bruderer-Wyss, . Il testo depositato chiede che "l'importazione di pelli e pellicce provenienti da animali maltrattati durante l'allevamento, la cattura o l'uccisione venga vietata". Una richiesta sicuramente importante, che tocca un tema difficile e tormentato quale gli abusi nei confronti degli animali. Un argomento indubbiamente importante in un panorama che sta pian piano tralasciando queste problematiche radicate a fondo nella società, per inseguire ciò che ad occhio di molti risulta assai più prioritario. Ma non si vive di sola crisi finanziaria, di campagne elettorali, di sproloqui verso questo o quel partito. Troppe persone si inneggiano a salvatori dell'ambiente parlando di energie rinnovabili, ma dimenticando il ruolo degli animali nell'ecosistema. Non possiamo pretendere di farci ascoltare, se non siamo nemmeno coerenti con quanto produciamo con la nostra bocca. Rispettare l'ambiente significa anche rispettare tutti gli esseri viventi che lo compongono. A maggior ragione se essi sono dilaniati e martirizzati per sfoggiare un capo d'abbigliamento (o per ostentare la nostra opulenza?). Abbigliarsi con un cadavere è davvero utile? È giusto infliggere dolore a coloro che hanno la sfortuna di non potersi ribellare? Non possedere il dono del linguaggio "umano" non significa certamente essere sprovvisti di anima, di sensibilità, di emozione. Coloro che sanno guardare davvero negli occhi di un animale, sanno quanto esso può donare, quanto abbiano più "umanità" di colui che si definisce "umano". Specisti che pensano di valere maggiormente perché dotati di mezzi di comunicazione verbali.  Ma andiamo con ordine…
Nel testo si legge quanto sia praticamente impossibile staccare una pelle animale senza arrecare sofferenze intollerabili o minare i principi essenziali del benessere animale. Non un'affermazione casuale, bensì comprovata da studi scientifici condotti su larga scala. Non mi dilungherò riguardo ai metodi utilizzati, che passano dalle tagliole, ai proiettili, alla terribile pratica dello scuoiamento da vivi. 
È importante specificare che in Svizzera vige già il divieto d'importazione per le pellicce di cani e gatti, ma con questa ulteriore iniziativa la consigliera Bruderer-Wyss intendeva non incentivare i paesi esteri in forme di produzione che non solo andrebbero a violare le nostre leggi, ma sono inoltre chiaramente respinte dalla maggioranza della popolazione per motivi etici.
La Commissione sulla scienza, dell'educazione e della cultura, in seno al Consiglio nazionale ha deciso di dar seguito all'iniziativa, mentre il 12 novembre 2009 il suo omologo al Consiglio degli Stati non ha approvato questa decisione (con 7 voti contro 4). La commissione per la Camera Alta ha ritenuto che le disposizioni di legge - in particolare l'articolo 14 della legge sulla protezione degli animali (LPA) – hanno già permesso al Consiglio federale di adottare le opportune misure correttive vincolanti in questo settore. La Commissione ha inoltre sottolineato che il divieto di importazione di pellicce potrebbe essere contestato, perché sarebbe difficilmente conciliabile con gli impegni assunti dalla Svizzera nel quadro di accordi sottoscritti in sede OMC. Tuttavia, ha ritenuto opportuno istituire un sistema di dichiarazione obbligatoria in grado di garantire una maggiore trasparenza per il consumatore, come richiesto dalla mozione 08,3675 "dovere di segnalare la pelliccia", presentata dalla Consigliera nazionale Tiana Angelina Moser. Su consiglio della Commissione, il Consiglio degli Stati ha adottato questa proposta, trasmettendola al Consiglio federale.
Il 19 agosto 2010, la Commissione sulla scienza, dell'educazione e della cultura del Consiglio nazionale ha compiuto uno screening della nuova iniziativa parlamentare. Con 16 voti contro 3 e 4 astenuti, l'Assemblea ha deciso di mantenere la sua decisione iniziale ed ha offerto il suo consiglio di proseguire l'iniziativa. Una minoranza, tuttavia, ha aderito al parere della commissione del Consiglio degli Stati non volendo darle seguito.
Il primo marzo 2011, il Consiglio degli Stati ha respinto l'iniziativa con 22 voti contro 12, giudicandola inapplicabile. Secondo l'opinione dei contrari sarebbe impossibile accertarsi del trattamento ricevuto da un animale prima dell'uccisione, durante l'allevamento, la cattura o l'uccisione stessa. Le Camere si sono accordate per una mozione che propone l'introduzione di un label per l'indicazione di origine delle pellicce, che informi sul trattamento degli animali uccisi.
La mia domanda è… pensate davvero che gli allevatori dichiarino un maltrattamento, una sofferenza, una tortura? Che lo scrivano a chiare lettere su di un documento che andrà a finire nelle mani di un doganiere? E per quale motivo? Non credo siano propensi a farci questo favore, visto che implicherebbe il blocco immediato della loro merce. Quanto può servire un'operazione del genere? In tutto questo ci sarebbe da chiedersi se l'assassinio di tutti questi animali sia davvero necessario, se in una società come la nostra che si definisce all'avanguardia, sicura e protetta possiamo ancora accettare degli angeli morti con la definizione "capo d'abbigliamento". Chi siamo per pretendere il diritto sulla vita e sulla morte di altri esseri viventi? Abbiamo abolito la pena di morte ponendo la stessa domanda: come mai nessuno osa gridarla di fronte a queste ingiustizie che ogni giorno ci scorrono sotto gli occhi e verso le quali troppi non muovono un dito? Siamo complici. Complici di migliaia di delitti perpetrati ogni giorno ai danni di creature indifese che non sanno scappare e che non possono farlo. Questa nazione potrebbe essere migliore grazie ad un gesto che cambierebbe la storia e che, sono certa, regalerebbe un forte segnale a gran parte della popolazione e alle persone che ogni giorno si battono per salvare, curare, accudire ogni forma di vita.
Voglio concludere con una domanda, perché la riflessione è sempre un grande spunto per compiere un'azione concreta (della quale abbiamo grande bisogno): fareste mai scuoiare i vostri figli per vederli indossati con vanto e orgoglio? Pensateci. Io l'ho già fatto.

Sara Pettinaroli

 

LINK UTILI:

Notizia:
http://www.ticinolibero.ch/?p=59588

Testo iniziativa:
http://www.parlament.ch/F/Suche/Pages/geschaefte.aspx?gesch_id=20090428

Rapporto CSEC:
http://www.parlament.ch/afs/data/F/bericht/2009/f_bericht_n_k5_0_20090428_0_20100819.htm

Decisione Consiglio degli Stati: http://www.parlament.ch/ab/frameset/f/s/4817/345667/f_s_4817_345667_345922.htm

 


L'altra faccia delle pellicce

Scritto da Silvia Di Giulio
Wednesday 12 November 2008

I metodi variano in base alle dimensioni. Se si tratta di animali più grossi, la scelta spazia dall'elettricità, con l'uso di elettrodi infilati nell'ano e nella bocca, a un proiettile nella nuca, al soffocamento da gas.
Quando si tratta di animali più piccoli, si preferiscono un colpo di martello sul muso, un chiodo conficcato nella fronte o, perché no, l'annegamento, naturalmente dopo il tramortimento.
Ma la lista non finisce qui, perché la creatività dell'uomo ,così come il suo egoismo, non ha limiti.
E allora perché fermarsi a questi metodi più classici, quasi scontati, quando si può ricorrere anche all'avvelenamento con stricnina o al soffocamento con il cloroformio?

Le pecore karakul, così come i cuccioli di foca, ricevono un trattamento privilegiato... le prime vengono fatte abortire a bastonate due settimane prima del parto e poi né vengono scuoiati i feti; i secondi vengono colti di sorpresa mentre il gruppo non ha possibilità di difenderli, vengono poi presi a randellate e scuoiati vivi.
Dopo la scuoiatura gli animali non muoiono subito, ma rimangono coscienti per 5-10 minuti, durante i quali riescono ancora a respirare a fatica e a muovere gli occhi, prima di morire dissanguati.

Ma facciamo ora un passo indietro, perché quello che ho raccontato è solo il finale di questo spettacolo da teatrino degli orrori, e dobbiamo vedere l'antefatto, altrettanto vario e interessante…
Gli animali vengono catturati nel loro ambiente naturale , con una quantità e diversità di trappole tale da lasciare veramente l'imbarazzo della scelta…il mercato offre di tutto: tagliole, lacci strangolanti, reti poste all'ingresso delle tane, speciali trappole per ermellini costituite da un'esca di grasso spalmato su un tubo metallico gelato, in modo che ,quando lo lecca, l'animale vi resta attaccato con la lingua…

Una volta catturati naturalmente è cosa buona e giusta prolungare la loro sofferenza, tenendo in vita gli animali, intrappolati e sofferenti, anche per molti giorni, tanto per non mettere fretta al cacciatore che poi con tutta calma verrà a prelevarli. Peccato solo che a volte qualcuno gliene sfugge, perché pur di riuscire a fuggire è arrivato ad amputarsi una zampa, masticandola.
Dopodichè, le prede vengono stipate in gabbie minuscole, appena sufficienti per far si che gli animali non si rovinino il preziosissimo manto rigirandosi. In queste prigioni anche il pavimento è in rete per facilitarne la pulizia, e sono continuamente esposte a correnti d'aria e di freddo per favorire l'infoltirsi del pelo e l'ottenimento di un manto folto e redditizio. Il cibo viene distribuito a polpette sopra la gabbia per risparmiare tempo; quindi gli animali lo leccano attraverso le sbarre della rete, ma quando la temperatura è di molti gradi sotto lo zero, la lingua degli animali si attacca al metallo per congelamento, e nei casi più gravi dei pezzi rimangono attaccati alle sbarre. Ma il bello viene quando giunge il periodo delle nascite : gli animali sono stressati dai cicli riproduttivi forzati, e spesso parte dei piccoli viene uccisa dalla stessa madre; gli altri muoiono per le condizioni disagevoli o per malattie.
Gli incroci selettivi, necessari per soddisfare le esigenze del mercato, hanno portato ad una serie di menomazioni come sordità e nevrosi, considerate ovviamente di scarsa importanza in quanto non incidono sul valore della pelle.

Terrificante? Mostruoso? Atroce? Ma come??... eppure il risultato è così bello, soffice, caldo, pulito…da sfoggiare con orgoglio!! Perché in fondo quanto sembra innocuo e soprattutto alla moda quell' inserto di pelliccia che gli stilisti ripropongono ogni anno nelle loro sfilate, e che ormai troviamo veramente ovunque: dai grandi magazzini ai negozi di moda, arrivando perfino in alcuni capi al mercato. Inoltre dopo la sensibilizzazione e il crollo delle vendite di questi ultimi anni il mercato delle pellicce è diventato ancora più subdolo, e ormai sembra non accontentarsi più della "solita pelliccia", ma la ripropone travestita con nuove forme e colori nei più svariati oggetti (guanti, colli, cappelli, giocattoli per bambini e animali, fodere di cappotti e giacche, suole per scarpe e stivali, portachiavi, soprammobili!) riuscendo così ad insinuarla anche nella vita quotidiana, e nascondendo agli acquirenti inconsapevoli tutta la morte e la sofferenza che comporta. Gran parte degli inserti di pelliccia sono infatti lavorati, colorati, sbiancati e trattati a tal punto che molti consumatori non si accorgono nemmeno di comprare giacche con inserti di vero pelo. Oggi si cerca sempre più di confondere le idee al consumatore, capi ornati con pelo vero e capi ornati con pelo sintetico sono spesso venduti negli stessi reparti, sugli stessi scaffali, uno accanto all'altro. E' facilissimo confonderli, perché il pelo sintetico è sempre più simile a quello animale, e il pelo vero tende a venir camuffato (colorato, intrecciato, rasato) in modo da sembrare finto. Le etichette inoltre, diventate sempre più ingannevoli, non contribuiscono certo a chiarire le idee... spesso vengono del tutto omesse informazioni come il numero degli animali uccisi per confezionare il capo o i metodi di uccisione. La provenienza spesso è celata dietro pseudonimi e nomi di fantasia che cercano di coprire realtà mostruose ed inimmaginabili, come quella dell'importazione di pelli di cani e gatti (illegali in Italia) dal nord della Cina.

Ecco cosa ci viene nascosto mentre la maggior parte di noi si chiede ancora se sia vero o no che i ristoranti cinesi propinano carne di gatto spacciandola per pollo... un commercio che causa ogni anno oltre due milioni di vittime, fra cani sgozzati e fatti morire dissanguati e gatti spesso impiccati con cappi metallici.

A chi conviene tutto questo? Sicuramente agli allevatori di animali da pelliccia, ma non solo... la risposta non è così semplice come potrebbe sembrare, perchè il mercato della pelliccia si regge in realtà su un giro di affari colossale che vede coinvolti conciatori, grossisti, commercianti al dettaglio, case di moda, aziende produttrici di mangimi per animali, grossisti, boutique, grandi magazzini, aziende chimiche, allevamenti intensivi per animali destinati all'alimentazione umana.
[...]

"Verrà il giorno in cui l'uomo conoscerà l'anima degli animali, e ucciderne uno sarà considerato un delitto, come uccidere un uomo"

Leonardo Da Vinci

 


Pellicciai svizzeri dichiarano le loro pellicce

da Swissfur.ch
http://www.swissfur.ch/faq_i.htm?frame_url=faq.php3&l=i&active=faq#35

 

Domande:

  1. Abbiamo il diritto di utilizzare gli animali per l'alimentazione, il cuoio e la pelliccia?
    Gli animali hanno un grado di riproduzione ben superiore a quanto permette loro l'ambiente in cui vivono e quindi l'uomo ha tradizionalmente approfittato di questa eccedenza naturale per soddisfare i propri bisogni. In compenso deve proteggere l'ecosistema e gestire in maniera responsabile le diverse componenti della fauna. In altre parole, l'uomo deve rimanere attento e non mettere in pericolo nessuna specie.

  2. Qual è l'etica proposta dall'associazione SwissFur?
    Essere coscienti della responsabilità nella gestione della natura e dell'ambiente, sostenere la protezione delle specie e conformandosi alle norme nazionali ed internazionali (Convenzione di Washington). Promuovere una legislazione internazionale di protezione, principalmente attraverso lo IUCN. Assicurare un equo guadagno alla gente che vive direttamente della natura, dando un giusto valore alle risorse della fauna. Valorizzare artigianalmente la pelliccia per contribuire alla sopravvivenza di diverse civiltà, tecniche artigianali e modi di vita tradizionali. Essere un ponte tra l'uomo e la natura.

  3. Che cosa dicono gli specialisti sull'atteggiamento della pellicceria in riguardo alle proprie?
    Dr. P. Dollinger, vicedirettore dell'ufficio eterinario federale: "Il settore della pelliccia ha dimostrato attraverso la sua ricettività circa i problemi del controllo della fauna, che lo sfruttamento e la protezione degli animali selvatici non sono incompatibili fra loro. Esso è un esempio per gli altri settori industriali che utilizzano materia prima proveniente da animali selvatici".

    Harvey Jessup, Biologo, Ufficio forestale dello Yukon, Canada: "L'utilizzo degli animali mediante la caccia è cosa molto ragionevole. Della popolazione di topo muschiato muore annualmente il 70% a causa di fame, malattia o nemici. Questa parte rimane sempre pressoché uguale e in proporzione del cibo a disposizione. Allora perché i Trappers non dovrebbero poter vivere della caccia al topo muschiato e sfruttare il sovrappiù naturale?"

    Dr. E. Fredericksen, veterinario e presidente dell'Associazione per la protezione degli animali danese:
    "Rigetto nella maniera più assoluta le mostruose affermazioni sull'allevamento degli animali da pelliccia in Scandinavia fatte da certe organizzazioni estremiste. Le immagini presentate e le affermazioni fatte non corrispondono affatto alla realtà ed è perverso ribadire che esse siano diffuse al solo scopo di proteggere gli animali: ciò non fa certo onore ai
    loro autori.
    "

    Dr. B. Hunter, veterinario all'università di Guelph (Canada): "L'allevamento commerciale dei visoni è un'attività economica stabile con progressi costanti nell'alimentazione, nella genetica e nella salute".

    Dr. Gunnar Krantz, già presidente e capoveterinario della Federazione svedese delle società per la protezione degli animali:
    "Per diventare allevatore bisogna amare gli animali. Non è facile lavorare con gli animali da pelliccia. Ogni giorno della settimana e per 52 setimane all`anno bisogna nutririli, curarli e intra ttenerli. Altrimenti l`allevatore subirà molto rapidamente una diminuzione di redditività."

  4. Qual è, a livello internazionale, l`importanza delle poplazioni che vivivono principalmente di prodotti della fauna (carne, latte, pellame, grassi, ossi, ecc.)?
    In Canada, Groenlandia, Alaska, Siberia, Amazzonia, Terranova, Lapponia, in Africa, in Asia, Afganistan e Nuova Zelanda, l`utilizzo della pelliccia è la base di vita per milioni di persone.

  5. È più ecologica la pelliccia sintetica o quella naturale?
    La fabbricazione di una pelliccia sintetica è basata su prodotti della chimica. Per citare un esempio, un cappotto di pelliccia sintetica necessita per la fabbricazione parecchi litri di petrolio e il suo riassorbimento nella natura durerà diversi secoli.

  6. Da dove provengono le pelli utilizzate in pellicceria?
    La maggior parte delle pelli usate in Germania (46.9 % delle importazioni) provengono da allevamenti, specialmente dalla Scandinavia, Nordamerica, Russia, Polonia e dai Paesi baltici. Le specie principali sono il visone, la volpe, la nutria, il murmanski, la puzzola e il cincilla. Il secondo gruppo in ordine di importanza con il 37.6 %, provengono dai campi: agnelli, capre, karakul, conigli e vitelli. Le pelli di animali "dannosi" perché disturbano l'equilibrio della fauna o perché danneggiano le colture o altri allevamenti, o perché minacciano le costruzioni degli uomini (dighe in Olanda) oppure diffondono malattie, corrispondono al 15.3 % delle importazioni. Questi ultimi sono per esempio il topo muschiato, il procione, l'opossum, la nutria, la volpe rossa, il coniglio selvatico, il coyote, la talpa e il criceto. Pelli provenienti dalla caccia o dalla gestione della fauna presso popoli indigeni come indiani, Inuits o eschimesi, o anche per proteggere la propria vita selvaggia, fanno un 0.2 %. Sono essenzialmente castori, linci rosse, scoiattolo, zibellino, foche adulte, ecc.

  7. Vi è una contraddizione fondamentale tra gli obiettivi dei difensori dei "diritti" degli animali e quelli dei movimenti ecologici?
    In certi casi sì. Ciò è particolarmente palese in Canada. I difensori dei "diritti degli animali" giustificano i loro attacchi ai "trappers" e cacciatori per il bene della fauna. Le conseguenze sono però lo sfruttamento industriale che distrugge territori ecologicamente intatti! Senza parlare della sopravvivenza di intere popolazioni indigene, parte integrante dell'ambiente? Il biologo Harvey Jessup sottolinea che, con la proibizione della caccia commerciale, quest'ultima, compresa la gestione della fauna, dovrebbe essere svolta da impiegati statali pagati per questo.

  8. Quali sono le conseguenze ecologiche dell'interdizione di utilizzare gli animali?
    Ogni specie animale che si moltiplica in numero eccessivo in rapporto al suo habitat, subisce a breve termine un'autoregolazione naturale attraverso la fame e le malattie. Le specie forti si riprodurrebbero in sovrannumero a danno di altre specie più deboli: le battaglie e il cannibalismo con cui reagiscono gli animali quando sono troppo numerosi sono istruttivi in merito. Infine, come vedremo nel capitolo seguente, la proliferazione di certe specie ha e avrebbe conseguenze devastatrici per la fauna e per l'uomo.

  9. I cacciatori di pellicce si curano della salvaguardia degli animali?
    Naturalmente si! E' nel loro interesse badare a non decimare le specie dato che oggigiorno il mantenimento della loro attività, e quindi la loro stessa sopravvivenza, ne dipende. D'altronde non esistono esempi di specie minacciate dai cacciatori che lavorano per il settore della pelliccia.

  10. Quali sono i mezzi? Come sono applicati?
    In linea di massima si usano trappole o armi da fuoco. In Canada in particolare, poiché è il maggiore esportatore di pelli selvatiche, "trappers" e cacciatori sono ben istruiti. Per ottenere la licenza di caccia occorre essere costantemente aggiornati sul funzionamento e sull'utilizzo di trappole e sulle quote di cattura. I guardiacaccia verificano il rispetto di tali norme.

  11. Perché sono necessarie le trappole per l'equilibrio di fauna e ambiente? Com'è la situazione in Svizzera e all'estero?
    Servono a limitare la proliferazione delle specie diventate invadenti o devastatrici. Ecco qualche esempio: Nei cantoni svizzeri di Zurigo e Turgovia e nella valle del Reno, come anche in numerosi luoghi in Olanda, la proliferazione del topo muschiato, che danneggiava massicciamente dighe, canali e argini, costrinse le autorità a controllarne la riproduzione con trappole. Le volpi, vettori della rabbia e predatori di tetraoni (gallo di brughiera indispensabile per la fertilità dei terreni), devono essere cacciate, anche mediante trappole, ogni anno in Svizzera. La stessa cosa succede in Nuova Zelanda con gli opossum che distruggono la vegetazione e sono vettori della tubercolosi bovina. Popolazione stimata: 70 mio. di opossum.

  12. Cosa disse il famoso comandante Jean-Yves Cousteau in merito alla caccia delle foche?
    In una trasmissione televisiva francese del 21 aprile 1991 il Comandante Cousteau ha confermato quello che gli scienziati e gli specialisti in materia non hanno mai cessato di dire: "Tenendo conto della necessità del mantenimento costante dell'equilibrio fra civilizzazione e vita autoctona, è indispensabile che le popolazioni di cacciatori Inuit e di Terranova possano continuare a utilizzare la foca e i redditi che da essa provengono, pellicce incluse."

  13. Com'è nata la polemica contro la caccia delle foche?
    Nel 1964, in mancanza di un regolamento internazionale sulla banchisa, cacciatori di numerose nazionalità fecero un vero massacro cacciando grandi quantità di foche in particolare con l'aiuto di elicotteri. Attraverso un gruppo di cineasti, che stava girando sul posto un film di propaganda sul Quebec, fu quindi denunciato lo scandalo. Gruppi estremisti approfittano dell'avvenimento per produrre un altro film, stavolta truccato, che sarà ampiamente diffuso nel mondo intero: come può un pubblico, che spesso non ha mai visto un mattatoio o un animale macellato nel cortile di una fattoria, resistere all'emozione della vista del sangue sulla banchisa? Comunque si constata che tra il 1964 e il 1973 questo scandalo ha fruttato a certi gruppi ecologici cifre gigantesche. Nel 1967 le pelliccerie svizzere membro dell'associazione SwissFur hanno rinunciato volontariamente all'importazione di pellicce di baby-foca. Questa rinuncia è stata rispettata, come certificano le statistiche doganali. Le campagne polemiche in merito alla protezione delle foche ebbero però anche conseguenze catastrofiche: non vi è più interesse alcuno nemmeno per le pelli di foca adulta, fonte di reddito vitale per gli Inuits, i quali vedono ridursi drasticamente il loro tenore di vita. Negli anni seguenti i pescatori e cacciatori hanno visto il loro reddito diminuire di quattro o cinque volte. Essi diventeranno e rimarranno, contro la loro volontà, persone assistite al 100% dai governi danese e canadese. Nel 1973, dopo lunghe trattative da parte dei paesi interessati fu approvato un regolamento per evitare gli abusi sulla banchisa e le rispettive acque: la caccia è regolamentata, le quote fissate e il bracconaggio condannato. Una positiva conseguenza di questa regolamentazione: la rinuncia di Greenpeace alla sua campagna contro la caccia delle foche e le sue scuse presso gli Inuits.

  14. Da dove provengono le pelli di animali allevati e utilizzati in pellicceria?
    All'incirca il 90% di tutte le pelli proviene per metà da animali d'allevamento e dall'agricoltura (vedi domanda no. 13). L'allevamento è praticato in numerosi paesi e regioni, principalmente: Canada, USA, Scandinavia, Francia, Belgio, Olanda, Polonia, Cecoslovacchia, Cina, Pakistan, Namibia, Spagna, Ex-U.R.S.S. Ovunque vigono norme stabilite e controllate dai Ministeri dell'Agricoltura o dagli Uffici veterinari nazionali. Lo stesso vale per i grandi greggi di pecore e agnelli in Spagna, Italia, Paesi balcani, Paesi ex-sovietici, Cina, Pakistan, Namibia, Peru, Argentina, ecc. Molti di questi Paesi appartengono ai Paesi del Terzo Mondo o in via di sviluppo, per i quali la vendita di pelli da pellicceria è un'importante fonte di divise per lo sviluppo economico.

  15. Qual è la particolarità della razza ovina?
    Essa è la specie più resistente tra le pecore. Originaria dell'Asia centrale, questa pecora è oggi allevata in gran numero nelle regioni aride dell'Afganistan, dell'ex-Unione Sovietica e dell'Africa. La pecora Karakul fornisce cibo (carne e latte) e contribuisce alla protezione della vegetazione dall'avanzata del deserto. L'uomo deve però controllarne la riproduzione perché solo un quarto dei neonati potrà trovare cibo sufficiente nell'ambiente che lo circonda.

  16. Cos'è un "breitschwanz" e qual è il suo valore commerciale?
    Questo nome indica la pelliccia di agnello karakul nato morto o prematuro. Il suo valore può anche essere ben dieci volte inferiore a quello di una madre karakul proveniente da un gregge di allevamento. Meno della metà dei breitschwanz può essere utilizzata dal settore della pelliccia. Il resto è senza valore perché le pelli sono troppo sottili. D'altronde non esiste alcun mezzo per conoscere con precisione la grandezza dei piccoli nel ventre della madre. Da ciò deriva l'assurdità di pretendere che l'uomo provochi deliberatamente degli aborti. La ricchezza di un pastore consiste soprattutto nel numero di animali vivi che possiede.