LA GOGNA

Questo spazio è riservato a chi si è distinto in modo negativo nei confronti degli animali in Ticino.




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Consiglio di Stato
Risposta all'Interrogazione "Eutanasia ai cani pericolosi"

Interrogazione 18 dicembre 2008 n. 286.08
Eutanasia cani pericolosi


Dal mese di maggio del 2006, in base all'Ordinanza sulla protezione degli animali (art. 78), medici, veterinari, educatori cinofili e rifugi per animali hanno l'obbligo di notificare all'Ufficio del veterinario cantonale i casi di morsicatura su persona o su altri animali, come pure i cani che mostrano un comportamento oltremodo aggressivo. Sulla base dei contenuti della notifica e dopo aver proceduto ad una verifica dei fatti, l'Ufficio del veterinario cantonale è tenuto ad ordinare le misure di sua competenza per garantire la sicurezza pubblica (art. 79). Le misure ordinate devono essere efficaci e proporzionate alla gravità del caso. In alcuni casi, di regola sulla base di una perizia esperita da un veterinario specialista in medicina comportamentale, le esigenze di sicurezza possono rendere necessaria l'eutanasia dell'animale morsicatore.

Sia per il cane importato dall'Italia, sia per il dogo argentino, chi ha stabilito la loro soppressione? Per quali motivi erano ritenuti pericolosi?
La decisione di procedere all'eutanasia del cane importato dall'Italia è stata presa autonomamente dalla proprietaria dell'animale a seguito di ripetuti episodi di aggressione ai danni dei due figli ancora in tenera età. In base a quanto si è potuto stabilire, le aggressioni avvenivano in modo imprevedibile, fatto questo che aumenta considerevolmente la pericolosità della tenuta. Inoltre le informazioni circa la gestione del cane prima della sua importazione erano frammentarie e in parte contraddittorie.
Per quanto riguarda il dogo argentino l'eutanasia è stata ordinata dall'Ufficio del veterinario cantonale dopo una attenta valutazione dei fatti e aver vagliato le possibili soluzioni.
È stato accertato che il dogo ha morsicato più persone in situazioni diverse e non unicamente il suo proprietario. Nel caso più grave la morsicatura ha comportato la perforazione della muscolatura. Si è quindi proceduto ad un esame peritale che ha confermato la pericolosità dell'animale. Questo anche in considerazione della massa corporea, della mancanza di autocontrollo e di un grave deficit uditivo. In base a questi elementi il rischio di recidiva era molto alto.
Una collocazione permanente del dogo in un canile, oltre a costituire un problema di sicurezza per chi deve accudire l'animale, non soddisfa le esigenze di protezione degli animali e porta nella maggior parte dei casi ad un aggravamento dei problemi comportamentali.

Per quale motivo, nel caso del dogo, dal momento che era possibile consegnarlo ad un'associazione italiana che da anni si occupa della riabilitazione di cani difficili, non è stata scelta questa opzione?
L'Ufficio del veterinario cantonale ha esaminato la possibilità di consegnare il cane a centri di recupero in Italia o in altri cantoni, ma in base alle informazioni raccolte le garanzie di sicurezza per considerare un possibile ricollocamento dell'animale erano insufficienti.

Quanti cani sono stati sottoposti a perizia negli ultimi 5 anni? Di che razza o taglia erano? Per quale motivo si ritenevano pericolosi? Di che tipologia era il proprietario? Gli animali erano stati maltrattati? Gli animali provenivano dall'estero o da allevamenti svizzeri? Sono tutti stati soppressi? Se no, che ne è stato di loro?
Da quando è entrato in vigore l'obbligo di notifica dei casi di morsicatura o comportamento aggressivo superiore alla media in base all'OPAn, sono state ordinate dall'Ufficio del veterinario cantonale dieci perizie riguardanti cani di varie razze (pastori tedeschi o loro incroci, Chow-Cow, dogo argentino, lupo cecoslovacco).
In questi casi la perizia è stata ordinata in seguito a gravi o ripetute aggressioni ai danni di persone, spesso accompagnate da lacune gestionali. Non è possibile attribuire la casistica ad una particolare tipologia di detentore, né di provenienza degli animali. In un solo caso, peraltro non confermato in sede di accertamento, vi è stato il sospetto di maltrattamento dell'animale.
Le misure ordinate dall'Ufficio del veterinario cantonale, finalizzate a garantire la sicurezza delle persone e degli animali e rispettose del principio di proporzionalità, sono state di varia natura: eutanasia (4 casi), cambiamento di detenzione (1 caso), terapia comportamentale (tre casi con esito favorevole) misure gestionali (1 caso).

Etologi di fama europea quali Giorgio Celli, hanno ribadito che cani mordaci sono rieducabili e la soppressione è da scartare a priori. Come viene valutata questa considerazione dall'Ufficio del veterinario cantonale? E dai veterinari esperti in perizie sui cani cosiddetti pericolosi?

Diversamente da quanto indicato nella citazione della deputata, determinate carenze educative e deprivazioni sociali dei primi mesi di vita del cane, oppure vere patologie a carico del sistema nervoso non sono recuperabili e pongono una prognosi molto sfavorevole. In questi casi la probabilità di ulteriori morsicature è elevata. La reclusione permanente in un canile di cani con gravi problemi comportamentali non è un'opzione praticabile per motivi attinenti alla protezione degli animali, alla sicurezza del personale e non da ultimo per motivi finanziari, quando a sostenere i costi è chiamato l'ente pubblico.

L'Ufficio del veterinario cantonale è a conoscenza di quanti animali da compagnia, in particolare cani e gatti, vengono eutanasiati annualmente per ordine dei proprietari, unicamente perché non vogliono più tenerli? I veterinari ticinesi devono segnalare i casi all'Ufficio del veterinario cantonale? Vengono prese sanzioni verso questi ingrati umani?
Occorre precisare che la legislazione federale in materia di protezione degli animali non vieta l'eutanasia di animali. Pone tuttavia dei vincoli precisi al detentore che è tenuto a prendersi cura del benessere dell'animale e, in caso di malattia, a curarlo adeguatamente e, in casi gravi con prognosi molto sfavorevole, a sopprimerlo per evitare ulteriori e inutili sofferenze (art. 5 cpv. 2 OPAn).
La decisione dell'eutanasia è presa di comune accordo tra proprietario e veterinario curante. Se un proprietario chiede l'eutanasia per un animale sano e che non mostra segni di aggressività, il veterinario lo indirizza di regola ad una Società protezione animali con l'obiettivo di trovare un nuovo detentore.
Le eutanasie non devono essere notificate all'Ufficio del veterinario cantonale. Non sono pertanto disponibili dati statistici a tale riguardo.


Il presidente di una SPA ticinese, che è pure veterinario, può decider autonomamente la soppressione di animali ceduti alla Società? Anche se si tratta di animali giovani e sani? Può, da solo, stabilire che l'animale non è adottabile? Su quali basi etiche e legali?
Le società per la protezione degli animali dispongono di un'ampia autonomia organizzativa e operativa nella misura in cui rispettano la legislazione sulla protezione degli animali e ogni altra norma applicabile alla tenuta degli animali. Eventuali inadempienze a tali norme devono essere circostanziate e denunciate all'autorità preposta.

PER IL CONSIGLIO DI STATO

Il Presidente: G. Gendotti
Il Cancelliere: G. Gianella


testo completo in pdf: http://www.ti.ch/CAN/SegGC/comunicazioni/GC/interrogazioni/risposte/pdf/r286.08.pdf

 


Assassinato.
Un cane che ha morso un bambino alla nuca.

14/04/09 - Vezia, il cane (che non apparteneva alla lista di cani pericolosi) ha morso il figlio degli amici del proprietario. Un fatto "totalmente imprevedibile", nessuno penserebbe mai che un bambino piccolo che gioca con un cane potrebbe infastidirlo o fare gesti per l'animale incomprensibili che lo porterebbero a reagire d'istinto, anche se docilissimo. Il bambino è all'ospedale.
Il colpevole è stato soppresso: il bambino? Il proprietario? I genitori? No, il cane.


Stelio Tantardini
"Uccidono più ungulati i cani che il piombo"

Stelio Tantardino, Presidente della Società dei cacciatori arognese e dintorni

18.04.09

Cani vaganti, da lunedì si spara
Guardiacaccia autorizzati ad intervenire sul territorio di Arogno


Municipio di Arogno: Da lunedì il territorio di Arogno verrà «pattugliato» dai guardiacaccia, mandati dall’Ufficio caccia e pesca dopo la segnalazione di diversi casi di animali selvatici sbranati da cani non identificati, forse randagi e comunque privi di collare.

I guardiacaccia dovranno cercare di catturare gli animali sorpresi ad inseguire la selvaggina ma sono anche autorizzati, se del caso, a sparare per abbatterli.

dal Corriere del Ticino

01.04.09

La denuncia di Stelio Tantardini: una decina di cani vaganti causano gravi danni alla selvaggina ad Arogno

"L'assemblea ha deciso di deciso di denunciare questo caso alla stampa e all'Ufficio caccia e pesca perché questi cani, che saranno circa una decina, sono pericolosi. Non solo per la selvaggina, ma anche per gli umani. Un cane lupo, per esempio, ha già morsicato due persone che facevano jogging su di un sentiero comunale".

Con queste parole il presidente della Società dei cacciatori arognese e dintorni, Stelio Tantardini, ci precisa oggi i contorni della vicenda anticipata stamattina dal Corriere del Ticino.

“Da settembre ad oggi questi cani, che hanno un padrone e non sono selvaggi, hanno decimato 17 ungulati: otto camosci e nove caprioli". "E a questo punto noi – ci racconta ancora Tantardini – ci aspettiamo che il cantone ed il comune di Arogno intervengano presso i proprietari dei cani per far cessare questa carneficina”. "Ormai da noi - constata amaro - ne uccidono più i cani e la strada che il piombo".

E a quanto pare, nelle ultime ore, già si stanno muovendo: “Si - ci conferma Tantardini - stavolta sembra che le autorità vogliano intervenire”.

da ticinonews.ch
http://www.ticinonews.ch/articolo.aspx?id=107884&rubrica=2


Giuseppina Rossi, del rifugio il Paradiso dei Gatti
intenzionata a sopprimere una gatta, Giada, poiché anziana

Risposta del Lic. Iur. Padlina, per conto della Sig.ra Rossi:

Egregi Signori,

vi scrivo a nome e per conto della signora Giuseppina Rossi titolare del “Paradiso dei gatti” un rifugio per felini. Nel corso delle scorse settimane diversi media locali hanno dato spazio ad un vostro comunicato stampa che riguardava la mia assistita. Questo comunicato in sostanza sosteneva, che la signora avesse l’intenzione di sopprimere Giada, l’ultima gatta rimasta presso il rifugio che purtroppo sta per chiudere.

Quanto asserito non corrisponde al vero. Giada, nonostante qualche acciacco dovuto ai suoi 17 anni, gode di ottima salute ed è viva e vegeta, come testimonia la foto che vi allego. Nessuno ha mai avuto intenzione di sopprimerla.

La signora, che in tanti anni ha sfamato e curato centinaia e centinaia di gatti, non ha mai nemmeno preso in considerazione l’ipotesi di poter uccidere Giada ne qualsiasi altro gatto in salute. Dopo aver dedicato una vita intera ai gatti, accusarla ingiustamente e pubblicamente di voler perpetrare un atto di simile crudeltà è stato un gesto inqualificabile. L’ex-volontaria che vi ha contattato e con la quale la mia assistita ha pendente una vertenza che verrà chiarita nelle sedi opportune, ha agito unicamente per dispetto.

Da quanto mi è stato riferito, in passato la signora Rossi vi ha ospitato per le vostre riunioni nel suo gattile e ha pure prestato assistenza e rifocillato gatti che le avete portato. Dispiace vedere che persone che dovrebbero collaborare tra loro per il bene degli animali debbano perdere il loro tempo con questioni come questa. Visto quanto sopra e in considerazione del servizio fornito alla collettività da parte della signora Rossi, ormai 83enne, spero vogliate provvedere a rettificare il vostro comunicato stampa e a toglierlo dal vostro sito internet.

Fiducioso in un riscontro positivo a questa missiva elettronica, l'occasione mi è grata per augurarvi tutto il successo possibile per la vostra lodevole attività e per porgervi cordiali saluti.

lic. iur. Gianluca Padlina

Offensiva Animalista non ha mai tenuto nessuna riunione presso il gattile né vi ha mai portato animali.
Probabilmente la Signora Rossi ci confonde con qualche associazione zoofila della zona.

 



Giuseppe Tettamanti, Sindaco di Sagno
intenzionato a vendere all'asta dei cavalli selvatici che girano nella valle

Municipio Sagno
6839 Sagno

tel. 091 683 19 77
[email protected]



Gran Consiglio della Repubblica e Cantone del Ticino
legge sulla protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici

CAPITOLO III

Animali randagi

Art.27 Il Consiglio di Stato emana le norme per l’abbattimento e la cattura di cani, gatti randagi, nonché di animali domestici inselvatichiti.

Animali carnivori

Art. 28 Il Consiglio di Stato emana le norme per la cattura di animali carnivori mediante l’uso di trappole.

 

http://www.ti.ch/CAN/argomenti/legislaz/rleggi/rl/dati_rl/f/s/460.htm

 



SWISSFUR.ch
I pellicciai svizzeri dichiarano le loro pellicce

http://www.swissfur.ch/faq_i.htm?frame_url=faq.php3&l=i&active=faq#35

Domande:

1. Abbiamo il diritto di utilizzare gli animali per l’alimentazione, il cuoio e la pelliccia?

2. Qual è l’etica proposta dall’associazione SwissFur?

3. Che cosa dicono gli specialisti sull’atteggiamento della pellicceria in riguardo alle proprie?

4. Qual è, a livello internazionale, l`importanza delle poplazioni che vivivono principalmente di prodotti della fauna (carne, latte, pellame, grassi, ossi, ecc.)?

5. È più ecologica la pelliccia sintetica o quella naturale?

6. Da dove provengono le pelli utilizzate in pellicceria?

7. Vi è una contraddizione fondamentale tra gli obiettivi dei difensori dei "diritti" degli animali e quelli dei movimenti ecologici?

8. Quali sono le conseguenze ecologiche dell’interdizione di utilizzare gli animali?

9. I cacciatori di pellicce si curano della salvaguardia degli animali?

10. Quali sono i mezzi? Come sono applicati?

11. Perché sono necessarie le trappole per l’equilibrio di fauna e ambiente? Com’è la situazione in Svizzera e all’estero?

12. Cosa disse il famoso comandante Jean-Yves Cousteau in merito alla caccia delle foche?

13. Com’è nata la polemica contro la caccia delle foche?

14. Da dove provengono le pelli di animali allevati e utilizzati in pellicceria?

15. Qual è la particolarità della razza ovina?

16. Cos’è un "breitschwanz" e qual è il suo valore commerciale?

Risposte:

http://www.swissfur.ch/faq_i.htm?frame_url=faq.php3&l=i&active=faq#35

vedi anche:
Moda crudele - Articoli

 



Alex Pedrazzini (PPD) e Patrizia Pesenti (PS)

Lo zoo al Maglio rispetta le norme

Tenere gli animali in gabbia è crudele? Allora « magari tutti i canarini andrebbero liberati ».
Patrizia Pesenti
dixit nell’ambito della discussione sulla mozione di Giuseppe (Bill) Arigoni “Servono ancora gli zoo? Riconvertiamo lo zoo al Maglio”. La direttrice del Dss ha ricordato come « solo con una modifica delle norme federali (in vigore dal 1° settembre 2008) sarebbe possibile agire come chiede l’atto parlamentare ». Il relatore della Commissione legislazione Alex Pedrazzini (Ppd) ha aggiunto che lo zoo al Maglio, che ospita oltre duecento animali, « rispetta queste norme, perciò non può venire né chiuso né riconvertito in modo forzato ». La mozione è stata respinta.

La Regione Ticino, 18.02.2209

 



Linda D'Addio, collaboratrice per la rivista "Il Caffè"
[email protected]

Tendenze della moda pro-pellicce: gli elogi a queste nefandezze si sprecano, specie nei suoi ultimi articoli.

01.02.2009

Snake. Non solo squame
nella moda formato serpente

Dai dettagli all’abbigliamento i rettili diventano di grande tendenza anche nei gioielli, nell’high-tech e persino nel wellness

Il più raffinato pellame che da sempre caratterizza gli accessori sfila sulle passerelle del fashion femminile, nella versione in pelle oppure nella stampa su tessuto, declinato su abiti e capi del guardaroba primaverile. È sicuramente il pitone il più raffinato pellame fra tutte le pelli esotiche. Assume sfumature irresistibili. È resistente e con il tempo diventa sempre più bello e ancora più pregiato. È quando le squame si aprono naturalmente, a detta degli esperti, che questo tipo di pelle diventa più soffice prendendo la forma esatta dell’accessorio, borsa o calzatura esso sia. Oltre ai classici toni neutri, marroni e grigi, in questa stagione la pelle di serpente assume nuance del tutto nuove, dalle più delicate tonalità cipriate, rosa, lillate e azzurrate alle più intense colorazioni che vanno dal blu al red, al verde, all’oro e all’arancio.

L’effetto pitone, che evoca paesi lontani e che appartiene al passato, viene a sorpresa riscoperto come trend di stagione dagli stilisti che lo rinnovano proponendolo anche su abiti e pezzi del vestiario femminile.

Oltre alle décolleté, ai sandali, alle city bag e alle borse formato maxi il pitonato conquista top, bustier, giacche e abiti dal fascino esotico.

È a forma di serpente la collana di Issa. Sono in pitone le ballerine e la bag di Giorgio Armani come pure lo zainetto profilato di pelle color cuoio di Gucci. Richiamano le squame del serpente le stampe della camicia lunga senza maniche di Issey Miyake e l’abito in seta di Prada. Sono invece in pelle di rettile il top con la zip di Julien Mc Donald ed il modello a bustier con cintura strizzata in vita di Dior. Sempre trendy il chiodo di Gucci; in perfetto stile rock il micro giacchino senza maniche di CNC Costume National.

[...]

Anche in tema di trattamenti estetici l’ultimo trend riguarda i serpenti, si chiama infatti Snake massagge e viene praticato in un centro di bellezza israeliano, il beauty center “Ada Barak”. Stesi sul lettino, sei serpenti giganti vengono stesi sul corpo e strisciano sulla schiena nuda per un’ora. Sembra che faccia miracoli contro lo stress!


11.01.2009

Il copricapo giusto arriva dalla Siberia

Nato nella Russia degli zar tre secoli fa, in astrakan, per i reggimenti della cavalleria ed adottato in seguito dai francesi, che lo vollero in pelo d’orso, e dal Regio Esercito italiano, che lo indossava in foca, il colbacco torna come accessorio trendy dell’inverno.

Celebrato in alcune pellicole indimenticabili come sul capo di Marlene Dietrich ne La regina Caterina di Von Sternberg e su Lara Antipov, Julie Christie, ne Il dottor Zivago di Boris Pasternak, divenne celebre e di moda negli anni Trenta. Maria Callas lo portava di frequente; lo adoravano Valentina Cortese, Carla Fracci e Marta Marzotto.

Oggi quel copricapo, a metà fra lo stile soldato Ussaro ed il mitico cacciatore David Crockett, il suo era in pelle di tasso o di opossum con tanto di coda, è tornato ad adornare le teste femminili e maschili in pelo sintetico o superpregiato.

I nuovi modelli sono sicuramente adatti a contrastare le più rigide temperature invernali e a sfidare le alte quote in quanto avvolgenti, pelosi e talvolta talmente coprenti e dotati di paraorecchie da non lasciare neanche un centimetro di pelle scoperta. In volpe argentata, astrakan, visone, marabù oppure ecologicamente corretti, di peluche, è davvero impossibile non notarli.

Sfilato prima sulle passerelle, esposto nelle vetrine dei negozi, i personaggi più o meno famosi lo indossano con nonchalance anche con l’abito da sera.

Gucci lo ha proposto in visone. Blumarine lo abbina a completi animalier. Stile David Crockett la versione di Jean Paul Gaultier con tanto di orecchie e coda. Blu, peloso e con paraorecchi il modello di Giorgio Armani; argentato quello di Blumarine, screziato per Vuitton ed in volpe rossa per Prada.

Una cosa è certa, il cappello con la pelliccia sicuramente piacerà a chi soffre il freddo perché tiene la testa ben al caldo, è morbido e quest’inverno è anche molto glamour.

11.01.2009

Pelliccia

Il capo più discusso dell’inverno torna a far parlare di sé, in versione naturale o colorata, eccentrica oppure bon ton

È sicuramente il capo più discusso della stagione invernale ed anche il più antico. Vanta origini preistoriche la pelliccia, il primo indumento che gli uomini hanno utilizzato per coprirsi e ripararsi dal freddo. E già allora mostrava la sua alta carica erotica; decisamente seduttivo era il bikini in pelliccia indossato da Loana, Raquel Welch, nel film del 1966 di Don Chaffey “Un milione di anni fa”.

Ha attraversato i secoli fra alti e bassi, corsi e ricorsi. È stata sempre oggetto di battaglie da parte degli animalisti che hanno fatto posare senza veli bellissime star al grido di: “Meglio nude che con la pelliccia addosso!” L’ultima testimonial in ordine cronologico della campagna della Peta (People for the Ethical Treatment of Animals) è stata l’attrice Eva Mendes.

Sul finire degli Ottanta comprarsi una pelliccia era considerato politicamente scorretto e per anni gli stilisti l’hanno accantonata facendola di fatto scomparire dai guardaroba.

Ora che i tempi sono cambiati, che sono state scoperte le fibre tessili e che le polemiche degli animalisti non si sono placate, torna protagonista delle collezioni delle griffe più note. Il suo non è assolutamente un rientro in sordina e neppure discreto, appena accennato sui bordi dei cappotti e celato nelle imbottiture dei capispalla. La pelliccia ricompare sulle passerelle come elemento integrante dell’inverno ed ambito dalle donne.

C’è chi sostiene che questa passione sfrenata per la pelliccia in tempi in cui le fibre high tech proteggono e riscaldano molto di più sia da imputare esclusivamente alla vanità femminile. Sta di fatto che è già qualche stagione che i creativi la propongono in versione classica o colorata, vera oppure ecologica, per capi importanti e piccoli pezzi, per bordure e dettagli, a vestire i look più disparati.

Considerata alla stregua di un tessuto, è diventata terreno fertile per la sperimentazione e per la creatività dei fashion designer. Proposta nei colori naturali del pelo o tinta nelle sfumature di tendenza, alleggerita fino a pesi piuma oppure gonfiata all’inverosimile, si indossa a tutte le ore del giorno e della sera, sopra un paio di jeans come sull’abito da sera.

Diventa un must di stagione. Veste i modelli cult dei bomber reversibili, si trasforma in mantella, poncho, coprispalle, a complemento dell’abito da sera, giubbino, gilet, giacca corta, tailleur e trench.

È sicuramente “fur oriented” la collezione di Blumarine con i suoi colbacchi pelosi, i bordi e i polsi dei tailleur, dei cappotti e dei piumini, con le sue pellicce maculate, bianche e grigie. Poco animalista anche quella di Jean Paul Gaultier dove domina il pelo maculato e vincono gli accostamenti inediti di materiali, dai corsetti con piume in pelle di mucca al vestito di seta con maniche in angora e collo di pelliccia. Colorata e divertente la sfilata di Simonetta Ravizza per Annabella con i suoi piumini sfiziosi, i gilet in cincillà e il caban in zibellino, i coprispalle, le stole e i piccoli colli, fucsia, turchese, arancio, viola, bianco e nero.

Sono ultrasexy quelle di Dsquared2 e Blumarine; hippy i modelli di Custo Barcellona e miss Sixty; country l’interpretazione di Dolce&Gabbana; ultraselvaggia e supervoluminosa la pelliccia di Viktor & Rolf. È fucsia per Versace, blu elettrico per Moschino, arancione per Etro, ocra per Marni, glicine per Blumarine.

Tante anche le versioni eco che, invece di imitare le pellicce vere, si divertono a stravolgere il gusto classico giocando sui colori innaturali, sul nero corvino e sui modelli più trendy.

Insomma conquista la scena del fashion anche in versione maschile, per contraddire chi afferma che vestirsi di pelliccia è una vanità tutta al femminile.


11.01.2009

Anche gli accessori sono “imbottiti”

La “Fur mania” quest’anno ha contagiato anche gli accessori e i dettagli che per la stagione più fredda si rivestono oppure si imbottiscono di pelo, vero o sintetico, naturale oppure a tinte fluo.

Versatile ed eccentrica la pelliccia impreziosisce giacche, cappotti e persino tailleur. Diventa manicotto e collo sui cappotti aderenti e sui tailleur di Gaetano Navarra. Riveste le maniche e le tasche del blouson di Moschino. Borda il maxicappuccio del giaccone in tricot patchwork di Emilio Pucci. Profila collo, tasche e polsini del piumino corto di Blumarine, rosa, con pelo in tinta, perfetto per la sera. Imbottisce l’interno del piumino trapuntato nero di Iceberg. Rifinisce il bordo del cappottino di Oscar de la Renta.

Calde e morbide anche le borse, come pure le scarpe, i cappelli, le sciarpe, i colli ed i piccoli accessori che si rivestono oppure si imbottiscono di pelo.

Sono colorati i colbacchi, i manicotti ed i mega secchielli di Simonetta Ravizza, in azzurro e fucsia. C’è la pelliccia nei guanti, nei risvolti, nelle maniche e nei paraorecchie con iPod incorporato (i-Fur). Portano il marchio della griffe anche le Superga in lapin colorato, in edizione limitata.

Hanno l’interno in ecopelo le All Star e le nuovissime sneaker alte Tiger. Le più freddolose oppure le più eccentriche, a voi la scelta, potranno provare gli stivali in pelliccia di Tom Ford: il modello in lontra color crema costa solo 9.240$.

Se vi piace essere originali ci sono le borse firmate Ghilà Luxury in lapin oppure in volpe, con la tracolla in catena; per le animaliste la borsa ecologica di Frankie Morello.

Le appassionate dello sci non potranno rinunciare alla nuova mascherina di Salice, Fishbowl Fur, interamente fatta a mano e rivestita di vera pelliccia di cavallino o ghepardo, da alternare a lenti nere o oro, dotata di un elastico decorato con brillanti swarovski.

A volte basta proprio un dettaglio per essere trendy!

fonte articoli: www.caffe.ch