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LA
GOGNA
Questo
spazio è riservato a chi si è distinto in modo negativo
nei confronti degli animali in Ticino.
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Consiglio
di Stato
Risposta
all'Interrogazione "Eutanasia ai cani pericolosi"
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Interrogazione
18 dicembre 2008 n. 286.08
Eutanasia cani pericolosi
Dal mese di maggio del 2006, in base all'Ordinanza sulla protezione
degli animali (art. 78), medici, veterinari, educatori cinofili
e rifugi per animali hanno l'obbligo di notificare all'Ufficio del
veterinario cantonale i casi di morsicatura su persona o su altri
animali, come pure i cani che mostrano un comportamento oltremodo
aggressivo. Sulla base dei contenuti della notifica e dopo aver
proceduto ad una verifica dei fatti, l'Ufficio del veterinario cantonale
è tenuto ad ordinare le misure di sua competenza per garantire
la sicurezza pubblica (art. 79). Le misure ordinate devono essere
efficaci e proporzionate alla gravità del caso. In alcuni
casi, di regola sulla base di una perizia esperita da un veterinario
specialista in medicina comportamentale, le esigenze di sicurezza
possono rendere necessaria l'eutanasia dell'animale morsicatore.
Sia
per il cane importato dall'Italia, sia per il dogo argentino, chi
ha stabilito la loro soppressione? Per quali motivi erano ritenuti
pericolosi?
La decisione di procedere all'eutanasia del cane importato dall'Italia
è stata presa autonomamente dalla proprietaria dell'animale
a seguito di ripetuti episodi di aggressione ai danni dei due figli
ancora in tenera età. In base a quanto si è potuto
stabilire, le aggressioni avvenivano in modo imprevedibile, fatto
questo che aumenta considerevolmente la pericolosità della
tenuta. Inoltre le informazioni circa la gestione del cane prima
della sua importazione erano frammentarie e in parte contraddittorie.
Per quanto riguarda il dogo argentino l'eutanasia è stata
ordinata dall'Ufficio del veterinario cantonale dopo una attenta
valutazione dei fatti e aver vagliato le possibili soluzioni.
È stato accertato che il dogo ha morsicato più persone
in situazioni diverse e non unicamente il suo proprietario. Nel
caso più grave la morsicatura ha comportato la perforazione
della muscolatura. Si è quindi proceduto ad un esame peritale
che ha confermato la pericolosità dell'animale. Questo anche
in considerazione della massa corporea, della mancanza di autocontrollo
e di un grave deficit uditivo. In base a questi elementi il rischio
di recidiva era molto alto.
Una collocazione permanente del dogo in un canile, oltre a costituire
un problema di sicurezza per chi deve accudire l'animale, non soddisfa
le esigenze di protezione degli animali e porta nella maggior parte
dei casi ad un aggravamento dei problemi comportamentali.
Per quale motivo, nel caso del dogo,
dal momento che era possibile consegnarlo ad un'associazione italiana
che da anni si occupa della riabilitazione di cani difficili, non
è stata scelta questa opzione?
L'Ufficio del veterinario cantonale ha esaminato la possibilità
di consegnare il cane a centri di recupero in Italia o in altri
cantoni, ma in base alle informazioni raccolte le garanzie di sicurezza
per considerare un possibile ricollocamento dell'animale erano insufficienti.
Quanti cani sono stati sottoposti
a perizia negli ultimi 5 anni? Di che razza o taglia erano? Per
quale motivo si ritenevano pericolosi? Di che tipologia era il proprietario?
Gli animali erano stati maltrattati? Gli animali provenivano dall'estero
o da allevamenti svizzeri? Sono tutti stati soppressi? Se no, che
ne è stato di loro?
Da quando è entrato in vigore l'obbligo di notifica dei casi
di morsicatura o comportamento aggressivo superiore alla media in
base all'OPAn, sono state ordinate dall'Ufficio del veterinario
cantonale dieci perizie riguardanti cani di varie razze (pastori
tedeschi o loro incroci, Chow-Cow, dogo argentino, lupo cecoslovacco).
In questi casi la perizia è stata ordinata in seguito a gravi
o ripetute aggressioni ai danni di persone, spesso accompagnate
da lacune gestionali. Non è possibile attribuire la casistica
ad una particolare tipologia di detentore, né di provenienza
degli animali. In un solo caso, peraltro non confermato in sede
di accertamento, vi è stato il sospetto di maltrattamento
dell'animale.
Le misure ordinate dall'Ufficio del veterinario cantonale, finalizzate
a garantire la sicurezza delle persone e degli animali e rispettose
del principio di proporzionalità, sono state di varia natura:
eutanasia (4 casi), cambiamento di detenzione (1 caso), terapia
comportamentale (tre casi con esito favorevole) misure gestionali
(1 caso).
Etologi di fama europea quali Giorgio Celli,
hanno ribadito che cani mordaci sono rieducabili e la soppressione
è da scartare a priori. Come viene valutata questa considerazione
dall'Ufficio del veterinario cantonale? E dai veterinari esperti
in perizie sui cani cosiddetti pericolosi?
Diversamente da quanto indicato nella citazione della deputata,
determinate carenze educative e deprivazioni sociali dei primi mesi
di vita del cane, oppure vere patologie a carico del sistema nervoso
non sono recuperabili e pongono una prognosi molto sfavorevole.
In questi casi la probabilità di ulteriori morsicature è
elevata. La reclusione permanente in un canile di cani con gravi
problemi comportamentali non è un'opzione praticabile per
motivi attinenti alla protezione degli animali, alla sicurezza del
personale e non da ultimo per motivi finanziari,
quando a sostenere i costi è chiamato l'ente pubblico.
L'Ufficio del veterinario cantonale
è a conoscenza di quanti animali da compagnia, in particolare
cani e gatti, vengono eutanasiati annualmente per ordine dei proprietari,
unicamente perché non vogliono più tenerli? I veterinari
ticinesi devono segnalare i casi all'Ufficio del veterinario cantonale?
Vengono prese sanzioni verso questi ingrati umani?
Occorre precisare che la legislazione federale in materia di protezione
degli animali non vieta l'eutanasia di animali. Pone tuttavia dei
vincoli precisi al detentore che è tenuto a prendersi cura
del benessere dell'animale e, in caso di malattia, a curarlo adeguatamente
e, in casi gravi con prognosi molto sfavorevole, a sopprimerlo per
evitare ulteriori e inutili sofferenze (art. 5 cpv. 2 OPAn).
La decisione dell'eutanasia è presa di
comune accordo tra proprietario e veterinario curante. Se un proprietario
chiede l'eutanasia per un animale sano e che non mostra segni di
aggressività, il veterinario lo indirizza di regola ad una
Società protezione animali con l'obiettivo di trovare un
nuovo detentore.
Le eutanasie non devono essere notificate all'Ufficio del veterinario
cantonale. Non sono pertanto disponibili dati statistici a tale
riguardo.
Il
presidente di una SPA ticinese, che è pure veterinario, può
decider autonomamente la soppressione di animali ceduti alla Società?
Anche se si tratta di animali giovani e sani? Può, da solo,
stabilire che l'animale non è adottabile? Su quali basi etiche
e legali?
Le società per la protezione degli animali dispongono di
un'ampia autonomia organizzativa e operativa nella misura in cui
rispettano la legislazione sulla protezione degli animali e ogni
altra norma applicabile alla tenuta degli animali. Eventuali inadempienze
a tali norme devono essere circostanziate e denunciate all'autorità
preposta.
PER
IL CONSIGLIO DI STATO
Il
Presidente: G. Gendotti
Il Cancelliere: G. Gianella
testo completo
in pdf: http://www.ti.ch/CAN/SegGC/comunicazioni/GC/interrogazioni/risposte/pdf/r286.08.pdf
Assassinato.
Un
cane che ha morso un bambino alla nuca.
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14/04/09
- Vezia, il cane (che non apparteneva alla lista di cani pericolosi)
ha morso il figlio degli amici del proprietario. Un fatto "totalmente
imprevedibile", nessuno penserebbe mai che un bambino piccolo
che gioca con un cane potrebbe infastidirlo o fare gesti per l'animale
incomprensibili che lo porterebbero a reagire d'istinto, anche se
docilissimo. Il bambino è all'ospedale.
Il colpevole è stato soppresso: il bambino? Il proprietario?
I genitori? No, il cane.
Stelio
Tantardini
"Uccidono
più ungulati i cani che il piombo"
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Stelio
Tantardino, Presidente della Società dei cacciatori
arognese e dintorni |
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18.04.09
Cani
vaganti, da lunedì si spara
Guardiacaccia autorizzati ad intervenire
sul territorio di Arogno
Municipio
di Arogno: Da lunedì il territorio di
Arogno verrà «pattugliato» dai guardiacaccia,
mandati dall’Ufficio caccia e pesca dopo la segnalazione di
diversi casi di animali selvatici sbranati da cani non identificati,
forse randagi e comunque privi di collare.
I
guardiacaccia dovranno cercare di catturare gli animali sorpresi
ad inseguire la selvaggina ma sono anche autorizzati, se del caso,
a sparare per abbatterli.
dal Corriere del Ticino
01.04.09
La denuncia di Stelio Tantardini: una decina di cani vaganti
causano gravi danni alla selvaggina ad Arogno
"L'assemblea
ha deciso di deciso di denunciare questo caso alla stampa e all'Ufficio
caccia e pesca perché questi cani, che saranno circa una
decina, sono pericolosi. Non solo per la selvaggina, ma anche per
gli umani. Un cane lupo, per esempio, ha già morsicato due
persone che facevano jogging su di un sentiero comunale".
Con
queste parole il presidente della Società dei cacciatori
arognese e dintorni, Stelio Tantardini, ci precisa oggi i contorni
della vicenda anticipata stamattina dal Corriere del Ticino.
“Da
settembre ad oggi questi cani, che hanno un padrone e non sono selvaggi,
hanno decimato 17 ungulati: otto camosci e nove caprioli".
"E a questo punto noi – ci racconta ancora Tantardini
– ci aspettiamo che il cantone ed il comune di Arogno intervengano
presso i proprietari dei cani per far cessare questa carneficina”.
"Ormai da noi - constata amaro - ne
uccidono più i cani e la strada che il piombo".
E
a quanto pare, nelle ultime ore, già si stanno muovendo:
“Si - ci conferma Tantardini - stavolta sembra che le autorità
vogliano intervenire”.
da
ticinonews.ch
http://www.ticinonews.ch/articolo.aspx?id=107884&rubrica=2
Giuseppina
Rossi, del rifugio il Paradiso dei Gatti
intenzionata a sopprimere
una gatta, Giada, poiché anziana
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Risposta
del Lic. Iur. Padlina, per conto della Sig.ra Rossi:
Egregi
Signori,
vi
scrivo a nome e per conto della signora Giuseppina Rossi titolare
del “Paradiso dei gatti” un rifugio per felini. Nel
corso delle scorse settimane diversi media locali hanno dato spazio
ad un vostro comunicato stampa che riguardava la mia assistita.
Questo comunicato in sostanza sosteneva, che la signora avesse l’intenzione
di sopprimere Giada, l’ultima gatta rimasta presso il rifugio
che purtroppo sta per chiudere.
Quanto
asserito non corrisponde al vero. Giada, nonostante qualche acciacco
dovuto ai suoi 17 anni, gode di ottima salute ed è viva e
vegeta, come testimonia la foto che vi allego. Nessuno ha mai avuto
intenzione di sopprimerla.
La
signora, che in tanti anni ha sfamato e curato centinaia e centinaia
di gatti, non ha mai nemmeno preso in considerazione l’ipotesi
di poter uccidere Giada ne qualsiasi altro gatto in salute. Dopo
aver dedicato una vita intera ai gatti, accusarla ingiustamente
e pubblicamente di voler perpetrare un atto di simile crudeltà
è stato un gesto inqualificabile. L’ex-volontaria che
vi ha contattato e con la quale la mia assistita ha pendente una
vertenza che verrà chiarita nelle sedi opportune, ha agito
unicamente per dispetto.
Da
quanto mi è stato riferito, in passato la signora Rossi vi
ha ospitato per le vostre riunioni nel suo gattile e ha pure prestato
assistenza e rifocillato gatti che le avete portato. Dispiace vedere
che persone che dovrebbero collaborare tra loro per il bene degli
animali debbano perdere il loro tempo con questioni come questa.
Visto quanto sopra e in considerazione del servizio fornito alla
collettività da parte della signora Rossi, ormai 83enne,
spero vogliate provvedere a rettificare il vostro comunicato stampa
e a toglierlo dal vostro sito internet.
Fiducioso
in un riscontro positivo a questa missiva elettronica, l'occasione
mi è grata per augurarvi tutto il successo possibile per
la vostra lodevole attività e per porgervi cordiali saluti.
lic.
iur. Gianluca Padlina
Offensiva
Animalista non ha mai tenuto nessuna riunione presso il gattile
né vi ha mai portato animali.
Probabilmente la Signora Rossi ci confonde con qualche
associazione zoofila della zona.
Giuseppe
Tettamanti, Sindaco di Sagno
intenzionato a vendere all'asta
dei cavalli selvatici che girano nella valle
|
Municipio
Sagno
6839 Sagno
tel. 091 683 19 77
[email protected]
Gran
Consiglio della Repubblica e Cantone del Ticino
legge sulla protezione dei mammiferi e degli
uccelli selvatici
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CAPITOLO
III
Animali
randagi
Art.27
Il Consiglio di Stato
emana le norme per l’abbattimento e la cattura di cani, gatti
randagi, nonché di animali domestici inselvatichiti.
Animali
carnivori
Art.
28 Il Consiglio di Stato
emana le norme per la cattura di animali carnivori mediante l’uso
di trappole.
http://www.ti.ch/CAN/argomenti/legislaz/rleggi/rl/dati_rl/f/s/460.htm
SWISSFUR.ch
I pellicciai svizzeri dichiarano le loro
pellicce
|
http://www.swissfur.ch/faq_i.htm?frame_url=faq.php3&l=i&active=faq#35
Domande:
1.
Abbiamo il diritto di utilizzare gli animali per l’alimentazione,
il cuoio e la pelliccia?
2. Qual è l’etica proposta dall’associazione
SwissFur?
3. Che cosa dicono gli specialisti sull’atteggiamento della
pellicceria in riguardo alle proprie?
4. Qual è, a livello internazionale, l`importanza delle poplazioni
che vivivono principalmente di prodotti della fauna (carne, latte,
pellame, grassi, ossi, ecc.)?
5. È più ecologica la pelliccia sintetica o quella
naturale?
6. Da dove provengono le pelli utilizzate in pellicceria?
7. Vi è una contraddizione fondamentale tra gli obiettivi
dei difensori dei "diritti" degli animali e quelli dei
movimenti ecologici?
8. Quali sono le conseguenze ecologiche dell’interdizione
di utilizzare gli animali?
9. I cacciatori di pellicce si curano della salvaguardia degli animali?
10. Quali sono i mezzi? Come sono applicati?
11. Perché sono necessarie le trappole per l’equilibrio
di fauna e ambiente? Com’è la situazione in Svizzera
e all’estero?
12. Cosa disse il famoso comandante Jean-Yves Cousteau in merito
alla caccia delle foche?
13. Com’è nata la polemica contro la caccia delle foche?
14. Da dove provengono le pelli di animali allevati e utilizzati
in pellicceria?
15. Qual è la particolarità della razza ovina?
16. Cos’è un "breitschwanz" e qual è
il suo valore commerciale?
Risposte:
http://www.swissfur.ch/faq_i.htm?frame_url=faq.php3&l=i&active=faq#35
vedi
anche:
Moda
crudele - Articoli
Alex
Pedrazzini (PPD) e Patrizia Pesenti (PS)
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Lo zoo
al Maglio rispetta le norme
Tenere
gli animali in gabbia è crudele? Allora «
magari tutti i canarini andrebbero liberati ».
Patrizia Pesenti dixit nell’ambito
della discussione sulla mozione di Giuseppe (Bill) Arigoni
“Servono ancora gli zoo? Riconvertiamo lo zoo al Maglio”.
La direttrice del Dss ha ricordato come « solo con
una modifica delle norme federali (in vigore dal 1°
settembre 2008) sarebbe possibile agire come chiede l’atto
parlamentare ». Il relatore della Commissione legislazione
Alex Pedrazzini (Ppd)
ha aggiunto che lo zoo al Maglio, che ospita oltre duecento
animali, « rispetta queste
norme, perciò non può venire né chiuso
né riconvertito in modo forzato ».
La mozione è stata respinta.
La Regione Ticino, 18.02.2209
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Tendenze
della moda pro-pellicce: gli elogi a queste
nefandezze si sprecano, specie nei suoi ultimi articoli. |
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01.02.2009
Snake.
Non solo squame
nella moda formato serpente
Dai
dettagli all’abbigliamento i rettili diventano di
grande tendenza anche nei gioielli, nell’high-tech
e persino nel wellness
Il
più raffinato pellame che da sempre caratterizza
gli accessori sfila sulle passerelle del fashion femminile,
nella versione in pelle oppure nella stampa su tessuto,
declinato su abiti e capi del guardaroba primaverile. È
sicuramente il pitone il più raffinato pellame fra
tutte le pelli esotiche. Assume sfumature irresistibili.
È resistente e con il tempo diventa sempre più
bello e ancora più pregiato. È quando le squame
si aprono naturalmente, a detta degli esperti, che questo
tipo di pelle diventa più soffice prendendo la forma
esatta dell’accessorio, borsa o calzatura esso sia.
Oltre ai classici toni neutri, marroni e grigi, in questa
stagione la pelle di serpente assume nuance del tutto nuove,
dalle più delicate tonalità cipriate, rosa,
lillate e azzurrate alle più intense colorazioni
che vanno dal blu al red, al verde, all’oro e all’arancio.
L’effetto
pitone, che evoca paesi lontani e che appartiene al passato,
viene a sorpresa riscoperto come trend di stagione dagli
stilisti che lo rinnovano proponendolo anche su abiti e
pezzi del vestiario femminile.
Oltre
alle décolleté, ai sandali, alle city bag
e alle borse formato maxi il pitonato conquista top, bustier,
giacche e abiti dal fascino esotico.
È
a forma di serpente la collana di Issa. Sono in pitone le
ballerine e la bag di Giorgio Armani come pure lo zainetto
profilato di pelle color cuoio di Gucci. Richiamano le squame
del serpente le stampe della camicia lunga senza maniche
di Issey Miyake e l’abito in seta di Prada. Sono invece
in pelle di rettile il top con la zip di Julien Mc Donald
ed il modello a bustier con cintura strizzata in vita di
Dior. Sempre trendy il chiodo di Gucci; in perfetto stile
rock il micro giacchino senza maniche di CNC Costume National.
[...]
Anche
in tema di trattamenti estetici l’ultimo trend riguarda
i serpenti, si chiama infatti Snake massagge e viene praticato
in un centro di bellezza israeliano, il beauty center “Ada
Barak”. Stesi sul lettino, sei serpenti giganti vengono
stesi sul corpo e strisciano sulla schiena nuda per un’ora.
Sembra che faccia miracoli contro lo stress!
11.01.2009
Il
copricapo giusto arriva dalla Siberia
Nato
nella Russia degli zar tre secoli fa, in astrakan, per i
reggimenti della cavalleria ed adottato in seguito dai francesi,
che lo vollero in pelo d’orso, e dal Regio Esercito
italiano, che lo indossava in foca, il colbacco torna come
accessorio trendy dell’inverno.
Celebrato
in alcune pellicole indimenticabili come sul capo di Marlene
Dietrich ne La regina Caterina di Von Sternberg e su Lara
Antipov, Julie Christie, ne Il dottor Zivago di Boris Pasternak,
divenne celebre e di moda negli anni Trenta. Maria Callas
lo portava di frequente; lo adoravano Valentina Cortese,
Carla Fracci e Marta Marzotto.
Oggi
quel copricapo, a metà fra lo stile soldato Ussaro
ed il mitico cacciatore David Crockett, il suo era in pelle
di tasso o di opossum con tanto di coda, è tornato
ad adornare le teste femminili e maschili in pelo sintetico
o superpregiato.
I
nuovi modelli sono sicuramente adatti a contrastare le più
rigide temperature invernali e a sfidare le alte quote in
quanto avvolgenti, pelosi e talvolta talmente coprenti e
dotati di paraorecchie da non lasciare neanche un centimetro
di pelle scoperta. In volpe argentata, astrakan, visone,
marabù oppure ecologicamente corretti, di peluche,
è davvero impossibile non notarli.
Sfilato
prima sulle passerelle, esposto nelle vetrine dei negozi,
i personaggi più o meno famosi lo indossano con nonchalance
anche con l’abito da sera.
Gucci
lo ha proposto in visone. Blumarine lo abbina a completi
animalier. Stile David Crockett la versione di Jean Paul
Gaultier con tanto di orecchie e coda. Blu, peloso e con
paraorecchi il modello di Giorgio Armani; argentato quello
di Blumarine, screziato per Vuitton ed in volpe rossa per
Prada.
Una
cosa è certa, il cappello con la pelliccia sicuramente
piacerà a chi soffre il freddo perché tiene
la testa ben al caldo, è morbido e quest’inverno
è anche molto glamour.
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11.01.2009
Pelliccia
Il capo più
discusso dell’inverno torna a far parlare di sé,
in versione naturale o colorata, eccentrica oppure bon ton
È
sicuramente il capo più discusso della stagione invernale
ed anche il più antico. Vanta origini preistoriche
la pelliccia, il primo indumento che gli uomini hanno utilizzato
per coprirsi e ripararsi dal freddo. E già allora
mostrava la sua alta carica erotica; decisamente seduttivo
era il bikini in pelliccia indossato da Loana, Raquel Welch,
nel film del 1966 di Don Chaffey “Un milione di anni
fa”.
Ha
attraversato i secoli fra alti e bassi, corsi e ricorsi.
È stata sempre oggetto di battaglie da parte degli
animalisti che hanno fatto posare senza veli bellissime
star al grido di: “Meglio nude che con la pelliccia
addosso!” L’ultima testimonial in ordine cronologico
della campagna della Peta (People for the Ethical Treatment
of Animals) è stata l’attrice Eva Mendes.
Sul
finire degli Ottanta comprarsi una pelliccia era considerato
politicamente scorretto e per anni gli stilisti l’hanno
accantonata facendola di fatto scomparire dai guardaroba.
Ora
che i tempi sono cambiati, che sono state scoperte le fibre
tessili e che le polemiche degli animalisti non si sono
placate, torna protagonista delle collezioni delle griffe
più note. Il suo non è assolutamente un rientro
in sordina e neppure discreto, appena accennato sui bordi
dei cappotti e celato nelle imbottiture dei capispalla.
La pelliccia ricompare sulle passerelle come elemento integrante
dell’inverno ed ambito dalle donne.
C’è
chi sostiene che questa passione sfrenata per la pelliccia
in tempi in cui le fibre high tech proteggono e riscaldano
molto di più sia da imputare esclusivamente alla
vanità femminile. Sta di fatto che è già
qualche stagione che i creativi la propongono in versione
classica o colorata, vera oppure ecologica, per capi importanti
e piccoli pezzi, per bordure e dettagli, a vestire i look
più disparati.
Considerata
alla stregua di un tessuto, è diventata terreno fertile
per la sperimentazione e per la creatività dei fashion
designer. Proposta nei colori naturali del pelo o tinta
nelle sfumature di tendenza, alleggerita fino a pesi piuma
oppure gonfiata all’inverosimile, si indossa a tutte
le ore del giorno e della sera, sopra un paio di jeans come
sull’abito da sera.
Diventa
un must di stagione. Veste i modelli cult dei bomber reversibili,
si trasforma in mantella, poncho, coprispalle, a complemento
dell’abito da sera, giubbino, gilet, giacca corta,
tailleur e trench.
È
sicuramente “fur oriented” la collezione di
Blumarine con i suoi colbacchi pelosi, i bordi e i polsi
dei tailleur, dei cappotti e dei piumini, con le sue pellicce
maculate, bianche e grigie. Poco animalista anche quella
di Jean Paul Gaultier dove domina il pelo maculato e vincono
gli accostamenti inediti di materiali, dai corsetti con
piume in pelle di mucca al vestito di seta con maniche in
angora e collo di pelliccia. Colorata e divertente la sfilata
di Simonetta Ravizza per Annabella con i suoi piumini sfiziosi,
i gilet in cincillà e il caban in zibellino, i coprispalle,
le stole e i piccoli colli, fucsia, turchese, arancio, viola,
bianco e nero.
Sono
ultrasexy quelle di Dsquared2 e Blumarine; hippy i modelli
di Custo Barcellona e miss Sixty; country l’interpretazione
di Dolce&Gabbana; ultraselvaggia e supervoluminosa la
pelliccia di Viktor & Rolf. È fucsia per Versace,
blu elettrico per Moschino, arancione per Etro, ocra per
Marni, glicine per Blumarine.
Tante
anche le versioni eco che, invece di imitare le pellicce
vere, si divertono a stravolgere il gusto classico giocando
sui colori innaturali, sul nero corvino e sui modelli più
trendy.
Insomma
conquista la scena del fashion anche in versione maschile,
per contraddire chi afferma che vestirsi di pelliccia è
una vanità tutta al femminile.
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11.01.2009
Anche
gli accessori sono “imbottiti”
La “Fur mania”
quest’anno ha contagiato anche gli accessori e i dettagli
che per la stagione più fredda si rivestono oppure
si imbottiscono di pelo, vero o sintetico, naturale oppure
a tinte fluo.
Versatile ed eccentrica
la pelliccia impreziosisce giacche, cappotti e persino tailleur.
Diventa manicotto e collo sui cappotti aderenti e sui tailleur
di Gaetano Navarra. Riveste le maniche e le tasche del blouson
di Moschino. Borda il maxicappuccio del giaccone in tricot
patchwork di Emilio Pucci. Profila collo, tasche e polsini
del piumino corto di Blumarine, rosa, con pelo in tinta, perfetto
per la sera. Imbottisce l’interno del piumino trapuntato
nero di Iceberg. Rifinisce il bordo del cappottino di Oscar
de la Renta.
Calde e morbide anche
le borse, come pure le scarpe, i cappelli, le sciarpe, i colli
ed i piccoli accessori che si rivestono oppure si imbottiscono
di pelo.
Sono colorati i colbacchi,
i manicotti ed i mega secchielli di Simonetta Ravizza, in
azzurro e fucsia. C’è la pelliccia nei guanti,
nei risvolti, nelle maniche e nei paraorecchie con iPod incorporato
(i-Fur). Portano il marchio della griffe anche le Superga
in lapin colorato, in edizione limitata.
Hanno l’interno
in ecopelo le All Star e le nuovissime sneaker alte Tiger.
Le più freddolose oppure le più eccentriche,
a voi la scelta, potranno provare gli stivali in pelliccia
di Tom Ford: il modello in lontra color crema costa solo 9.240$.
Se vi piace essere
originali ci sono le borse firmate Ghilà Luxury in
lapin oppure in volpe, con la tracolla in catena; per le animaliste
la borsa ecologica di Frankie Morello.
Le appassionate dello
sci non potranno rinunciare alla nuova mascherina di Salice,
Fishbowl Fur, interamente fatta a mano e rivestita di vera
pelliccia di cavallino o ghepardo, da alternare a lenti nere
o oro, dotata di un elastico decorato con brillanti swarovski.
A
volte basta proprio un dettaglio per essere trendy!
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fonte articoli: www.caffe.ch
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