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COMUNICATO STAMPA
L'ETICA DELLA RICERCA?
Mendrisio, 10 aprile 2014
Giovedì 10 aprile 2014 abbiamo presenziato alla conferenza incentrata sull'etica nella ricerca clinica, organizzata all'ospedale regionale di Mendrisio. Tra i relatori il Dott. Silvio Garattini, fondatore dell'Istituto Mario Negri di Milano in cui si uccidono migliaia di animali ogni anno. Presenti anche l'ex procuratore generale signor Bruno Balestra in qualità di moderatore, il Dott. Giovan Maria Zanini, la Dottoressa Cristiana Sessa e il Prof. Franco Zambelloni che ha concluso l'incontro ridicolizzando l'etica nella sperimentazione animale.
Silvio Garattini è stata una brutta scoperta; vederlo dal vivo e potergli dire tutto quanto agli animali non è permesso esprimere è stato un momento di grande soddisfazione. Palese, si evince dai video, che gli stessi ricercatori clinici hanno dei fondati dubbi sulle procedure dei protocolli di sperimentazione rapportati all'etica.
Significativi alcuni passaggi:
Zanini: la ricerca sull'essere umano viola i beni personali ovvero: la vita, la salute, la dignità l'integrità la libertà.
Noi ci chiediamo se questo bel discorso sull'etica sia anche rapportabile alle numerose vittime innocenti che ogni anno la nostra nazione esige in nome di una falsa scienza.
D'altronde, lo stesso Zanini continua dicendo: se avessimo parlato unicamente della ricerca sugli animali la sala sarebbe stata piccola – e qui tutti, tranne noi, hanno riso.
Silvio Garattini ha parlato della ricerca clinica che è sempre giustificata (secondo lui) quando vi sia un'incertezza. Inoltre, secondo quanto detto, l'incertezza giustifica i pericoli della ricerca clinica e l'unica soluzione sicura per chiarire tali incertezze è pertanto attraverso uno studio clinico controllato, dal quale dipende la messa in commercio di nuovi farmaci. È logico, quindi, che le industrie farmaceutiche traggano un vantaggio da questi studi che possono rappresentare un guadagno.
E ancora: visto che la ricerca si concentra principalmente su maschi tra i 40-60 anni, una volta messi in commercio, questi farmaci verranno presi anche da bambini e anziani, individui più fragili esclusi dai test, senza conoscerne realmentre gli effetti.
Infine, il Dottore ha dichiarato che dati staticamente significativi sovente non lo sono anche clinicamente.
Alla luce di queste affermazioni, al momento di prendere la parola per una discussione generale, abbiamo posto le nostre domande. Poca la serietà nelle risposte, molta l'arroganza, la chiusura e perfino la censura.
Abbiamo chiesto quanti animali Silvio Garattini avesse condannato a morte con il suo lavoro di vivisettore. La sua risposta cita che "nel 1980 usavamo circa 120'000 animali, adesso sono diventati tra i 15 e 20'000", tergiversando poi sulle formazioni che gli scienziati addetti a tali sperimentazioni debbano seguire e altro ancora.
Abbiamo ancora chiesto spiegazioni al collega Zanini sulla recente illegalità della Commissione sulla Sperimentazione Animale in Ticino, in cui il capo era anche facente parte delle istituzioni, e si ribadiva il fatto che non si è fatta chiarezza sull'operato di questa commissione.
Si è chiesto apertamente: CHI CONTROLLA I CONTROLLORI?
Ma la risposta non è arrivata.
A concludere questo triste siparietto ha preso la parola il professore e filosofo Zambelloni che entra nel dibattito con un racconto raggelante: ha ricordato manifesti antivivisezione degli anni passati, ove sono state utilizzate immagini di cani "tristi" che – secondo il professore – sono volute e studiate per suscitare compassione e pietà nelle persone. Secondo Zambelloni, un Rottweiler non darebbe lo stesso effetto. Continua così per venti minuti, per poi concludere con affermazioni come "l'etica confrontata con la compassione è ingiusta".
Ci chiediamo quindi chi ha deciso che un filosofo, evidentemente antropocentrico, prendesse parola nella discussione parlando di etica sugli animali, quando è evidente che con questa non ha nulla a che vedere.
A metà conferenza ci è infine stato intimato di stare zitti.
Purtroppo sappiamo che, anche se siamo in un Paese definito civile e siamo nel 2014, certe scomode verità danno ancora molto ma molto fastidio.
Se da una parte ci sono persone come il Dott. Garattini e coloro che ne seguono gli insegnamenti, dall'altra c'è e ci sarà sempre chi da e darà voce alle atroci sofferenze perpetrate nei confronti di creature senzienti totalmente indifese.
Animalife e Offensiva Animalista
• VIDEO:
Intervento di Garattini
Intervento di Zanini
Discussione con gli ospiti
• ALTRE INFO:
LSCV - Commissione ticinese sulla sperimentazione animale - e la mascherata continua
La causa primaria del Cancro fu scoperta nel 1931
da uno scienziato premio nobel
di Edoardo Capuano, 01 novembre 2012
Una notizia che ha dell'incredibile: la causa principale del cancro è stata ufficialmente scoperta decenni fa da uno scienziato premio nobel per la medicina nel 1931.
E da allora nulla è stato fatto in base a tale conseguimento, se non continuare a raccogliere in tutto il mondo soldi per la ricerca, attraverso associazioni come ad esempio l'italiana AIRC.
Quando la causa primaria del cancro era già conosciuta.
Pochissime persone in tutto il mondo lo sanno, perché questo fatto è nascosto dall'industria farmaceutica e alimentare.
Nel 1931 lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il Premio Nobel per la scoperta sulla causa primaria di cancro.
Proprio così. Ha trovato la causa primaria del cancro e ha vinto il Premio Nobel.
Otto ha scoperto che il cancro è il risultato di un potere anti-fisiologico e di uno stile di vita anti-fisiologico.
Perché? Poiché sia con uno stile anti-fisiologico nutrizionale (dieta basata su cibi acidificanti) e l'inattività fisica, il corpo crea un ambiente acido (nel caso di inattività, per una cattiva ossigenazione delle cellule).
L'acidosi cellulare causa l'espulsione dell'ossigeno. La mancanza di ossigeno nelle cellule crea un ambiente acido.
Egli ha detto: "La mancanza di ossigeno e l'acidità sono due facce della stessa medaglia: Se una persona ha uno, ha anche l'altro".
Cioè, se una persona ha eccesso di acidità, quindi automaticamente avrà mancanza di ossigeno nel suo sistema. Se manca l'ossigeno, avrete acidità nel vostro corpo.
Egli ha anche detto: "Le sostanze acide respingono ossigeno, a differenza delle alcaline che attirano ossigeno".
Cioè, un ambiente acido è un ambiente senza ossigeno.
Egli ha dichiarato: "Privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore è possibile convertirla in un cancro".
"Tutte le cellule normali hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule tumorali possono vivere senza di esso". (Una regola senza eccezioni).
"I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini."
Nella sua opera "Il metabolismo dei tumori", Otto ha mostrato che tutte le forme di cancro sono caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi del sangue (acido) e ipossia (mancanza di ossigeno).
Ha scoperto che le cellule tumorali sono anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno.
Le cellule tumorali possono sopravvivere soltanto con glucosio e in un ambiente privo di ossigeno.
Pertanto, il cancro non è altro che un meccanismo di difesa che ha alcune cellule del corpo per sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno.
In sintesi:
• Le cellule sane vivono in un ambiente ossigenato e alcalino che consente il normale funzionamento. Le cellule tumorali vivono in un ambiente acido e carente di ossigeno.
Importante:
Una volta terminato il processo digestivo, gli alimenti, a secondo della qualità di proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali, forniscono e generano una condizione di acidità o alcalinità nel corpo. In altre parole … tutto dipende unicamente da ciò che si mangia.
Il risultato acidificante o alcalinizzante viene misurato con una scala chiamata PH, i cui valori vanno da 0 a 14, al valore 7 corrisponde un pH neutro.
È importante sapere come gli alimenti acidi e alcalini influiscono sulla salute, poiché le cellule..per funzionare correttamente dovrebbe essere di un ph leggermente alcalino (poco di sopra al 7).
In una persona sana, il pH del sangue è compreso tra 7.4 e 7.45.
Se il pH del sangue di una persona inferiore 7, va in coma.
Gli alimenti che acidificano il corpo:
• Lo zucchero raffinato e tutti i suoi sottoprodotti. (È il peggiore di tutti: non ha proteine, senza grassi, senza vitamine o minerali, solo carboidrati raffinati che schiacciano il pancreas). Il suo pH è di 2,1 (molto acido)
• Carne. (Tutti i tipi)
• Prodotti di origine animale (latte e formaggio, ricotta, yogurt, ecc)
• Il sale raffinato.
• Farina raffinata e tutti i suoi derivati. (Pasta, torte, biscotti, ecc)
• Pane. (La maggior parte contengono grassi saturi, margarina, sale, zucchero e conservanti)
• Margarina.
• Caffeina. (Caffè, tè nero, cioccolato)
• Alcool.
• Tabacco. (Sigarette)
• Antibiotici e medicina in generale.
• Qualsiasi cibo cotto. (la cottura elimina l'ossigeno aumentando l'acidita' dei cibi)
• Tutti gli alimenti trasformati, in scatola, contenenti conservanti, coloranti, aromi, stabilizzanti, ecc.
Il sangue si 'autoregola' costantemente per non cadere in acidosi metabolica garantire il buon funzionamento e ottimizzare il metabolismo cellulare. Il corpo deve ottenere delle basi minerali alimentari per neutralizzare l'acidità del sangue nel metabolismo, ma tutti gli alimenti già citati (per lo più raffinati) acidificano il sangue e ammorbano il corpo.
Dobbiamo tener conto che CON il moderno stile di vita, questi cibi vengono consumati almeno 3 volte al giorno, 365 giorni l'anno e tutti questi alimenti sono anti-fisiologici.
Gli alimenti alcalinizzanti:
* Tutte le verdure crude. (Alcune sono acide al gusto, ma all'interno del corpo avviene una reazione è alcalinizzante.
Altre sono un po acide, tuttavia, forniscono le basi necessarie per il corretto equilibrio). Le verdure crude producono ossigeno, quelle cotte no.
* I Frutti, stessa cosa. Ad esempio, il limone ha un pH di circa 2,2, tuttavia, all'interno del corpo ha un effetto altamente alcalino. (Probabilmente il più potente di tutti - non fatevi ingannare dal sapore acidulo)
* I frutti producono abbastanza ossigeno.
* Alcuni semi, come le mandorle sono fortemente alcalini.
* I cereali integrali: l'unico cereale alcalinizzante è il miglio. Tutti gli altri sono leggermente acidi, tuttavia, siccome la dieta ideale ha bisogno di una percentuale di acidità, è bene consumarne qualcuno. Tutti i cereali devono essere consumati cotti.
Il miele è altamente alcalinizzante.
* La clorofilla la pianta è fortemente alcalina.
(Da qualsiasi pianta) (in particolare aloe vera, noto anche come aloe)
* L'acqua è importante per la produzione di ossigeno. "La disidratazione cronica è la tensione principale del corpo e la radice della maggior parte tutte le malattie degenerative." Lo afferma il Dott. Feydoon Batmanghelidj.
* L'esercizio ossigena tutto il corpo. "Uno stile di vita sedentario usura il corpo."
L'ideale è avere una alimentazione di circa il 60% alcalina piuttosto che acida, e, naturalmente, evitare i prodotti maggiormente acidi, come le bibite, lo zucchero raffinato e gli edulcoranti.
Non abusare del sale o evitarlo il più possibile.
Per coloro che sono malati, l'ideale è che l'alimentazione sia di circa 80% alcalina, eliminando tutti i prodotti più nocivi.
Se si ha il cancro il consiglio è quello di alcalinizzare il più possibile.
Inutile dire altro, non è vero?
Dr. George W. Crile, di Cleveland, uno dei chirurghi più rispettati al mondo, dichiara apertamente: "Tutte le morti chiamate naturali non sono altro che il punto terminale di un saturazione di acidità nel corpo."
Come precedentemente accennato, è del tutto impossibile per il cancro di comparire in una persona che libera il corpo dagli acidi con una dieta alcalina, che aumenta il consumo di acqua pura e che eviti i cibi che producono acido.
In generale, il cancro non si contrae e nemmeno si eredita. Ciò che si eredita sono le abitudini alimentari, ambientali e lo stile di vita. Questo può produrre il cancro.
Mencken ha scritto: "La lotta della vita è contro la ritenzione di acido"."Invecchiamento, mancanza di energia, stress, mal di testa, malattie cardiache, allergie, eczema, orticaria, asma, calcoli renali, arteriosclerosi, tra gli altri, non sono altro che l'accumulo di acidi".
Dr. Theodore A. Baroody ha detto nel suo libro "Alcalinizzare o morire" (alcaline o Die):
" In realtà, non importa i nomi delle innumerevoli malattie Ciò che conta è che essi provengono tutti dalla stessa causa principale: Molte scorie acide nel corpo"
Dr. Robert O. Young ha detto:
"L'eccesso di acidificazione nell'organismo è la causa di tutte le malattie degenerative. Se succede una perturbazione dell'equilibrio e un corpo inizia a produrre e immagazzinare più acidità e rifiuti tossici di quelli che è in grado di eliminare allora le malattie si manifestano."
E la chemioterapia ?
La chemioterapia acidifica il corpo a tal punto che ricorre alle riserve alcaline del corpo immediatamente per neutralizzare l'acidità tale, sacrificando basi minerali (calcio, magnesio e potassio) depositati nelle ossa, denti, articolazioni, unghie e capelli.
Per questo motivo osserviamo tali alterazioni nelle persone che ricevono questo trattamento e tra le altre cose la caduta dei capelli. Per il corpo non vuol dire nulla stare senza capelli, ma un pH acido significherebbe la morte.
Niente di tutto questo è descritto o raccontato perché, per tutte le indicazioni, l'industria del cancro (leggi: industria farmaceutica) e la chemioterapia sono alcune delle attività più remunerative che esistano..Si parla di un giro multi-milionario e i proprietari di queste industrie non vogliono che questo sia pubblicato.
Tutto indica che l'industria farmaceutica e l'industria alimentare sono un'unica entità e che ci sia una cospirazione in cui si aiuta l'altro al profitto.
Più le persone sono malate, più sale il profitto dell'industria farmaceutica. E per avere molte persone malate serve molto cibo spazzatura, tanto quanto ne produce l'industria alimentare.
Quanti di noi hanno sentito la notizia di qualcuno che ha il cancro e qualcuno dire: "… Poteva capitare a chiunque …"
No, non poteva!
"Che il cibo sia la tua medicina, la medicina sia il tuo cibo".
Ippocrate (il padre della medicina )
Fonte: pmbeautyline.wordpress.com
“La frode dei vaccini: perché continua l’accanimento?”
mattinonline.ch
VACCINAZIONI - Il dottor Guido Bronner: “I vaccini non contribuiscono alla prevenzione di alcuna malattia e data la loro composizione sono uno strumento di intossicazione di massa che possono generare malattie definite ufficialmente inguaribili ed indurre un mercato miliardario per farmaci sintomatici anch’essi tossici”.
Le fonti ufficiali continuano a ripeterci che le vaccinazioni sono molto importanti per prevenire le malattie senza mai fornire alcun dato oggettivo. Se si vanno a ripescare le registrazioni annuali delle diverse malati per gli ultimi 100 anni, si nota che tutte le malattie erano già regredite di più del 50% prima che fosse stato commercializzato alcun vaccino. La febbre scarlattina è scomparsa addirittura senza che nessun vaccino fosse mai stato prodotto. Furono i programmi per l’approvvigionamento con acqua potabile a tutta la popolazione, il miglioramento delle condizioni igieniche e nutrizionali che hanno fatto regredire le malattie. Durante le guerre, le malattie aumentarono temporaneamente a causa del peggioramento dell’approvvigionamento.
Perchè allora questo accanimento a vaccinare? Prima di tutto bisogna rendersi conto che le vaccinazioni fanno parte degli affari dell’industria farmaceutica che sono società per azioni e quindi per definizione non hanno il minimo interesse alla salute della gente ma solo al profitto annuale. Secondo dobbiamo capire come sono composti i vaccini.
Fra gli additivi più comuni che sono stati o sono tutt’ora utilizzati troviamo solamente sostante altamente tossiche come il mercurio etilato (timerosal), l’idrossido di alluminio e il formaldeide. I primi due sono neurotossici, e il formaldeide è il prodotto di degradazione in ragione del quale il metanolo è classificato tossico. L’aggiunta di queste sostanze tossiche è stata tenuta ben nascosta per molti decenni. Essendo tutti i vaccini prodotti brevettati, la legge (anticostituzionale) prevede che gli studi che le ditte farmaceutiche sottomettono all’autorità siano tenute sotto chiave e dunque la gente deve credere a quello che le ditte farmaceutiche dicono: in altre parole le ditte potrebbero metterci qualunque delle sostanze più cancerogene che conosciamo o delle sostanze che riducono la fertilità (p.es. Octoxynol 10, polysorbate 80) e nessuno avrebbe il diritto di saperlo a meno che faccia fare un’analisi a sue spese.
Si è comunque venuto a sapere che il mercurio non sarebbe affatto necessario se i vaccini fossero messi solamente in confezione monodose e che l’idrossido di alluminio è necessario per avere una reazione del sistema immunitario il quale altrimenti non si curerebbe minimamente di alcuni virus o pezzetti di battere che circolano nel sangue. Le autorità si sono poi arrampicate sui vetri per cercare di darla a bere che comunque però il sistema immunitario reagisce al virus e non all’alluminio tossico.
Per mascherare ulteriormente la frode molti studi sui vaccini vengono comparati con un liquido che non ha nulla a che vedere con un placebo (pseudoplacebo) siccome esso contiene l’alluminio che è accertato che è tossico. Abbiamo dunque la situazione che nella valutazione dei risultati appare sempre che il vaccino non ha maggiori effetti collaterali dello pseudoplacebo proprio perché una delle componenti più tossiche, e cioè l’alluminio, è contenuta sia nel vaccino da testare che nello pseudoplacebo.
Il mercurio è un’altra sostanza estremamente tossica ed ha il brutto vizio di restare intrappolata nel sistema nervoso. Dopo che negli Stati Uniti sono state rese obbligatorie alcune decine di vaccinazioni entro i primi anni di vita, si è registrato un improvviso e forte aumento di reazioni allergiche, disturbi dello sviluppo e persino autismo. Nonostante nessuno ammetta ufficialmente che il mercurio o l’alluminio presente o una combinazione dei due causi disturbi neurologici (benché siano chiaramente neurotossici) il programma di compensazione per i danni dalle vaccinazioni (VICP) ha già elargito dal 1989 al 2013 2.7 miliardi di dollari di soldi del contribuente a famiglie con figli che hanno contratto, encefalopatie, gravi ritardi dell’apprendimento o l’autismo in seguito a vaccinazioni subite.
Dunque negli USA le ditte farmaceutiche si sono comprate il diritto di fare danni per poi scaricare i costi sulla collettività ed ora di attuare questo modello di successo anche qui da noi in Svizzera con la nuova legge anticostituzionale sulle epidemie che la maggior parte dei votanti ha approvato dopo una campagna terroristica e menzognera delle ditte farmaceutiche e dell’Ufficio federale della sanità.
D’altronde non ci si deve aspettare nient’altro, se l’autorità facesse quello che è giusto e dichiarasse i vaccini inutili e pericolosi, da un mese all’altro verrebbero cancellati quei posti federali lautamente pagati e i funzionari si beccherebbero varie denunce. La ragione perché è stato messo un politologo a capo del dipartimento sanità e socialità è che il capo non debba avere nessun presupposto per leggere e capire un solo foglio di documentazione tecnica e per pensare con la propria testa.
Per concludere si può dire con certezza che i vaccini non contribuiscono alla prevenzione di alcuna malattia e data la loro composizione sono uno strumento di intossicazione di massa che possono generare malattie definite ufficialmente inguaribili ed indurre un mercato miliardario per farmaci sintomatici anch’essi tossici.
DR. GUIDO BRONNER
Protesta al Dipartimento della Sanità e la Socialità (DSS)
LA COMMISSIONE TICINESE SUGLI ESPERIMENTI ANIMALI NON È IN REGOLA
Abbiamo appreso dalla stampa – e le notizie non sono state smentite – che in Ticino abbiamo un consigliere di Stato - Paolo Beltraminelli, il veterinario cantonale - Tullio Vanzetti, il medico cantonale - Giorgio Merlani e il farmacista cantonale - Giovan Maria Zanini, che agiscono e lavorano nell'illegalità.
Dal 2008, infatti, in questo cantone viene apertamente ignorata la legge e la relativa ordinanza che vieta a un collaboratore delle autorità di far parte della commissione che sorvegli gli esperimenti sugli animali.
A tutto ciò si aggiunga il fatto che, in Ticino, vengono uccisi quasi 40 mila esseri viventi all'anno in esperimenti convalidati dalla commissione di cui sopra. Anche se un solo animale utilizzato nella cosiddetta ricerca è un animale di troppo, l'enormità del numero (ed in particolare il fatto che questa cifra sia in aumento nonostante buona parte degli esperimenti condotti non sono obbligatori e, anzi, facilmente sostituibili coi metodi alternativi) ha sollevato persino le perplessità di osservatori moderati.
Fermo restando che tali commissioni sono una farsa, in Ticino lo sono ancora di più: su cinque membri che la compongono, tre sono fuori posto: Vanzetti, Merlani e Zanini.
Il direttore del Dss, Paolo Beltraminelli, ha dichiarato che "la composizione attuale non ha mai creato problemi di alcun genere e tutto si è sempre svolto nel rispetto delle regole". Il signor Beltraminelli mente. E per questo noi ne chiediamo le dimissioni.
Le ridicole e patetiche dichiarazioni di Vanzetti ("non ho mai recepito nemmeno una minima ombra di influenza da parte dell'autorità dipartimentale nei confronti della commissione di vigilanza") e quelle di Beltraminelli sono un'onta sul cantone, degradato da questi personaggi a Staterello africano dove persino i massimi rappresentanti cantonali si fanno beffe delle più elementari norme e leggi. Non vuol dire nulla il fatto che fino ad oggi ciò non abbia mai creato problemi: semplicemente, fino ad oggi, il fatto era sconosciuto ai più.
Scriviamo tutti a questi indegni funzionari pubblici, invitandoli alle dimissioni per manifesta incapacità e indegnità nel rappresentare i cittadini, oltre che gli animali.
Ricordiamo inoltre che è tutt'ora in corso di accertamento il motivo per il quale la responsabile dei diritti animali, sempre appartenente alla commissione, sia pressoché sconosciuta e di dubbia rappresentatività.
Il compito principale di questo personaggio è quello di fare in modo che gli esperimenti diminuiscano e vengano messi in atto sistemi più innovativi, efficaci ed etici. Ci risulta però difficile credere che gli sforzi necessari siano stati fatti, visti gli scarsi, per non dire nulli, risultati.
Indirizzi a cui scrivere:
[email protected]
[email protected]
[email protected]
[email protected]
Per saperne di più:
legislazione:
• risposta all'Interrogazione parlamentare presentata da Patrizia Ramsauer il 25 settembre 2007: Sperimentazione su animali
• interrogazione parlamentare presentata da Sergio Savoia il 08 giugno 2012:
Vivisezione in Ticino
articoli:
• Tio.ch: "Troppi esperimenti sugli animali. È un mistero tutto ticinese."
• Cdt.ch: Troppi esperimenti su animali
• Tio.ch: "Esperimenti sugli animali, Offensiva Animalista: "Beltraminetti dimettiti!"
PROCESSO VASELLA/NOVARTIS contro
ERWIN KESSLER/VEREIN GEGEN TIERFABRIKEN
L'animalista Erwin Kessler, dell'associazione Verein Gegen Tierfabriken (VgT), a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà, affetto e amicizia, dovrà comparire in tribunale martedì 13 settembre 2011, alle ore 13.30, presso l'Obergericht del Canton Zurigo, in Klausstrasse 4, a Zurigo (Seefeld) per affrontare il boss della casa farmaceutica Novartis, diretto responsabile dallo sfruttamento,prigionia, tortura e morte di centinaia di migiaia di animali ogni anno, sacrificati in nome di una falsa scienza. Erwin Kessler, in proposito, ha messo a punto un documento sulle scomode verità taciute dai mass media e che vi invitiamo caldamente a visionare: www.vgt.ch/doc/vasella
Per chi volesse assistere al processo, nel caso venissero decisi cambiamenti o eventuali rinvii, si consiglia di visitare il sito www.vgt.ch |
L'opinione pubblica sa che all'IRB si pratica la vivisezione?
"Affermazioni drastiche vengono abitualmente presentate dai sostenitori della vivisezione come dati di fatto, come certezze. Sono invece delle semplici opinioni. Esse debbono essere discusse una per una. Il fatto fondamentale è che queste affermazioni sono accomunate dallo scopo che si prefiggono: dimostrare un preconcetto e piegare la verità ad un fine prestabilito."
Prof. Bruno Fedi, primario di anatomia patologica.
I cittadini bellinzonesi hanno decretato una vittoria chiara e netta a favore dell'Istituto di ricerche in biomedicina (IRB) di Bellinzona. Anche chi si è opposto a ciò che nove cittadini su dieci hanno invece approvato, non ha mai messo in discussione quello che avviene tra le mura di un istituto osannato e contro il quale non sono ammesse critiche: la sperimentazione animale.
Ciò è molto grave. Come se la vivisezione fosse un dettaglio insignificante, sul quale non vale neppure la pena discutere.
La sperimentazione sugli animali non è solo aberrante da un punto di vista etico e morale, ma lo è anche e soprattutto sotto il profilo scientifico. Come dimostrano le migliaia di medici contrari a questo tipo di pseudoricerca - per rendersene conto basterebbe mettersi in contatto con qualcuno di loro, invece di riprendere, pari pari i comunicato stampa dell'IRB – i modelli animali sono totalmente inattendibili, inutili e pericolosi ai fini stessi della ricerca.
Per questo motivo Offensiva animalista invita sia i contrari che i favorevoli all'ampliamento dell'IRB a informarsi e riflettere, invece di gloriarsi per un presunto fiore all'occhiello in cui vengono usati come oggetti e uccisi centinaia di animali in nome di una falsa scienza.
GLI ESPERIMENTI SUGLI ANIMALI:
UNA TECNOLOGIA FALLITA
Riportiamo la traduzione dell'articolo di Robert Sharpe intitolato "Animal Experiments - A Failed Technology" estratto dal libro "Animal Experimentation: the consensus changes" Traduzione: Dott.ssa Manuela Giasi.
Questo saggio venne scritto mentre l'autore era consigliere scientifico per la British Union for The Abolition of Vivisection (Unione Britannica Per L'abolizione della Vivisezione).
"L'idea per come io l'ho intesa, è che le verità fondamentali vengano rivelate negli esperimenti di laboratorio sugli animali inferiori e, in seguito, applicate ai problemi del malato. Avendo io stesso lavorato come fisiologo, mi sento piuttosto competente per giudicare tale affermazione. E' una pura assurdità."
Sir George Pickering, Professor of Medicine, Università di Oxford. In: Pickering, G. (1964). Phisician and scientist, Br. Med. J., 2, 1615-19.
L'industria farmaceutica segna una grossa vittoria
Gaia Health 26 Settembre 2010
Le erbe medicinali spariranno dall'Unione Europea
L'industria farmaceutica ha quasi tagliato il traguardo della sua decennale battaglia per spazzar via qualsiasi concorrente.
All'arrivo del 1° di aprile 2011 - fra meno di otto mesi cioè - praticamente tutte le erbe medicinali diventeranno illegali nell'Unione Europea. Negli USA la situazione è gestita in modo diverso, ma avrà lo stesso effetto devastante. Le gente non è diventata niente più di un lavandino dove l'industria farmaceutica e quella agroalimentare scaricano qualsiasi brodaglia della quale debbano disfarsi, e la gente non può che pagare il prezzo che loro decidono.
L'industria farmaceutica e quella agroalimentare hanno quasi completato il loro arrembaggio a tutti gli aspetti della salute, dai cibi che mangiamo al modo col quale ci prendiamo cura di noi stessi quando stiamo male. Non dubitate: questo arraffamento ci deruberà di quel poco di salute che ci era rimasto.
1° aprile 2011 L'inizio
Con il più beffardo pesce d'aprile di tutti i tempi, la European Directive on Traditional Herbal Medicinal Products (THMPD) è stata emanata il 31 marzo 2004 (1) rendendo operative regole per l'uso dei prodotti erboristici che erano precedentemente commercializzati liberamente.
Questa direttiva richiede che tutte le preparazioni di erbe debbano superare lo stesso tipo di procedure dei farmaci. Non fa differenza se un'erba sia stata liberamente utilizzata per millenni. I costi di queste - nuove - procedure sono ampiamente superiori a quelli affrontabili dalla maggior parte dei produttori - esclusa ovviamente le grandi industrie farmaceutica ed agroalimentare. Per avere un'idea, si parla di costi oscillanti fra i 100.000 ed i 150.000 € per erba; se poi si tratta di un composto, ogni erba deve essere trattata separatamente.
Non conta se un'erba sia stata usata con sicurezza ed efficacia per migliaia di anni, dovrà essere trattata come fosse nuovo farmaco di laboratorio. Naturalmente, le erbe sono ben lungi da essere farmaci di laboratorio, sono invece preparati ottenuti da fonti biologiche che non sono necessariamente purificati - perchè la cosa potrebbe modificarne natura ed efficacia - così come avviene per gli alimenti.
Trattarle come prodotti di sintesi è distorcere la loro natura e la natura delle erbe medicinali. La cosa ovviamente non fa la minima differenza dentro le mura dell'Unione Europea controllata da BigPharma (la grande industria farmaceutica) un'Unione che ha inglobato il corporativismo nella sua costituzione.
Il dottor Robert Verkerk della Alliance for Natural Health, International (ANH), così descrive il problema di richiedere procedure di tipo farmacologico per preparazioni di erbe come segue:
«Ottenere una classica erba medicinale, se proveniente da una zona tradizionalmente nota per la sua coltivazione di erbe medicinali ma non-europea, dato il - nuovo - protocollo di registrazione europeo diventerà facile come infilare un cubo in un buco tondo. Questo sistema di regole ignora le tradizioni, e quindi non è stato adeguato a tenerne conto. Questi adeguamenti sono invece urgentemente necessari se la regolamentazione non è volta a discriminare le culture non-europee, violando così i diritti umani» (2).
Leggi sul commercio
Per meglio comprendere cosa potrebbe succedere, vale la pena inquadrare il fatto che il sistema delle leggi sugli scambi commerciali è stato al centro di manovre per mettere sotto il controllo di BigPharma e dell'industria agroalimentare tutti gli aspetti relativi ad alimenti e medicinali.
Se avete seguito quanto sta accadendo negli Stati Uniti relativamente al latte fresco ed alle affermazioni da parte della FDA (Food and Drug Administration) secondo le quali degli alimenti diventano magicamente delle medicine nel momento in cui ne vengono semplicemente citati effetti sulla salute, avrete notato che nella questione è stata coinvolta la Federal Trade Commission (FTC, Commissione Federale sugli Scambi Commerciali, ndt).
Piuttosto di occuparsi degli alimenti e della medicina tradizionale dal punto di vista dei diritti umani, li hanno gestiti come tematiche inerenti il commercio. Così, al centro della legislazione sugli alimenti e le erbe, sono finiti i desiderata della grande industria invece dei bisogni e dei desideri dei popoli.
E' questo ribaltamento che ha prodotto quelle affermazioni assurde ed oltraggiose fatte dalla FDA del tipo che i Cheerios e le noci diventano automaticamente medicine nel momento in cui vengono specificati i loro effetti sulla salute. E' questo spostamento - da alimento a farmaco - che ha fatto sì che la FDA potesse fare quelle dichiarazioni offensive del tipo che i Cheerios fossero medicine solo perchè ci sono indicazioni relative alla salute.
Lo scopo di tutto questo è di rendere il mondo ben sicuro per i commerci dei colossi industriali. I bisogni e la salute della gente non sono assolutamente un fattore del quale tengano conto.
Come combattere contro questo attacco alla nostra salute e benessere
L'affare non è concluso, perlomeno, non ancora. Se ci tieni a poter usare erbe medicinali, o se ci tieni a poter prendere vitamine ed altri integratori, per favore, agisci. Anche se queste tematiche ti sembrano prive di importanza, pensa alle persone che ti sono care: meritano che sia loro negato il diritto ad un trattamento medico e ad una assistenza scelta da loro?
La ANH (Alliance for Natural Health, ndt) è attiva nel combattere queste violazioni, attualmente è in causa per cercare di fermare la direttiva THMPD. Speriamo ci riescano, ma la storia recente mostra che nessuna manovra legale riesce a fermare questi carri armati. Tuttavia non possiamo permetterci di starcene seduti ad attendere l'effetto dei nostri sforzi, dobbiamo considerare questo loro scenario come uno nel quale ognuno di noi possa giocare un ruolo.
Tocca a noi - ad ognuno di noi - agire. Se vivi in Europa, per favore, manda una lettera, un messaggio al tuo rapresentante al Parlamento Europeo. Vai a questa pagina e cerca chi sia costui ed il modo di contattarlo. Poi spedisci una lettera che affermi, senza ombra di dubbio, che tu sostieni in modo forte le azioni dell'ANH, azioni miranti a sospendere l'entrata in vigore del THMPD e che ti auguri si alzino anche a favore del diritto delle persone a scegliere trattamenti erboristici.
Se ti risulta difficile scrivere una simile lettera, clicca qui per un esempio (nel formato universale rtf) suggerito dalla ANH; sei libero di utilizzarlo.
Pensa a cosa dirai ai tuoi figli e nipoti se ti chiederanno perchè non lo hai fatto. Come potrai spiegare loro che non eri così interessato nella loro salute? Come potrai dire loro che era più importante seguire i finti reality in televisione piuttosto che scrivere quella semplice lettera?
E' solo con la protesta attiva che possiamo fermare questa congiura contro la nostra salute. Se ce ne stiamo seduti apatici, vinceranno loro. Il nostro diritto di proteggere la salute nostra e dei nostri figli è in gioco. Se ci tieni alla salute dei tuoi figli e nipoti, allora devi agire. Fatti sentire, il momento della verità è ora. Puoi star lì seduto e non far nulla o puoi farti sentire forte.
Poi, una volta fatto, parla con tutti quelli che conosci. Dì loro che è il momento di agire, non c'è assolutamente tempo da perdere.
Heidi Stevenson
In un anno 396 vittime del vaccino
Danni alla salute invece di prevenire l'influenza: inchiesta della Procura
A cura di Raphaël Zanotti
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/313882/
Nel giro di un anno le reazioni violente ai vaccini stagionali contro l'influenza, con danni alla salute dei pazienti, sono più che raddoppiate. Un dato preoccupante che il procuratore vicario di Torino, Raffaele Guariniello, ha deciso di indagare con l'apertura formale di un'inchiesta. La preoccupante statistica è dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, obbligata per legge alla sorveglianza sanitaria. Parla di 161 casi nella stagione 2008-2009 e di ben 396 in quella 2009-2010. Un dato che, in qualche modo, può essere spiegato dalla maggiore attenzione dovuta all'esplodere, nell'anno appena trascorso, della fobia per il virus A/H1N1, ma non solo.
L'indagine prende spunto da due querele, arrivate nei giorni scorsi sulla scrivania del magistrato, presentate da due donne (entrambe di una cinquantina d'anni, la prima torinese, la seconda di una cittadina della cintura) che lamentano di aver subito gravi conseguenze a seguito della somministrazione del vaccino.
La prima dichiara di essere stata colpita da Polimiosite, patologia che fa parte di un gruppo di malattie muscolari e che rientra nel novero delle malattie rare. All'inizio la signora non riusciva a chiudere i pugni e pensava a un'artrite. Ottenuta la diagnosi, ha fatto ulteriori controlli: i suoi consulenti medici sono sicuri che ci sia un nesso tra la somministrazione del vaccino antinfluenzale e la malattia insorta.
La seconda, invece, dichiara di aver contratto una mielopatia che la costringe a camminare appoggiata a un girello con quattro ruote. All'inizio ha dichiarato di avvertire un senso di spossatezza e stanchezza che è andato via via peggiorando fino a darle la sensazione di non riuscire a governare il proprio corpo.
Se queste patologie siano l'effetto collaterale non voluto del vaccino lo giudicheranno i tecnici, ma dall'indagine su questi due casi è emersa una situazione generale che merita approfondimenti.
Secondo l'Aifa nella stagione 2009-2010 due persone sono morte a seguito della vaccinazione (erano tre nel 2008-2009), ma sono aumentati i casi di gravi conseguenze (39 nel 2008-2009 e 72 nel 2009-2010) e di bambini piccoli di età compresa tra i sei mesi e i due anni (4 nella stagione 2008-2009 e addirittura 12 in quella 2009-2010).
L'inchiesta della procura di Torino è su un prodotto specifico, il Vaxigrip della Sanofi Aventis. Una delle due querelanti lamenta il fatto che nel foglietto delle istruzioni non sia contenuto, tra le controindicazioni, la possibilità di contrarre la polimiosite.
Una circostanza che potrebbe sfuggire al classico cittadino che di rado si sofferma a leggere il cosiddetto «bugiardino», ma che potrebbe tornare utile ai medici e agli specialisti quando somministrano questo genere di farmaci.
Guariniello ha già affidato una consulenza medica per accertare se le due malattie contratte dalle signore torinesi possano essere in qualche modo essere messe in collegamento con il vaccino antinfluenzale. Solo una volta arrivati gli esiti l'indagine prenderà corpo in una direzione piuttosto che un'altra.
Autore: Raphaël Zanotti / Fonte: lastampa.it
La vivisezione è solo buisness
di Eleonora Pigliucci
Marco
Mamone Capria, professore di matematica dell’Università
di Perugia, ha raccolto l’eredità morale del
padre dell’antivivisezionismo scientifico Hans Ruesch.
Nel suo libro del 1976 “Imperatrice nuda”, Ruesch
lanciò un radicale atto di accusa alle presunte basi
scientifiche della vivisezione, arrivando alla conclusione
che non esista alcun motivo valido, oltre al carrierismo dei
ricercatori e al profitto delle case farmaceutiche, per continuare
a sperimentare su animali.
Il testo influì sulla politica e diede una forte scossa al movimento animalista mentre l'autore incappò in infiniti boicottaggi, persino da parte del suo stesso editore. Mamone è il curatore dei due ultimi libri di Ruesch, "La medicina smascherata" e "La figlia dell'imperatrice".
Prof. Mamone, è davvero possibile, al di là delle ragioni etiche, combattere sul piano scientifico la metodologia più usata dalla ricerca medica in tutto il mondo?
Decisamente sì, la vivisezione è solo un inganno crudele e questo appare evidente a chiunque approfondisca un po' l'argomento. In primis per le differenze biologiche tra le specie che rendono i risultati mai univoci: si può scegliere, ad esempio, che animale usare per ottenere il risultato voluto e far commercializzare un nuovo composto chimico, senza sapere in realtà nulla della sua eventuale tossicità per gli umani. Nella ricerca medica, poi, si tratta di curare patologie non naturali, ma indotte artificialmente e solo superficialmente simili a quelle umane.
Si leggono spesso notizie che parlano di cure trovate per malattie umane riprodotte nei topi. Ma poi si aggiunge che mancano anni alle applicazioni umane o che, visto il successo nei roditori, gli stessi test ripartono su altri animali. Ma qual è il criterio con cui si decide che animale usare?
Le ragioni sono economiche e organizzative, lo ammettono anche loro. In Italia si usano più i roditori che le scimmie, che sono evolutivamente più vicine all'uomo, ma anche più costose. E' comune che i ricercatori sacrifichino migliaia di vite e ingenti fondi pubblici per "curare" i topi, dopodiché sono così consapevoli dell'inutilità del risultato che ripartono da zero con i primati. Ma intanto possono allungare la loro lista delle pubblicazioni.
E con le scimmie il risultato è sempre valido?
No e lo dimostra il fallimento più clamoroso e drammatico della vivisezione, quello della talidomide. Il farmaco fu dato alle donne in gravidanza e provocò la nascita di migliaia di bambini focomelici, senza gambe o braccia. La prova della vivisezione era stata brillantemente superata: il farmaco risultava sicuro per varie specie di primati e di topi, conigli, cani, gatti, maiali e armadilli, tra i quali solo rari individui mostravano reazioni avverse. Su questo argomento grandi nomi della sperimentazione animale come Rita Levi Montalcini e Silvio Garattini si sono dimostrati in maniera imbarazzante incoerenti e reticenti, quando li hanno incalzati gli abilissimi autori di un'inchiesta del programma Rai "Report" dal titolo "Uomini e topi" (disponibile all'indirizzo www.report.rai.it , ndr) alla quale ho collaborato.
E cosa è emerso?
Le argomentazioni dei ricercatori crollano ad una ad una. Alla faccia della trasparenza, nessun laboratorio lascia entrare i giornalisti, neanche quello dell'Istituto Superiore di sanità, ente pubblico, che dovrebbe essere la frontiera ultima della garanzia in ambito sanitario. Addirittura il responsabile della ricerca su animali, Rodolfo Lorenzini, dichiara candidamente di fungere allo stesso tempo da controllore e controllato avendo la facoltà di firmare i moduli per le autorizzazioni alle proprie sperimentazioni. Lorenzini inoltre ricopre un ruolo per il quale, secondo l'interpretazione naturale del decreto legislativo 116/92, sarebbe auspicabile essere iscritti all'Ordine dei Veterinari cosa che lui non è. Ed emergono anche situazioni clamorosamente illegali, che però nessuno ha denunciato.
Ad esempio?
I corsi di formazione di chirurgia laparoscopica dell'Università Cattolica di Roma in cui si fanno esperimenti illegali sui maiali. Sono esercitazioni vietate dalle legge italiana perché, data l'esistenza di metodi sostitutivi altrove utilizzati, non sussiste la condizione di "inderogabile necessità" prevista dalla legge.
Chi dovrebbe denunciare questo abuso gratuito sugli animali?
Credo che dovrebbe essere il compito specifico delle associazioni antivivisezioniste. Così come dovrebbero denunciare le facoltà scientifiche italiane che quasi ovunque disattendono l'obbligo di dare massima pubblicità alla legge 413/93 sull'obiezione di coscienza alla vivisezione nella didattica. Si configura il reato di omissione di atti d'ufficio, per il quale è stata già denunciata nel 2004 l'Università di Perugia che, mesi dopo, si è messa in regola.
Lei crede che le associazioni non si muovano in questo senso?
Ne "La medicina smascherata" Ruesch parla di come le associazioni nate antivivisezioniste, almeno alcune, abbiano perso l'obiettivo di combattere, appunto, la sperimentazione animale e si siano invece convertite più genericamente alla difesa dei "diritti degli animali" insistendo su argomenti solo etici e concentrandosi su altri temi come mattatoi, pellicce, ecc. Ma è solo dimostrando le basi fallaci e truffaldine sulle quali poggia la vivisezione che si può pensare di liberare le sue vittime. Del resto le argomentazioni etiche non cambiano di una virgola le politiche dei governi, né tantomeno quelle delle multinazionali, nemmeno quando in ballo ci sono le persone. Non appare ingenuo pensare che far leva sulla morale possa salvare gli animali quando dall'altra parte ci sono interessi economici?
Negli ultimi anni però il movimento antivivisezionista è riuscito a recuperare molti animali, ci sono centri in cui si fa riabilitazione...
Il fronte più attivo infatti è quello della riabilitazione. Di certo utile per i pochi animali che riescono a uscire dai laboratori, che si salvano però solo per un'operazione discrezionale dei vivisettori, che ad esempio non consegnano mai cani o gatti malmessi su cui abbiano "lavorato", ma solo quelli in esubero, per evitare di fare brutta figura. E' necessario che almeno parallelamente si lavori per smascherare la truffa.
Promuovendo anche i metodi alternativi?
Li chiamerei sostitutivi o, semplicemente, scientifici. Funzionano, e sono economici, rapidi e certi. Eppure restano anni in attesa di essere validati perché la pietra di paragone sono i risultati della vivisezione, che invece non è mai stata validata e che a seconda delle specie dà risultati diversi. Le nuove procedure invece, come i chip genetici, che indicano direttamente come una sostanza chimica interferisce con il dna umano, danno risposte inoppugnabili.
E allora, se costano anche meno perché non decollano?
Il loro guaio è proprio che danno risultati univoci. Oggi per ottenere il via a un prodotto basta trovare l'animale che lo tolleri, con metodi veritieri questo business sarebbe impossibile.
Leonora Pigliucci
Fonte: www.liberazione.it
INCHIESTA DI FALÒ (RSI1) in onda mercoledì 24.02.2010 :
Il fantasma della pandemia
a cura di Serena Tinari e Isabelle Moncada
Pandemia suina, uno spettro che nei mesi scorsi ha preoccupato il mondo intero. L'onda ora sembra passata. Dietro di sé ha lasciato un numero ridotto di vittime e una valanga d'interrogativi. Il Consiglio d'urgenza dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che si è riunito proprio ieri a Ginevra, ha ammonito che è ancora troppo presto per affermare che il picco dell'influenza A H1n1 è stato superato. Tuttavia è un fatto che le previsioni dei catastrofisti non si sono realizzate: il pianeta l'ha vissuta come una comune Influenza. Gli Stati hanno però acquistato milioni di dosi di vaccino pandemico, rimaste per lo più inutilizzate. L'hanno fatto su indicazione dell'OMS. Al Consiglio d'Europa di Strasburgo, la Commissione Sanità ha accusato l'OMS di avere creato una "falsa pandemia", che ha trasformato una comune influenza in un business miliardario – diffondendo paura nella popolazione e nei governi di tutto il mondo che, per prepararsi e difendersi da quella che sembrava una imminente emergenza sanitaria, hanno speso un patrimonio. Il Consiglio d'Europa vuole sapere se l'OMS si è fatta condizionare dall'industria farmaceutica, che grazie alla pandemia ha registrato incassi record. L'inchiesta di Falò ha raccolto le voci dei protagonisti internazionali di questa controversia e ripercorre le tracce di un anno di pandemia in Svizzera. Ci sono avanzati disinfettanti, mascherine e undici milioni di dosi di vaccino che nessuno ha voluto. Le abbiamo pagate 70 milioni di franchi. Inoltre la puntata propone un reportage dal villaggio messicano dove sembra essersi innescato il contagio e un altro contributo per capire in che modo questo virus sia entrato nella nostra catena alimentare.
guarda il video:
http://la1.rsi.ch/_dossiers/player.cfm?uuid=18d78f7c-c2a8-4422-acd0-17f9d56c1f0a
MERCURIO E SQUALENE NEI VACCINI MULTIDOSE CONTRO LA "SUINA": vogliono avvelenarci tutti?
prima parte: http://scienzamarcia.altervista.org/suina.html
seconda parte: http://scienzamarcia.altervista.org/suina2.html
L’H1N1? Una truffa colossale
14 gennaio 2010
L'influenza A, le cui conseguenze per settimane hanno tenuto in allarme milioni di persone, in realtà era una "falsa pandemia" orchestrata dalle case farmaceutiche pronte a fare miliardi di euro con la vendita del vaccino: l'accusa arriva da Wolfang Wodarg, il presidente tedesco della commissione Sanità del Consiglio d'Europa.
Wodarg ha anche accusato esplicitamente le industrie farmaceutiche di aver influenzato la decisione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità di dichiarare la pandemia. Pesante il j'accuse di Wodarg, ex membro dell'Spd, medico ed epidemiologo, secondo cui le multinazionali del farmaco hanno accumulato "enormi guadagni" senza alcun rischio finanziario, mentre i governi di tutto il mondo prosciugavano i magri bilanci sanitari spendendo milioni nell'acquisto di vaccini contro un'infezione che in realtà era poco aggressiva.
Wodarg ha fatto approvare una risoluzione nel Consiglio d'Europa che chiede un'inchiesta sul ruolo delle case farmaceutiche; e sulla questione il Consiglio d'Europa terrà un dibattito a fine mese. La denuncia, riportata con grande evidenza dal Daily Mail, arriva qualche giorno dopo quella secondo cui i governi di mezzo mondo stanno cercando di sbarazzarsi delle milioni di dosi di vaccino, ordinate all'apice della crisi. Il Mail ricorda che, in Gran Bretagna, il ministero della salute aveva previsto 65.000 decessi, creato una linea-verde e un sito web per dare consigli, sospeso la regola che vieta di vendere anti-virali senza prescrizione medica; furono allertati gli obitori e persino l'esercito, che doveva essere pronto a entrare in campo qualora si fossero verificati tumulti tra la popolazione a caccia dei farmaci.
Secondo
Wodarg, il caso dell'influenza suina è stato "uno dei
più grandi scandali sanitari" del secolo. Le maggiori
aziende farmaceutiche, secondo Wodarg, sono riuscite a piazzare
"i propri uomini" negli "ingranaggi" dell'Oms
e di altre influenti organizzazioni; e in tal modo potrebbero aver
persino convinto l'organizzazione Onu ad ammorbidire la definizione
di pandemia, il che poi portò, nel giugno scorso, alla dichiarazione
di pandemia in tutto il mondo.
"Per promuovere i loro farmaci brevettati e i vaccini contro l'influenza, le case farmaceutiche hanno influenzato scienziati e organismi ufficiali, competenti in materia sanitaria, e così allarmato i governi di tutto il mondo: li hanno spinti a sperperare le ristrette risorse finanziari per strategie di vaccinazione inefficaci e hanno esposto inutilmente milioni di persone al rischio di effetti collaterali sconosciuti per vaccini non sufficientemente testati".
Wodarg non fa alcun nome esplicito di persona in conflitto di interessi; ma lo scorso anno il Daily Mail aveva rivelato che Sir Roy Anderson, uno scienziato consulente del governo britannico sull'influenza suina, fa parte del consiglio d'amministrazione della GlaxoSmithKline. L'azienda farmaceutica, che produce antinfluenzali e vaccini, ha immediatamente replicato alle accuse, definendole "sbagliate e infondate".
Influenza A. Terrorismo mediatico e gruppi di resistenza al vaccino
di Maria Melania Barone
ROMA - Mentre l'Organizzazione Mondiale della Sanita' decide sulla strategia da applicare per i vaccini di massa contro l'influenza A dopo aver inspiegabilmente innalzato il livello d'allarme per la pandemia da 5 a 6 nel mese di Maggio e mentre la giungla mediatica ripropone a raffica in tv, sui giornali il medesimo melodramma che racconta preventivamente della sciagura imminente, la comunita' di internet e' ormai in allerta.
Da diversi mesi, infatti, sta attuando la sua forza propagandistica per ostacolare questo vaccino che sembra avere tutte le sembianze di un ''terrorismo mediatico'' attutato a fini politici ed economici ai danni delle popolazioni mondiali.
L'ALLARME: Le proteste non sono nate da un popolo di visionari del web, ma dalle denunce di alcuni esponenti della comunita' medico-scientifica in primis della Dott.sa Jane Burgermeister del mese di Giugno e poi un articolo apparso sul Daily Mail che riferiva di una lettera intercettata e inviata dal Governo Inglese a 600 neurologi in cui si allertava la comunita' scientifica sulla probabilita' di riscontrare casi di Sindrome di Guillem-Barre' nelle persone vaccinate.
In realta' questo sintomo non e' un semplice sospetto, ma e' stato gia' riscontrato nel 1976 quando improvvisamente una influenza suina che semino' il panico nella popolazione anche grazie all'appoggio dei media, indusse numerose persone a vaccinarsi. Morirono piu' persone a causa del vaccino rispetto a quante ne morirono a causa della pandemia. In quell'anno pero' sfortunatamente le case farmaceutiche produttrici del vaccino non riuscirono ad incassare quanto avevano pronosticato perche' la Sindrome fu subito ricondotta alle sostanze di cui era composto il materiale vaccinico ed il Governo Americano fu costretto a rimborsare con milioni di dollari le persone colpite.
Molte sono le reazioni della comunita' scientifica che nel frattempo si e' divisa in due tronconi: da una parte coloro che appoggiano il vaccino e che lo descrivono come necessario al fine di bloccare una presunta ''pandemia'' lanciata dall'OMS e appoggiati anche dal mondo politico. Dall'altro invece medici, immunologi, neurologi, giornalisti medico-scientifici come la Burgermeister che parlano non solo di pericolo e di materiale vaccinico contaminato, ma di denunce contro il Governo Americano, contro la Bexter (azienda farmaceutica che ha prodotto il vaccino) e contro l'OMS. Secondo la Burgermeister anche in questo caso i fondi vengono dalla Rockefeller Foundation come avvenne negli anni '70 e nei primi anni '90 quando si vaccino' la popolazione delle Filippine cntro il ''tetano'' in realta' le categorie che furono vaccinate erano soltanto ''donne incinte'' che poi abortirono ispiegabilmente. Si scopri' poi che il vaccino conteneva l'ormone della gravidanza o hCG che produceva un effetto anticoncezionale. Dunque anche questo progetto di vaccinazone di massa fa parte di un unico progetto da analizzare nella storia delle vaccinazioni di massa e che fino ad oggi e' costato centinaia di milioni di dollari tutti derivanti dalla Rockefeller Foundation.
Nel frattempo Kathleen Sebelius ha firmato un decreto che garantisce l'immunita' giuridica alle case produttri del vaccino.
Perche' tutto questo? Si pronostica forse un'Apocalisse?
Sulla base di cio' sono nate numerosissime resistenze al vaccino in tutto il mondo sia da parte dei cittadini sia da parte della comunita' scientifica:
Resistenza Austriaca: la dott.sa Jane Burbermeiser che lavora come giornalisa in ambito medico scientifico ed ha collaborato per numerose testate scientifiche come ''The Scientist'', il ''Reuter's Healt'', il ''British Medical Journal'', ''Nature'', si e' impegnata a sporgere denuncia prima presso l'ambasciata statunitense a Vienna e poi all'FBI.
Resisenza Francese: Il Professor Debre' parla in un'intervista televisiva di un'influenza blanda e denuncia il governo di terrorismo mediatico per fini politici. Debre' e' Direttore del servizio di Urologia presso l'ospedale di Cochin, membro del comitato nazionale di etica e parlamentare francese.
Resistenza Italiana: Il Dottor Serravalle ha scritto un'aperta lettera ai genitori dando il suo parere di pediatra in merito al vaccino e raccomandando i genitori a non vaccinare i propri figli poiche' non solo il vaccino non e' stato testato e non si conoscono di specifico gli effetti collaterali sui bambini, ma poiche' ''gli antivirali possono dare a vlte effetti collaterali importanti. Il 18% dei bambini in eta' scolare del Regno Unito a ci e' stato somministrato l'Oseltamvir in occasione dell'epidemia, ha presentato sintomi neuropsichiatrici ed il 40% sintomi gastroenterici. Con lui si schiera anche l'Associazione Culturale dei Pediatri Italiani.
Composizione del vaccino. Quel che si sa e' che questo vaccino e' stato adiuvato con ''MS 59 un derivato dell'MF 59 della Chiron ideato per la Guerra del Golfo e modificato per l'influenza H5N1. Secondo alcuni esperti della sanita' i coadiuvanti fanno parte della nuova generazione di armi biologiche'' in quanto possono ''rompere la ''tolleranza'' cioe' la capacita' dei globuli bianchi di ignorare cio' che e' auto e attaccare cio' che e' straniero''. Quesa capacita' viene ostacolata dai coadiuvanti e il pericolo di una vera e propria autodistruzione sale poiche' viene messo in bilico il sistema immunitario del corpo umano. Fin dal 1930 l'utilizzo dei coadiuvanti a base di olio (MS 59) fu limitato alla ricerca sugli animali a causa dell'elevata pericolosita'.
Influenza stagionale: Sul sito del Ministero della Salute invece e' comparsa una circolare che informa sulla composizione del vaccino contro l'influenza stagionale 2009/2010. Il vaccino sara' trivalente come ogni anno, dunque proteggera' contro tre ceppi virali che si sono diffusi l'anno precedente, in questo modo si cerca di immunizzare contro eventuali modificazioni del virus. Come si legge nella circolare un antigene utilizzato e' analogo al ceppo A/BRISBANE/59/2007 (H1N1) e questo ci induce a pensare che qualora le persone decidano di non vaccinarsi contro l'influenza suina, saranno comunque immunizzati grazie al vaccino contro l'influenza stagionale. Non a caso Fazio, viceministro della salute, parla di evitare ''sovrapposizioni'' tra le due vaccinazioni.
Il piano del Governo: Il vaccino non e' stato sufficientemente testato e dunque sara' privo di ''bugiardno''. Questa e' la ragione per cui non sara' distribuito attraverso le farmacie. Il costo del vaccino sara' a carico del governo e sara' distribuito attraverso i medici di medicina generale, pediatrici e medici competenti. Il governo Italiano ha come obbiettvo quello di vaccinare da un minimo di 8,6 miloni di italiani fino a 24 milioni e poiche' ogni persna dovra' assumere due dosi di vaccino il Governo s e' impegnato ad acquistare un totale di 48 milioni di dosi. La campagna partira' il 15 Novembre ma, qualora il siero dverre raggiungere anticipatamente il mercato italiano, la campagna comincera' il 15 Ottobre.
Il piano Europeo: Il 12 Ottobre i ministri della sanita' UE si riuniranno in via straordinaria per fare il unto sull'influenza A, come riferisce il minstro svedese alla sanita', Maria Larsson. In particolare si decidera' su un accordo tra i vari paesi per dispensare il vaccino anche alle aree in via di sviluppo come l'Africa in quanto, la scarsita' delle risorse impedisce ai Governi africani di acquistare il vaccino o autoprodurlo come sta facendo l'India attravers 4 o 5 aziende locali.
L'obbiettivo dell'OMS e' quello di vaccinare un totale di 4,9 milioni di persone e la campagna di vaccinazione prevede due ondate: la prima che ha come obbiettivo quello di vaccinare almeno 2,5 miliardi di persone e la seconda invece a come obbiettivo quello di immunizzare almeno 2,4 miliardi di persone nel mondo.
Questa dunque e' una guerra combattuta semplicemene sulla base dell'informazione tra i media manipolati dai Governi che disseminano terrorismo e la comunita' scientifica che si sfoga su internet coivolgendo sempre piu' persone.
NON SENTIVA PIU' LE URLA DEGLI ANIMALI,
NE' VEDEVA IL SANGUE SCORRERE
Ecologia DI JASON MILLER
Thomas Paine's Corner
Nota dell'autore: dedico questo pezzo ai coraggiosi difensori degli animali e ai salvatori che costituiscono l'ALF, il Justice Department, l'Animal Liberation Brigade e altri gruppi militanti di azione diretta che stanno lottando contro i vivisettori e il resto della loro genia, i quali costituiscono il complesso dello sfruttamento animale. Data l'incessante natura del tormento sistematico e del massacro di milioni di altri esseri senzienti che ha luogo giorno dopo giorno, sono inevitabili delle risposte violente da parte di persone che amano gli animali non umani, in quanto mezzo moralmente accettabile di auto-difesa allargata per conto delle vittime senza voce ed indifese. Come ha supposto il mio stretto collaboratore, dottor Jerry Vlasak -- e sono d'accordo al 100 % -- l'omicidio di uno o due vivisettori salverebbe probabilmente milioni di vite di animali non umani. E, data la sempre più incandescente situazione presso l'UCLA, chissà cosa potrebbe accadere?
Impiegando una miriade di tattiche e strategie, quelli di noi che vogliono vedere le gabbie vuote prevarranno. Come ha dichiarato un altro mio fermo alleato, il dottor Steve Best, durante una conferenza che ha tenuto ad Oxford nel 2005: "rendiamo la vivisezione un tabù". Sogno quel giorno.
"Il fisiologo non è un uomo del mondo. E' uno scienziato, ossia un uomo preso e assorbito da un'idea scientifica che persegue; non sente più le urla degli animali, nè vede il sangue scorrere; vede solo la sua idea: organismi che gli nascondono problemi che vuole scoprire. Non si sente nel bel mezzo di un'orribile carneficina; sotto l'influsso di un'idea scientifica, ricerca con piacere un filamento nervoso dentro della carne livida e maleodorante, che per un'altra persona sarebbe oggetto di disgusto ed orrore".
–Claude Bernard
Per vivisezione si intende l'anacronistica pratica di condannare animali non umani alla sterilità, l'isolamento e la prigionia in gabbie di laboratorio, sottoporli ad amputazioni, punture, bastonate, shock elettrici, bruciature, avvelenamenti e che, inoltre, sembra essere molto più vicina alla tortura medioevale che alla ricerca scientifica del 21esimo secolo. Appropriatamente, la storia della vivisezione ha le sue radici negli editti religiosi medievali, che proibirono la dissezione di cadaveri umani (1). E l'antropocentrismo è così profondamente inculcato nella nostra psiche che, pur vivendo in un'era "illuminata", continuiamo con la nostra barbarie collettiva basata su una dottrina clericale per cui dei cadaveri umani in decomposizione erano più sacri di esseri senzienti respiranti e vivi.
Approposito di dottrina clericale, Claude Bernard, il "Padre della Fisiologia", il cui principale mezzo di indagine era la vivisezione, ricevette un'educazione gesuita e crebbe nella Francia del 19esimo secolo (2). Bernard era ossessionato dalla nozione per cui tutti i progressi scientifici significativi, in particolare nella medicina, potevano venire solo dal laboratorio.
"Come la mette lo storico della medicina Brandon Reines: l'effetto reticolare delle pubblicazioni di Bernard sul pancreas servì a canonizzare l'elemento vivisezionista della sua medicina sperimentale, a spese delle analisi cliniche. I suoi successivi lavori pedagogici portarono ad una ulteriore diminuzione nell'impatto degli studi clinici, e un corrispondente aumento del dramma dei già allora allettanti esperimenti su animali" (3).
Il laboratorio di Bernard era una casa degli orrori per animali non umani, pieno di grottescherie e dolore oltre ogni immaginazione, tra cui forni in cui arrostiva le sue vittime ancora vive (4). Sfortunatamente, l'influenza di Bernard restò potente fino al giorno d'oggi, portando molti scienziati ad affidarsi quasi esclusivamente alla vivisezione - con un'enfasi virtualmente nulla sugli altri metodi di ricerca.
Come le primitive religioni e i dogmi scientifici che l'hanno generata, la vivisezione è una reliquia del passato che è sopravvissuta alla sua utilità, se mai ne ha avuta una. Da una prospettiva di liberazione animale, non ci sono giustificazioni morali per torturare e assassinare animali non umani in modo da far "avanzare la scienza", ma anche se considerata da una inveterata ma intelligente prospettiva specista, la vivisezione è una pratica deleteria, per il suo tremendo spreco di tempo, denaro e sforzo, ed è più una minaccia alla salute umana che una salvaguardia della stessa.
A causa delle molte differenze anatomiche, fisiologiche, genetiche e comportamentali tra specie (differenze che Bernard ha scartato nel suo zelo per dimostrare che "tutta la materia vivente obbedisce alle stesse leggi fisiologiche") (4), i test condotti su animali non umani sono solo dal 5 % al 25 % accurati nel prevedere l'impatto che avranno sugli umani le sostanze testate o i trattamenti (5), e uno studio del 1994 che è apparso nel rapporto SCRIP ha determinato che solo 6 delle 114 sostanze considerate, tossiche per gli umani, lo erano anche per gli animali non umani (6). Gli animali non umani sono un pessimo termine di riferimento rispetto alle persone.
Secondo Pro Anima (Francia), oltre un milione di persone sono morte prematuramente quest'anno nell'Unione Europea per via di sostanze tossiche introdotte nel loro cibo o ambiente che erano state testate su animali e considerate sicure (7).
Milioni di animali non umani vengono vivisezionati ogni anno per assicurare la nostra "sicurezza" quando prendiamo dei farmaci. E noi, quanto sicuri siamo? Considerato che le reazioni avverse ai farmaci sono la quarta principale causa di morte, e alla base del 15 % degli ingressi in ospedale, i farmaci uccidono oltre 100.000 persone all'anno (più delle droghe) e le reazioni avverse ci costano oltre 130 miliardi di dollari in spese mediche all'anno (8).
Nel dicembre 2003, il dottor Allen Roses, vice-presidente a livello mondiale del dipartimento genetico della GlaxoSmithKline, il più grande produttore farmaceutico della Gran Bretagna, ha ammesso le gravi limitazioni dei farmaci per cui vengono sacrificati gli animali non umani, dichiarando "La grande maggioranza dei farmaci - oltre il 90 per cento - funziona solo nel 30 o 50 per cento delle persone", ha detto il dottor Roses. "Non direi che la maggior parte dei farmaci non funziona. Direi che la maggior parte dei farmaci funziona per il 30-50 percento delle persone. I farmaci sul mercato funzionano, ma non funzionano per tutti" (9).
Per un mucchio di altri esempi (troppo numerosi per citarli qui) che rivelano l'antiquata e cruda natura dei risultati provenienti dalla vivisezione, si veda il rapporto del 2007 intitolato "Do No Harm" che è stato redatto dalla AD-AV Society della British Columbia nel settembre 2007 (10).
Nonostante i suoi dimostrabilmente pessimi risultati, e nonostante gli eccitanti progressi in genetica e in altre aree della scienza, e il rapido sviluppo che rende la vivisezione antiquata ed obsoleta, essa persiste, non perchè porti la "verità", ma piuttosto perchè offre ampie occasioni di profitto su e giù nella lunga catena della "ricerca". C'è una tremenda pressione tra colleghi ed una profonda inerzia accademia affinché si continui a imprigionare e torturare altri esseri senzienti. Le ragioni sono molte, ma a parte il fatto che la vivisezione è un'ortodossia profondamente radicata che viene tramandata da una generazione di ricercatori ad un'altra, e a parte che la ricerca su animali non umani viene pubblicata facilmente (non sono pochi gli incentivi per praticarla negli ambienti "pubblica o muori" delle università), la vivisezione – soprattutto – produce e garantisce denaro. Continua ad essere tenuta in grande considerazione e pesantemente promossa nelle comunità mediche e scientifiche, in quanto molte università sono arrivate a dipendere fortemente dalle garanzie multi-milionarie che ricevono per finanziare la ricerca su animali non umani, anche quella che è frivola o ridondante.
Big Pharma, tra i più grandi sostenitori e beneficiari della ricerca su animali non umani, usa la sua ampia influenza - un'influenza derivata da ricche tasche e ancora più ricche relazioni incestuose con legislatori, controllori del governo, giornali medici, istituzioni a finanziamento pubblico, e dottori (11) - per sostenere la menzogna secondo cui sarebbe impossibile innovare e commerciare nuovi farmaci senza la vivisezione. Poison Pill, un libro di Tom Nesi, fornisce una decostruzione da una prospettiva interna all'industria di come la Merck fu in grado di portare in commercio il Vioxx, un farmaco che ha potenzialmente ucciso decine di migliaia di persone (12). Per queste leviataniche aziende farmaceutiche, la barbarie della vivisezione e l'inefficienza sono irrilevanti. Per assicurare il flusso ininterrotto dei loro immensi profitti, hanno bisogno della vivisezione per accelerare il processo di approvazione, in modo da dare ai consumatori l'illusione della sicurezza, e per proteggersi dalle ripercussioni legali (13).
E non dimentichiamo la quantità di affaristi subordinati che raccolgono bei soldi dall'industria della vivisezione. Tra questi ci sono le aziende che allevano (o catturano) e vendono animali non umani ai vivisettori (14), le compagnie che praticano la vivisezione come forma di appalto (15), i produttori di gabbie, i produttori di equipaggiamento scientifico, e molti altri.
La biologia evoluzionista predice, mentre la contemporanea biologia molecolare conferma, che differenze molto piccole tra specie, al livello genetico, invalidano la nozione storica per cui gli esperimenti su animali possono portare a cure e trattamenti per malattie umane.
–Ray Greek, MD
Quando avremo riacquisito i nostri cuscinetti morali, superato i dogmi ed il denaro, e buttato la vivisezione nel cestino della storia, come faremo avanzare la nostra conoscenza medica e come determineremo quali terapie mediche, farmaci e prodotti di consumo sono ragionevolmente sicuri?
C'è una miriade di modi, e mentre gli Stati Uniti hanno dimostrato una feroce resistenza a disfarsi del paradigma vivisezionista (con una commissione del Congresso che ha approvato solo 4 delle potenziali 185 alternative ai testi su animali non umani), possiamo guardare all'Europa, che ha approvato 34 alternative e ne sta sviluppando altre 170 (16).
Se ponessimo fine all'abominevole pratica della vivisezione oggi stesso, le scienze mediche e biologiche continuerebbe a progredire con gli studi clinici ed epidemiologici, che hanno collegato fumo e cancro ai polmoni dopo che anni di vivisezione non avevano dimostrato la relazione di causa ed effetto; autopsie, biopsie, studi post-mortem, che hanno aiutato enormemente i ricercatori nell'identificare e capire molte malattie; studi sugli effetti collaterali dopo l'immissione nel mercato; lastre, che hanno permesso importanti scoperte sull'anatomia e fisiologia umana; test su cellule in vitro e su culture tessutali; modelli informatici, utilizzabili per testare potenziali nuovi farmaci; cromatografia e spettroscopia (17).
E dal generale, ci spostiamo a qualche esempio specifico: nel febbraio 2008, lo NIH e l'EPA hanno iniziato un progetto di cinque anni per ridurre l'uso di animali non umani nei test di tossicità. I loro sforzi congiunti impiegheranno tecnologia robotica e test in vitro al posto della vivisezione (18).
Due biochip, chiamati Metachip e Datachip, sono stati sviluppati nel 2007. Ognuno contiene degli enzimi umani e delle cellule che possono essere usati per predire come un corpo umano risponderà ad un farmaco (19).
Negli ultimi mesi, dei bioingegnieri alla Brown University hanno creato con successo delle "strutture cellulari tridimensionali a partire da "blocchi di costruzione" di cellule viventi". Il loro scopo finale è creare dei "modelli tessutali" per replicare gli organi umani (20).
Al MIT, l'ingegnere biologico Linda Griffith, sta lavorando verso altre vie di simulazione degli organi umani. Piazzando un chip nel tessuto del fegato umano, ha dato agli scienziati un mezzo potente per studiare l'interazione del fegato con farmaci e prodotti chimici (21).
Nel dicembre 2008, la professoressa Christine Mummery del Leiden University Medical Center, nei Paesi Bassi, si è rivolto alla British Pharmacological Society e ha spiegato come i ricercatori potrebbero coltivare cellule del cuore umano a partire dalle cellule staminali embrionali, testandole su quelle anzichè su animali non umani (22).
Queste sono solamente alcune delle molte opzioni che i ricercatori possono scegliere al posto dei test su animali non umani. Eppure, nonostante abbiano numerosi strumenti a loro disposizione, e nonostante il fatto che la prigionia e la tortura di altri esseri senzienti sia un abominio morale, la comunità scientifica, guidata dall'ortodossia, il denaro, e il complesso dell'industria animale, abbraccia saldamente la vivisezione.
Quanto a lungo permetteremo al fantasma di Claude Bernard di continuare a praticare il suo sadismo e la sua scienza malata?
riferimenti: vedi pagina sorgente
fonte: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5884
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO MARTINI
Risposta del Cantone ticino all'interrogazione: "SPERIMENTAZIONE ANIMALE"
inoltrata da Patrizia Ramsauer
• testo interrogazione (14 giugno 2007)
• risposta del Cantone (25 settembre 2007)
Un delirio chiamato vivisezione
di Stefano Cagno
"Il primo di questi mostri era una scimmia di tessuto che, a comando o secondo un programma, emetteva aria compressa ad alta pressione in grado di staccare la pelle dal corpo
dell'animale. Cosa fece il cucciolo? Si aggrappò sempre più stretto alla madre, come un bambino spaventato che si attacca a tutti i costi alla madre. Non è stata riscontrata alcuna forma di psicopatologia. Ma non ci siamo arresi. Costruimmo una nuova madre surrogata mostruosa che avrebbe ruotato su se stessa così violentemente da fare tremare i denti e il capo del cucciolo. Il cucciolo si aggrappava lo stesso a lei quanto più forte poteva. Il terzo mostro che creammo aveva al suo interno una struttura di fili di ferro che al momento decisivo fuoriusciva e respingeva il cucciolo staccandolo dal ventre. Il cucciolo aspettava a terra che il filo metallico rientrasse nel corpo del mostro per poi riabbracciare la madre surrogata. Per ultima costruimmo una "madre porcospino", in grado di far fuoriuscire dalla sua superficie ventrale una serie di aculei metallici. I cuccioli ne erano terrorizzati ma aspettavano semplicemente che gli aculei rientrassero per abbracciare di nuovo le madri" (P. Singer, Liberazione Animale, Mondatori, 1991).
Qualcuno potrebbe pensare che questa descrizione sia frutto di un regista di film dell'orrore. Sono invece le parole di Hanry Harlow, uno dei ricercatori più stimati nel campo della psicologia, tanto che i libri di testo universitari sono pieni di descrizioni dei suoi lavori.
Harlow ha studiato in particolare gli effetti della deprivazione materna e dell'isolamento, soprattutto nei cuccioli di scimmia. Nel primo caso ai neonati veniva tolta la madre e lasciati soli o in compagnia di "mostri" come quelli sopra descritti. Nel secondo caso le piccoli scimmie erano messe in isolamento sociale e sensoriale, ossia erano chiuse in stanze buie e insonorizzate, quando non venivano loro cucite le palpebre.
Di tanto orrore, per cui non esistono parole sufficienti per descriverlo, l'aspetto che lascia più esterefatti è la constatazione che tali sadiche e criminali nefandezze vengano ancora fatte studiare nelle università.
Eppure, a prescindere dagli aspetti etici, la vivisezione in campo psicologico o psichiatrico è ancora più irrazionale e priva di qualsiasi fondamento scientifico rispetto agli altri campi di applicazione medico, farmacologico o industriale.
Se con le altre specie animali non condividiamo anatomia, genetica, microbiologia, fisiologia, meccanismi patogenetici, in campo psicologico e psichiatrico non condividiamo nemmeno lo strumento della comunicazione, assolutamente indispensabile per capire quanto sta accadendo a livello psichico a quanti stiamo studiando o cercando di curare.
Ma c'è di più. Agli animali mancano i lobi frontali, ossia quella parte del cervello responsabile del particolare sviluppo cognitivo degli esseri umani che li rende superiori alle altre specie per quanto riguarda l'intelligenza (e solo per quella).
Eppure voci anche prestigiose si sono levate contro l'impiego degli animali nella ricerca psicologica e psichiatrica. Tra le tante, possiamo ricordare Nancy Andreasen, una psichiatra americana, considerata uno dei massimi esperti al mondo della schizofrenia.
"Un aspetto fondamentale del problema - dice Nancy Andreasen - è rappresentato dalla mancanza di modelli animali. Molti sintomi della schizofrenia rappresentano alterazioni delle funzioni cognitive e comportamentali che si verificano solamente negli esseri umani, almeno ad un livello elevato di sviluppo. Poiché solo gli esseri umani sono dotati di linguaggio, non è possibile avere modelli animali per il disturbo del pensiero formale. Analogamente, anche per le allucinazioni uditive, che di solito comportano un contenuto verbale, non esistono modelli.
L'ipervigilanza indotta dalle anfetamine costituisce un modello poco valido per lo studio delle complesse aberrazioni del pensiero deduttivo che caratterizzano il pensiero delirante dei pazienti schizofrenici. Anche i modelli animali utilizzati dalle case farmaceutiche per testare l'efficacia terapeutica degli antipsicotici (ad esempio, catalessia, stereotipia, comportamento rotatorio) non sono validi" (Andreasen N. C. e altri. I meccanismi neurali dei fenomeni mentali. In "Schizofrenia. Dalla mente alle molecole." Andreasen N.C. Centro Scientifico Editore, 1998).
Nonostante ciò la vivisezione continua, fino ad arrivare al grottesco. Un esempio per tutti. Nei manuali diagnostici si legge che, per porre diagnosi di schizofrenia, bisogna escludere che la sintomatologia sia provocata dall'assunzione di sostanza psicoattive o da malattie fisiche o traumi cranici. Allo stesso tempo però, i vivisettori ottengono animali, secondo loro utili per capire la schizofrenia, proprio somministrandogli sostanze psicoattive (anfetamine o allucinogeni), oppure distruggendogli parte del cervello. Quindi creano una situazione che, se si verificasse in un essere umano, sarebbe condizione proprio per escludere quella malattia che i vivisettori invece si illudono di studiare.
Ma allora perché continua questa follia? Credo che meglio di tante spiegazioni personali, per capire le motivazioni di quanti continuano a compiere tanti inutili ed esecrabili esperimenti, valgano le parole di un vivisettore che, dopo tanti anni di esperimenti sugli animali, ebbe il coraggio di rinnegare quanto da lui compiuto.
"Inizialmente la mia ricerca era alimentata dal desiderio di capire ed aiutare a risolvere il problema dell'aggressività umana, - scrive Ulrich su Monitor, la rivista degli psicologi americani - ma in seguito mi resi conto che i risultati del mio lavoro non giustificavano la continuazione delle prove. Cominciai invece a domandarmi se non fossero i riconoscimenti finanziari, il prestigio professionale, la possibilità di viaggiare, eccetera a spingermi e se noi della comunità scientifica (sostenuta dal sistema burocratico e legislativo) non fossimo parte integrante del problema. Analizziamo i seguenti dati: la privazione del cibo o di altri fattori di sostentamento producono aggressività negli animali; se pensiamo che gli Stati Uniti, che contano meno del cinque per cento della popolazione mondiale, consumano il quarantacinque per cento delle risorse e dell'energia mondiali, allora noi diventiamo causa dell'aggressività e della rabbia dei popoli affamati. Quando ebbi terminato di scrivere la mia dissertazione sull'aggressività scatenata dal dolore, mia madre, che è Mennonita, mi chiese di cosa si trattasse. Dopo averle spiegato mi rispose: "Beh, lo sapevamo. Papà ci ha sempre detto di stare lontano dagli animali sofferenti perché possono attaccarci". Oggi, guardo indietro con amore e rispetto a tutti i miei amici animali, dai ratti alle scimmie, che per anni furono sottoposti a torture e come mia madre posso dire: beh, lo sapevamo" (Ulrych R. Monitor, Journal of The American Psychological Association, 1978).
Beh, anche noi lo sappiamo che la vivisezione provoca sofferenze e morte negli animali, danni per la salute umana e rovina la personalità di chi la compie, ma poteri forti e interessi personali e privati non permettono di prendere la decisione più sensata e conseguenziale: abolirla!
Stefano Cagno
Dirigente Medico Ospedaliero
Ospedale Civile di Vimercate (MI)
Se la scienza diventa crudele
UN GIORNO degli anni Sessanta, dieci soldati degli Stati Uniti vennero imbarcati su un aereo nella base militare di Fort Hunter Liggett, in California (Usa) per quella che credevano una missione di routine. Ma quando l'aereo fu in volo la voce frenetica del pilota annunciò: "Siamo in emergenza, un motore si è fermato e il sistema d'atterraggio è fuori uso. Tenterò comunque di ammarare nell'oceano. Preparatevi al peggio". Passarono pochi minuti durante i quali i militari furono preda della più angosciante paura. Mentre ormai pensavano a come sarebbero morti, ecco apparire un'hostess che chiese loro di riempire un modulo per l'assicurazione. Obbedienti, fecero quanto loro richiesto. Una volta ritirati i moduli ecco la voce del comandante: "E' stato uno scherzo da ragazzi. Il volo è perfetto, preparatevi all'atterraggio nelle migliori condizioni". In realtà non era stato proprio uno scherzo, bensì un esperimento per verificare il comportamento dei soldati sotto uno dei peggiori stati di stress, un esperimento voluto dalla United States Army Leadership Human Research Unit.
Questo terrificante esperimento è uno dei dieci che la rivista scientifica New Scientist ha classificato come i più terribili che siano mai stati realizzati dall'uomo. Un lavoro enorme su migliaia e migliaia di riviste scientifiche che nel corso degli anni hanno riportato gli esperimenti e i relativi commenti. Ma quale è stata la conclusione dell'esperimento della Human Research Unit?
Semplice: "Lo stress estremo danneggia l'abilità cognitiva".
Qui sotto alcuni esperimenti tra i dieci ritenuti più crudeli:
- nel 1962 il direttore del Lincoln Park Zoo di Oklahoma City (Usa) sparò un proiettile utilizzato per narcotizzare gli elefanti con una dose di LSD 3.000 volte superiore a quella che prendevano normalmente i drogati. Voleva verificare gli effetti della droga sull'animale. Per alcuni minuti l'elefante divenne estremamente aggressivo e pericoloso, poi cadde a terra e nell'arco di pochi minuti morì.
Risultato: Gli elefanti sono altamente sensibili all'LSD".
- Nel 1933 Clarence Leuba, professore di psicologia all'Antioch College in Yellow Springs, Ohio (Usa), realizzò un lungo esperimento sul proprio figlio sottoponendolo a ripetute prove di solletico per verificare se il riso che ne scaturiva era direttamente collegato al solletico o era un fatto psicologico.
Risultato: la risata è strettamente collegata con il solletico.
- Nel 1924 Carney Landis dell'Università del Minnesota volle verificare se le espressioni facciali del disgusto siano sempre le stesse. E allora sottopose vari volontari a respirare ammoniaca, a rovistare in un secchio dove, all'insaputa dei volontari, erano state messe delle rane e a guardare immagini pornografiche.
Risultato: il disgusto non ha una semplice espressione, ma ve ne sono di vario tipo.
- Nel 1939 Robert Cornish, della University of California (Usa) volle tentare di riportare in vita animali morti senza che fossero danneggiate parti interne importanti, introducendo in loro anticoagulanti e adrenalina. Prese vari cani, li chiamò tutti Lazzaro, e dopo averli asfissiati li sottopose all'esperimento: alcuni morirono, altri si ripresero, ma rimasero ciechi.
Risultato: alcuni animali possono ritornare in vita, ma rimanere cechi.
- Nel 1954 il chirurgo Vladimir Demikhov diede vita a un cane con due teste. Volendo mostrare al mondo intero il suo esperimento, chiamò i giornalisti che poterono osservare come il cane con la propria testa prendeva il latte da una ciotola, mentre la seconda non sentiva il bisogno di mangiare. Ma nell'arco di pochi giorni la sua bocca si seccò completamente e dopo 6 giorni il cane a due teste morì.
Non contento Demikhov riprovò l'esperimento per 19 volte.
Risultato: animali con due teste risultano incompatibili.
Gli altri esperimenti riguardano tentativi di insegnare a ragazzi durante il sonno, prove su tacchini maschi per verificare se si eccitano sessualmente di fronte a femmine senza testa, prove di assunzione di vomito di pazienti affetti da febbre gialla per verificare la trasmissibilità della malattia e prove per verificare fino a che punto una persona è in grado di dormire in condizioni disagiate, fino a tenere aperti gli occhi.
Luigi Bignami
Fonte: www.repubblica.it
Bambini iperattivi, gli psicofarmaci provocano allucinazioni
di Adele Sarno
fonte: http://www.italiachiamaitalia.net/news/132/ARTICLE/13771/2009-08-21.html
Allarme della FDA, l'agenzia americana per il farmaco, sui farmaci usati per trattare il disturbo da iperattività e deficit di attenzione per i gravi effetti collaterali. Meglio un approccio psicoterapeutico
Provocano allucinazioni e alcuni possono creare danni epatici. Sono i farmaci per curare il disturbo da iperattività e deficit di attenzione. Uno studio effettuato dai ricercatori della Food and Drug Administration, l'Agenzia americana per il farmaco, ha rilevato che le molecole usate per trattare la sindrome ADHD, ovvero il disturbo da iperattività e deficit di attenzione, possono dare allucinazioni ai bambini. Alcuni hanno avuto la sensazione allucinatoria di vermi, serpenti e altri animali striscianti sul loro corpo. Secondo i risultati del progetto di screening "PRISMA" promosso dal ministero della Salute, in Italia162.000 bambini sono potenzialmente destinatari di terapie a base di psicofarmaci utili a trattare la sindrome da iperattività e da deficit di attenzione.
"Prima di somministrare un farmaco – spiega Emilia Costa, titolare della prima Cattedra di Psichiatria dell'Università di Roma La Sapienza – bisogna fare una diagnosi. Per curare un bambino affetto da ADHD occorre un progetto terapeutico specifico e personalizzato che tenga conto del cervello in via di evoluzione nell'infanzia e nell'adolescenza, e di tutti quei fattori che possono produrre alterazioni anche irreversibili. In tutti i casi la diagnosi va formulata da uno psichiatra o da un neuropsichiatria infantile con accertata esperienza sul campo e non certo come spesso avviene da genitori o insegnanti".
I sintomi della malattia. Si distraggono facilmente e sembra che abbiano altro in mente. Sono impulsivi, hanno difficoltà a organizzare azioni complesse e si stancano subito. Sono bambini e potrebbero essere affetti da ADHD, disturbo da iperattività e deficit di attenzione. Il loro comportamento si rivede in ogni situazione: a scuola mentre seguono una lezione, a casa se fanno i compiti, in un ambiente ludico, cioè quando giocano con i genitori e con i coetanei, se sono davanti alla televisione o a tavola. Per modificare e 'normalizzare' il comportamento di alcuni pazienti iperattivi e con deficit d'attenzione si utilizzano psicofarmaci.
"È necessario ricordare – continua la Costa – che il nostro cervello è effetto e causa del divenire umano e che questo significa che la cultura di oggi diventerà il patrimonio genetico dei bambini di domani, cioè che pensieri, atteggiamenti e comportamenti di oggi vengono trasmessi alle future generazioni e se noi influenziamo il cervello in evoluzione con sostanze o interventi inappropriati creiamo bambini disturbati. Quindi chi ha potere decisionale in campo di Psicofarmacologia deve rendersi conto che se sbaglia anziché favorire l'evoluzione favorisce l'involuzione".
Lo studio della FDA: attenzione al rischio allucinazioni. Sono stati analizzati 49 studi clinici, che riguardano questi prodotti farmaceutici, in uno studio pubblicato su Pediatrics e diretto dal professor Andrew Mosholder. Secondo quanto riportato dall, l'FDA ha analizzato il Ritalin della Novartis AG, il Focalin XR, i cerotti dermici Adderall XR e Daytrana della Shire Plc, Concerta della Johnson & Johnson, Strattera della Eli Lilly e Metadate CD della CoCelltech Pharmaceuticals Inc.
"Il numero di casi di psicosi o mania nei trial clinici pediatrici era basso - ha tranquillizzato Mosholder - ma comunque non trascurabile, abbiamo notato infatti la completa assenza di simili eventi nel gruppo placebo di questi studi". Fatto sta che alcuni bambini avevano allucinazioni.
Anche danni epatici. Ancora una volta è la FDA a lanciare l'allarme. Ha infatti emesso una comunicazione sui danni epatici (anche mortali) che hanno riportato i piccoli in cura con la molecola atomoxetina (nome commerciale Strattera). E così, ha emesso una comunicazione per i medici americani, sollecitandoli a informare immediatamente le famiglie dei loro pazienti circa i rischi associati all'uso del medicinale. Infine chiedevano "di contattare il proprio medico al primo sintomo di fatica, perdita di appetito, nausea, vomito, prurito, urine scure, ittero della pelle, gonfiori dell'area epatica o inspiegabili sintomi influenzali". L'atomoxetina è stata approvata nel 2002 come psicofarmaco per trattare i bambini iperattivi, distratti ed agitati e da pochi mesi è in commercio anche in Italia.
L'FDA nella sua comunicazione scrive che "mentre nella fase di pre-commercializzazione non erano stati evidenziati segnali circa possibili danni gravi al fegato, i report successivi alla commercializzazione hanno identificato nell'atomoxetina un elemento causante malattie epatiche, anche gravi ed a volte mortali".
Le terapie possibili. L'alternativa all'approccio farmacologico è quello psicoterapeutico. Un farmaco elimina il sintomo ma non risolve il disturbo profondo, spesso causa della malattia. "Fermo restando che ogni storia è a se e non possiamo generalizzare, il successo delle psicoterapie è noto in letteratura scientifica, ma troppo spesso ignorato in terapia. Vengono utilizzati con una certa leggerezza psicofarmaci e si crede che le terapie non farmacologiche non funzionino: il problema invece è che sono state 'snobbate' per lungo tempo a favore di soluzioni dagli effetti più immediati".
Insomma se è vero che il farmaco ha una sua dignità d'utilizzo, nei casi 'limite' in cui è appropriato (cioè quando il bambino può fare del male sia a se stesso sia agli altri) va detto però - sottolinea l'esperta - la psicoterapia modifica anch'essa realmente la struttura cerebrale e influisce concretamente e positivamente sul comportamento, e tali miglioramenti sono tangibili e misurabili. "Non comprendo quindi come si possa continuare ad ignorare questi fatti – conclude Emilia Costa – prediligendo sempre l'approccio biologico, organicista e farmacologico e declassando superficialmente la psicoterapia a 'quattro chiacchere' tra terapeuta e paziente'.
PAPILLOMA VIRUS: ennesimo fallimento della sperimentazione animale
dott. Stefano Cagno, marzo 2009
Il vaccino, sicuro sugli animali, ha avuto risultati disastrosi sulle persone
Il papilloma virus umano è molto diffuso: ne esistono oltre cento sierotipi, ma di questi solo alcuni sono capaci di provocare alterazioni della mucosa dell'utero che possono portare al tumore. Cercare una cura per eliminare il papilloma virus, e quindi per evitare che molte donne contraggano un tumore all'utero, è sicuramente un'iniziativa condivisibile.
La strada per il momento percorsa è stata la creazione di un vaccino che naturalmente, come tutti gli altri, è stato sperimentato sugli animali, giudicato efficace e sicuro e quindi commercializzato e somministrato, soprattutto alle ragazze di 12 anni. Se andiamo a visitare i siti dove si parla della vaccinazione, possiamo leggere come sia sicura e in grado di provocare rarissimi effetti collaterali di scarsa importanza.
Tuttavia, nonostante questo idilliaco quadro che ci testimonierebbe dell'eccellente risultato ottenuto anche grazie agli animali vivisezionati, nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia che in Spagna, in base ai dati del Sistema di Farmacovigilanza, dall'inizio della campagna di vaccinazioni contro il papilloma virus umano fino allo scorso 10 febbraio, sono stati almeno 120 i casi di adolescenti con possibili reazioni avverse al vaccino, dei quali 45 considerate gravi.
Sette delle giovani in questione sono state ricoverate, cinque con convulsioni, mentre un terzo del totale ha riportato problemi neurologici come nausea, sincopi o perdita di conoscenza. Curiosamente, fonti del Ministero della Sanità assicurano, invece, che si sono registrati solo cinque casi di possibili effetti avversi al vaccino.
Se però abbiamo la pazienza di cercare in giro per il mondo quelle informazioni, che i cultori della vivisezione non amano sentire, possiamo trovare che negli Usa il Washington Time riporta 20 Stati nei quali si sono verificate reazioni avverse che vanno dalla perdita di coscienza al collasso e 13 casi di Guillame-Barré; il National Vaccine Information Center segnala 5 casi di morte, 51 di invalidità e 1358 ricoverate d'urgenza, L'Emea (European Medicines Agency) ha comunicato che due giovani donne sono morte improvvisamente dopo aver ricevuto la vaccinazione contro il papilloma virus. Una delle morti è avvenuta in Austria e l'altra in Germania. La causa dei decessi non è stata identificata, ma queste due morti fanno seguito al decesso di altre tre ragazze di 12, 19 e 22 anni, avvenute negli Stati Uniti, alcuni giorni dopo la somministrazione del vaccino.
Per questo motivo è stato lanciato nel mondo un appello da parte di oltre 4mila ricercatori spagnoli, di cui il primo firmatario è Alvarez-Dardet, direttore del Journal of Epidemiology and Community Health, per una moratoria delle vaccinazioni contro il papilloma virus, sicurissime negli animali, ma evidentemente non negli esseri umani.
L'opinione pubblica è da sempre sottoposta ad una costante cattiva informazione riguardante gli esperimenti sugli animali. Quanti sono favorevoli a questo tipo di ricerche condizionano sistematicamente le persone a ritenere gli animali da laboratorio indispensabili per il progresso scientifico.
Il campo dove è impiegato il maggior numero di animali è proprio quello dei test per i farmaci e i vaccini. Gli studi sugli animali dovrebbero stabilire se le sostanze in fase sperimentale sono terapeutiche, ossia in grado di guarire la malattia per la quale saranno impiegate e innocue, ossia non provocheranno gravi effetti collaterali. Così periodicamente i mezzi di comunicazione di massa sparano in prima pagina gli eccezionali risultati ottenuti nei laboratori di vivisezione, ma sistematicamente tralasciano di informare la gente tutte quelle volte, e sono l'assoluta maggioranza, nelle quali la somministrazione di queste sostanze innocue per gli animali si dimostrano poi tossiche o, nel migliore dei casi, inutili negli esseri umani.