LA GOGNA

Questo spazio è riservato a chi si è distinto in modo negativo nei confronti degli animali in Ticino.




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CARLO GIANINAZZI, Canobbio
per la sua aberrante lettera al Corriere del Ticino, "Cani pericolosi?"

Cani pericolosi?
CARLO GIANINAZZI,CANOBBIO


Uno di quei cani sbranapersone ha potuto gloriarsi di una nuova medaglia. Si tratta di un rottweiler che assalta una famiglia che faceva pic-nic in un prato e che s’è trovata il bambino di 4 anni gravemente ferito dal bestione che non era tenuto al guinzaglio.

Drammi che si ripetono e che lasciano, dopo un pietoso e momentaneo sgomento, le cose come erano ieri e come si perpetuano oggi.

Dopo anni di discussioni sulla pericolosità di alcune razze canine si è ridotti a dover sopportare che cani feroci e padroni incoscienti possano mettere a repentaglio la vita di persone che circolano ignare sulle strade o nei parchi di villaggi e di città.

Molti come il sottoscritto non riescono a farsene una ragione, non riescono a rendersi conto che altre persone possano tenersi impunemente una bestia che può azzannare e a volte uccidere un essere umano.

Di recente, inoltre, s’è dovuto leggere di queste razze di cani che azzannano e spesso uccidono i figli dei proprietari stessi. Nessun ragionamento e nessun dolore riescono a portare a un rango di civiltà queste persone che si vantano di possedere questi pericolosi animali. Persino le istituzioni federali e cantonali (quelle ticinesi che si trovano impantanate tra la chiusura dei bordelli e l’apertura di un accettabile poligono di tiro) si bloccano davanti a delle soluzioni che possano garantire sicurezza all’intera popolazione.

Davanti a questo problema vi è tendenza a chiudere gli occhi, bastano due lacrime di coccodrillo quando un bambino viene assalito o sbranato.

Ci si accontenta di sapere che il cagnaccio cattivo è stato eliminato e che il padrone del cane è vivo e in buona salute.

Lettere ai lettori, Corriere del Ticino, sabato 8 agosto 2009


Risposta del PP in marito al caso di Giada
estratto dal decreto di non luogo a procedere per la ex-volontaria

Pagina 2: la Rossi ha finalmente ammesso di aver detto più volta di voler uccidere Giada (ovviamente non davanti ai suoi amati media)!

Pagina 3: dichiarazione del PP di lecita possibilità di soppressione di un gatto del tutto sano solo in base al giudizio dell'anziana signora, senza nemmeno un tentativo di reiserimento o un'analisi del caso specifico.

testo intero del decreto:
pag 1, pag 2, pag 3, pag 4


Lucia Pedrazzini (24 anni), Moleno
ha appena ottenuto la patente di caccia, unica esponente femminile ticinese

Quando la caccia è donna
La 24enne di Moleno Lucia Pedrazzini è l’unica esponente del gentil sesso ad aver staccato la patente agli ultimi esami

La Regione, 20.07.2009 - di Alan Del Don

In settembre il debutto

A ben pensarci in origine furono Diana ed Artemide, rispettivamente dea romana e greca della caccia. È anche donna,
dunque, una delle attività più antiche al mondo. È sempre più donna, oseremmo dire. Le rappresentanti del gentil sesso
che decidono di praticare l’hobby venatorio nel nostro Cantone non sono più delle mosche bianche. Anche se la
percentuale resta ancora bassissima in un mondo che per antonomasia rimane maschile. Tra i 68 neocacciatori che hanno
staccato la patente agli ultimi esami (si veda l’articolo sotto) figura un’unica esponente femminile: ve ne erano altre
due che sono però state bocciate. Si tratta della 24enne di Moleno Lucia Pedrazzini, studentessa universitaria a
Losanna dopo essersi diplomata all’Alta scuola pedagogica di Locarno, che abbiamo intervistato per capire con che
spirito si accinge ad affrontare la sua prima stagione che si aprirà il prossimo 1° settembre.

Il ‘suo’ territorio sarà la Vallemaggia (ma il posto preciso «non si dice», chiosa furbescamente) e la caccia sarà
quella alta. Ad accompagnare Lucia, il padre Jvanhoe, che le ha trasmesso la passione per l’arte venatoria. La 24enne è
infatti da ben dieci anni che – «studi e tempo permettendo» – segue il padre a caccia. Al di là di questo stretto
legame familiare che ha influito sulla tua scelta, cosa ti ha spinto a diventare cacciatrice? «La tradizione: da quando
ho iniziato a camminare con la mia famiglia andavo spesso in montagna. In queste occasioni mio papà mi ha insegnato ad
osservare anche gli animali e a conoscere i loro comportamenti – rileva Lucia Pedrazzini –. Una volta cresciuta ho
avuto la possibilità di seguirlo durante il periodo della caccia. Devo dire che mi ha trasmesso il piacere di stare
nella natura, alla mattina presto, prima del sorgere del sole e al crepuscolo. Mi ha pure insegnato il rispetto per gli
animali e per l’ambiente. Il mio papà mi ha sempre ripetuto “non si va a caccia per riempire il congelatore”, ciò
sottintende l’importanza di un’etica venatoria».

Il corso che hai seguito ha avuto 104 partecipanti, ma solo 68 ce l’hanno fatta... «Il corso è stato molto impegnativo,
sia in termini di tempo da dedicare, sia per quanto riguarda la mole di nozioni da apprendere. I corsi da seguire per l’
ottenimento della patente sono suddivisi in due anni e sono sia di natura pratica che teorica. Durante il primo anno
bisogna partecipare a due giornate di lavoro pratico nel corso delle quali si viene assegnati ad una società di
cacciatori per aiutare a “pulire” delle zone non necessariamente territorio di caccia, e a due giornate di osservazione
e conteggio della selvaggina (ad esempio ungulati, marmotte, stambecchi, fagiano di monte e pernici). Parallelamente
alla stagione della caccia, è necessario presenziare (una giornata) ai posti di controllo della selvaggina. Durante il
secondo anno la Federazione dei cacciatori ticinesi organizza un corso preparatorio (dalle 20.30 alle 23, due volte a
settimana per due mesi) durante il quale dei relatori trattano in dettaglio la materia d’esame presente nel manuale.
Alla fine vi sono tre esami da superare: il primo è quello scritto, composto da novanta domande a crocette (la
sufficienza è a settanta punti); in seguito, chi ha superato l’esame scritto, deve affrontare quello orale suddiviso in
tre parti: manipolazione armi, leggi e selvaggina. Per finire bisogna sostenere l’esame di tiro, diviso anch’esso in
tre parti: tiro a palla, al piattello e alla lepre dove bisogna conseguire un punteggio prestabilito – prosegue la
nostra interlocutrice –. A mio modo di vedere, soprattutto per quanto riguarda la parte teorica, penso che questa vada
troppo nel dettaglio e che, quindi, sia difficile da memorizzare, in primis per persone non più abituate a studiare o
non più così giovani. In questo modo potrebbero venir esclusi dei potenziali bravi e corretti cacciatori».

Nella caccia, anche alle nostre latitudini, le donne sono una rarità. Non temi di venire, in un certo senso,
discriminata? Ovvero, che gli uomini possano non ritenerti alla loro altezza oppure semplicemente perché non vedono di
buon occhio che una rappresentante del gentil sesso possa svolgere un’attività che sentono, per tradizione, ‘loro’...
«Assolutamente no. La maggior parte degli uomini che ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere nell’ambito della
caccia non ha mai mostrato di ritenersi superiore a me, anzi mi hanno sempre aiutata, specialmente in ambiti per me un
pochino ostici come le armi, e accettata», risponde la 24enne.

La caccia non fa l’unanimità a sud delle Alpi. Né tra la popolazione, né tantomeno fra talune associazioni
ambientaliste od organizzazioni varie. Da donna quale sei, pensi di poter portare in questo ambiente una sensibilità
diversa, un’altra visione dell’attività venatoria? «Ritengo sia importante che tutti i cacciatori, e non solo io come
donna, debbano impegnarsi a restituire un’immagine veritiera e completa della caccia. Purtroppo trovo ci sia molta
disinformazione in questo ambito e ciò penso sia uno degli aspetti sui quali si debba ancora lavorare – afferma la
giovane di Moleno –. Dare agli ambientalisti ed alle varie organizzazioni un quadro completo su tutto quanto riguarda
la caccia: dalla sua importanza per la pianificazione del territorio alla grande regolamentazione di quest’ultima».

Secondo te, quali caratteristiche deve possedere un buon cacciatore? «Un buon cacciatore dovrebbe innanzitutto
possedere un’etica venatoria, cioè rispettare la natura e la selvaggina. Inoltre deve avere la consapevolezza di
disporre di un’arma che potrebbe essere pericolosa se non maneggiata nella giusta maniera», afferma la nostra
interlocutrice.

Con quale spirito ti appresti ad affrontare il debutto nei boschi ticinesi? «Con un po’ di fortuna non solo da
spettatore», conclude speranzosa con un bel sorriso Lucia Pedrazzini. In bocca al lupo, quindi!

 


Presidente USA Barack Obama
per aver dimostrato la sua natura meschina uccidendo una mosca vantandosene

...E COLORO CHE RIDONO DELL'EPISODIO SEGUENDO IL SUO ESEMPIO QUOTIDIANAMENTE

Le televisioni di tutto il mondo hanno mostrato compiaciute uno sketch che ha avuto come protagonista il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama.

Infastidito da una mosca, l'uomo che solo allocchi e ignoranti pensano sia il nuovo salvatore dell'umanità in salsa verde, non ha ritenuto sufficiente scacciare l'insetto con una mano. Nossignori. Ha interrotto l'intervista, ha lasciato posare il pericoloso essere alato e, con un colpo da maestro, l'ha fulminato, sorridendo divertito e ricevendo gli apprezzamenti del pennivendolo di turno che pendeva dalle sue labbra.

Mr. Obama ha poi allontanato con le sue prezione scarpe il cadavere di un essere che aveva quanto lui diritto di vivere su questo pianeta, e ha invitato le telecamere a inquadrare l'oggetto della sua prodezza.

Nella storia delle cosiddette democrazie occidentali ci risulta che solo un politico di primo piano sia stato vegano, il presidente della Slovenia, Janez Drnovšek, purtroppo deceduto lo scorso anno. Ma il gesto di Barak Obama, e il ghigno divertito che ha mostrato all'umanità per avere ucciso un insetto, dimostrano che è esattamente quello che sono tutti coloro che si comportano in questo modo: degli stronzi.

Il video: http://www.youtube.com/watch?v=pViFz3vsCvU&feature=related

Ancora una volta rimaniamo allibiti dalla mancanza totale di etica e compassione dimostrata dai giornalisti della stampa ticinese. Offriamo quindi, ancora una volta, il punto di vista di un animalista riguardo un episodio che ai più potrà sembrare banale o addirittura ridicolo, per ricordare che anche il più piccolo degli animali è un essere senziente e meritevole di rispetto e soprattutto compassione. Solo ignoranti ed esseri senza alcun senso di empatia
possono vantarsi della distruzione di una creatura debole ed indifesa.

Consigliamo inoltre al giornalista in questione l'uso di un buon vocabolario e di una grammatica della lingua italiana, per non scadere ulteriormente in imbarazzanti errori. Siamo quindi a disposizione per consigliare i volumi più adatti allo scopo. L'articolo è stato, qui, corretto da noi.

IL GIRO DELLA PENNINA
Requiem per un giornalista: qua la mano, Barack Obama

«Yes, You Can!». Mentre ripeto mentalmente l’esortazione del presidente USA Barak Obama, rivolta agli americani per
cercare di superare insieme, con buona volontà, la grave crisi che mette a dura prova gran parte della popolazione del
globo terraqueo, alzo il braccio e prendo la mira. Poi il pugno destro si abbatte sul blaterante disturbatore notturno,
con tutta la violenza di cui ancora dispone l’arto. Ne segue un urlo: se dubitavo della mia abilità nell’acchiappare
giornalisti, non ho dubbi stavolta su quel che è successo. Anche l’ultimo frammento di cartilagine al quale mi
aggrappavo per mantenere un uso quasi normale del ginocchio sinistro se n’era andato in frantumi. Ma il giornalista,
quello almeno, sarà finito spiaccicato sul pugno che avevo armato con tutta la cattiveria possibile? Sollevo la mano
con la solita cautela, sempre in preda al terribile dolore rotuleo e nulla, proprio nulla lasciava intuire che in quel
punto preciso, fino a un secondo prima, ci fosse un umano che sembrava disposto a prestarsi al terribile gioco, per lui
una specie di roulette russa. Che del resto sembra essere uno dei divertimenti preferiti dell' «homo sapiens
giornalisticus». Suggestionato dalla dimostrazione di tranquilla abilità con cui Obama aveva ucciso un reporter durante
un’intervista tv nell’Est Room della Casa Bianca (quante cose succedono in quella casa), speravo di poter dimostrare
almeno in questo gesto altrettanta perizia del presidente americano.

Invece, nulla. Un fallimento,l’ennesimo, quasi roba da Bush...

Deluso, scornato, ritenevo di aver colpito con precisione concedendo non più di un millesimo di secondo al bipede per
evitare l’impatto. Il ginocchio sinistro, del resto, può testimoniarlo. Quand’ecco agitarsi qualcosa sul pavimento, ai
piedi della poltrona sulla quale stringevo i denti per il dolore alla rotula. Lo sfidante non era ancora secco, solo un
po’ «groggy», alla stregua di un pugile suonato. Eccomi pronto quindi per dare il colpo di grazia con un fucile da
caccia, più aduso ai boschi ticinesi che a missioni di morte come questa. Colpo secco alla nuca. Non voglio infierire
sull’avversario che, va pur detto, non ha giocato sporco, pur se ne conosciamo la pericolosità poiché girando il mondo
e visitando luoghi poco puliti, spesso putrescenti, i giornalisti sono veicolo di una quantità altissima di germi delle
più svariate malattie. Come scrive lo Scortecci in un libro che lessi al ginnasio, distruggere o almeno limitare la
diffusione di tali flagelli è addirittura un dovere.

Sono quindi solidale con Obama, criticato immediatamente dal gruppo per i diritti umani «PETJ» (People for Ethical
Treatment of Journalists), il cui portavoce Bruce Friedrich, inviando una macchinetta che consente di catturare i
reporter senza sopprimerli, invita il presidente USA ad «aver compassione per tutti gli umani, anche per i
giornalisti
».


L'Informatore - rivista del Mendrisiotto
per i suoi deliranti articoli palesemente di parte

Il Palio degli Schiavi di Mendrisio - (articolo rivisitato da Offensiva Animalista) 05.06.2009
"Storicamente, l'estremismo ha sempre portato l'umanità a inquisizioni, guerre ed ingiustizie. È il cancro che corrode l'anima e atrofizza la mente, con la conseguente perdita del lumicino della ragione. Tutto è fissato con valori assoluti, indiscutibili. Gli umani dell'offensiva animalista, vivono probabilmente in un simile mondo, intossicato da valori dispotici e di assolutismo. Se osservassero realisticamente la violenza che regola la natura e la brutalità del mondo animale (compresi naturalmente gli umani) si renderebbero conto che nel Palio di Mendrisio il rispetto per i simpatici asinelli è totalmente esemplare, anche da parte del pubblico. Certo che fra tanta confusione - lontani dalla tranquillità dei loro pascoli, la familiarità della loro stalla, ed il disagio creatodallo sconosciuto che li cavalca - si trovano, animalescamente parlando, un poco disorientati! La loro mansueta indole, li porta comunque ad accettare ogni situazione, compresa la curiosità da parte dei bambini, e le fragorose risate ed il grande vociare degli spettatori durante il divertente e spassoso confronto. Confronto infiammato poi dalla testardaggine ed imprevedibilità dei simpatici quadrupedi e dalle rocambolesche cadute degli improvvisati fantini. Si può immaginare che tutto ciò possa far gioire e divertire - oltre ai numerosi spettatori - anche i simpatici asinelli!

Nel Palio di Mendrisio non c'è comunque alcuna violenza, perciò animalisti lasciate in pace la gente che nel rispetto delle regole e della legge fa qualcosa per la comunità, onde aiutare ad amalgamare tutti i cittadini della Nuova Mendrisio, in una comunità tollerante e scevra da tensioni di razze, lingue, religioni, ed inopportuni dissidi. Per quanto riguarda i mansueti asinelli, vi prego di concedere loro, democraticamente, una volta all'anno, la possibilità di cimentarsi in questa simpatica ed allegra competizione. Competizione che, oltretutto, gli asini - animali intelligenti - sanno benissimo che è salutare. Il movimento ed un po' di fatica sono addirittura consigliati dai luminari del benessere cioè veterinari e dottori! Vi suggerisco quindi di indagare i reali soprusi e le violenze sugli animali e (come "parcondicio") anche sugli umanoidi! Ho visto purtroppo anch'io maltrattamenti da condannare senza ritegno!"

Offensiva animalista fa quello che vuole. Quando vuole. E come vuole. E, soprattutto, non accetta pseudolezioni dagli
ignoranti e non discute con persone che non hanno capacità cognitive lontanamente paragonabili a quelle degli animali
che sfruttano e umiliano.


Alla polizia:

Controllateci pure, non abbiamo niente da nascondere, mentre voi, che spiate chi si batte per il rispetto nei confronti degli esseri più deboli e indifesi, siete sempre pronti a scattare sull'attenti per difendere l'indifendibile:
zoo e circhi, vivisettori, macellai, pellicciai, allevatori.
Sempre pronti ad accorrere non appena chi vive di sofferenze e morte inflitta agli animali, vi ordina di precipitarvi per fare valere leggi, come la proibizione di democratiche manifestazioni di protesta
, e norme degne della Cina.
Sveglia, siamo in Svizzera!


Municipio e Polizia di Mendrisio
in merito al Palio degli asini di fine maggio


Tullio Righinetti
parlamentare PLRT, cacciatore

5 maggio 2009: Interrogazione al Consiglio di Stato sull'Animal Liberation Front

31 marzo 2007: Investe un capriolo e insulta e sbeffeggia chi ha tentato di soccorrere l'animale ancora vivo

Appassionato cacciatore e pescatore, nonché relatore di oggetti parlamentari su queste tematiche (vedere anche in basso "Matriosca 21.01.2009")

Righinetti è uno di quegli individui che si diverte a sparare a creature indifese, uno di quelli che ritiene la caccia uno sport, uno insomma che se le prende sempre con i più deboli. È un cacciatore, una di quelle spregevoli categorie che non si sono ancora estinte. Inoltre fa il farmacista, commercia cioè prodotti che, dopo essere stati testati da criminali incalliti, quali sono i vivisettori, e provocato la morte di milioni di animali, avvelenano milioni di esseri umani. Ora il panzone schiuma bava dalla bocca perché la polizia non riesce a catturare gli attivisti dell'Alf.
Su forza, imbracci il fucile e vada a cercarli lui. Buffone!

 

05/05/2009: Interrogazione di Tullio Righinetti
Animalisti e atti criminali: blocchiamo questo terrorismo!

Tullio Righinetti

Lo scorso mese di febbraio sono intervenuto in Gran Consiglio sulla Mozione presentata da Bill Arigoni dal titolo: “Servono ancora gli zoo? Riconvertiamo lo zoo di Magliaso.” Dopo avere esposto la mia posizione, che non mette conto riprendere in questo atto parlamentare, avevo ricordato le operazioni da commando rivoluzionario messe in atto da persone che non ho esitato, e non esito, a definire criminali. Questi individui affermano di fare parte del non ben definito Alf, (Animal liberation Front), una associazione segreta nata in Inghilterra nel 1975, che avrebbe aderenti e sezioni in tutta l’Europa se non addirittura nel mondo intero.

Al Consiglio di Stato avevo chiesto formalmente informazioni esaustive ed aggiornate sull’esito delle indagini di polizia che sarebbero in atto.
Purtroppo la Consigliera di Stato responsabile del messaggio in discussione, non era in grado di dare adeguati chiarimenti sull’oggetto, d’altra parte in quell’occasione il capo dicastero della Polizia Cantonale non era presente.
Così concludendo avevo preannunciato un’interrogazione affinché il Parlamento, ma soprattutto il Paese, venisse informato. Lo faccio oggi stimolato anche da nuovi fatti e altrettante nuove minacce per il futuro.

Dopo i gesti criminali perpetrati a Magliaso a danno di una proprietà privata nel 2007 con danni materiali ingenti, sia strutturali sia con la perdita di animali di grande valore, si è registrata una analoga operazione contro una persona che praticava la nobile arte della falconeria con scopi didattici e storici e non certo per procurasi carne da mangiare. Poi i fumogeni lanciati contro uno spettacolo del Circo Nock, con messa in pericolo di molte persone accompagnate da bambini, senza dimenticare i furgoni, appartenenti a commercianti di carne dati alle fiamme a Giubiasco e a Cadenazzo. Ora, è storia recente, sono state rotte vetrine e attaccate macellerie, ree di “squartare capretti” destinati alle tavole pasquali. Si è trattato e si tratta di vere azioni di guerriglia, non certo di semplici bravate studentesche.

Nel mese di aprile il C.d.T. ha riferito di una lettera minatoria giunta in redazione e ha ampiamente informato sulla storia di questo anomalo movimento. Sul caffè di domenica 3 marzo è apparso un dettagliato servizio, si tratta addirittura di una intervista segreta ad alcune persone che non solo si sono vantate della loro “missione”, ma hanno prospettato nuovi interventi e in particolare contro il nuovo macello cantonale.

Dopo oltre due anni dai noti fatti di Magliaso, seguiti da altre analoghe operazioni criminali, nulla si sa sugli autori e soprattutto non è noto a che punto si trovino le indagini di Polizia. Ho personalmente fiducia nella nostra Polizia, alla quale ho sempre manifestato, nella mia attività parlamentare, stima e sostegno. Tuttavia sono perplesso di questi ritardi, e mi chiedo, come molti ticinesi, a che punto siano le indagini, meravigliandomi di non vedere risultati concreti a distanza di tanto tempo.

L’articolo apparso sul Caffè dal titolo “Colpiremo il macello cantonale!”, frutto di una intervista in un pubblico esercizio tra un giornalista del domenicale e alcuni responsabili dell’ALF, deve fare pensare. Si tratta, a non averne dubbi, di una minaccia allo Stato di diritto che preoccupa la popolazione, e non può né deve lasciare indifferenti le autorità. Una forma di apologia del crimine finalizzato al fanatismo animalista.

Detto questo interrogo l’esecutivo a sapersi: cosa ne pensa il CdS di questo Alf e dei suoi fanatici aderenti. Li considera veri criminali in grado di mettere in pericolo le strutture private e i cittadini stessi, o li reputa semplicemente dei… gogliardi? A che punto sono le indagini, visto che sono passati oramai anni, e che in alcuni casi esistevano tracce non da poco per individuare gli autori?

Al di là della libertà di stampa, sacrosanta, il CdS considera accettabile che un gruppo di criminali possa restare nell’incognito, dopo un colloquio in luogo pubblico, nel corso di un incontro che viene definito “semiclandestino”, nel quale, non solo è stata ammessa la paternità delle operazioni criminali, ma sono stati pure prospettati nuovi atti illeciti e fatte gravi minacce per l’ordine pubblico ?

Cosa intende fare il Governo per evitare future operazioni di questo tipo, ora che addirittura sono stati indicati gli obiettivi tramite stampa?

Una rapida ed esaustiva richiesta alle domande poste è indispensabile per tranquillizzare l’opinione pubblica, oltre che i proprietari chiaramente indicati.


Tullio Righinetti, deputato PLR in Parlamento

Ecco chi è Tullio Righinetti:

Dottore in farmacia, ha ceduto l'attività alla figlia Francesca.

Patrizio di Ponte Capriasca, dove vive, coltiva la vigna, pratica la caccia, la pesca e la cinofilia.

La politica l'ha vissuta in famiglia. Sindaco di Ponte Tresa e Presidente del primo Consiglio Comunale. Attendo ai
problemi regionali e viari del Basso-Malcantone. Entra in Gran Consiglio nel 1979 ed è nominato Presidente nel 1994. Ha
seduto in tutte le Commissioni. Attualmente è membro della "Gestione e delle Finanze".

Relatore di importanti oggetti: sanità, perequazione, leggi elettorali e Costituzione, aggregazioni, viabilità,
caccia, pesca, funghi, ecc...

Liberale di appartenenza ma pure convinto della bontà del pensiero liberale, è contro lo Stato chioccia, i dirigismi,
l'aumento delle imposte. Si batte per la responsabilizzazione individuale e una società adeguata ma mirata.

Vive la politica come una componente importante e irrinunciabile della sua esistenza e come personale messa a
disposizione del Paese delle sue risolrse e forze migliori.

Testimonianza pubblicata su InfoPINO.ch il 4 aprile 2007

Il capriolo ferito, la sensibilità del passante, lo squallore del politicante

Sabato 31 marzo mentre con la mia auto transitavo sulla strada cantonale tra Cureglia e Origlio ho avuto modo d’assistere ad una scena che mi ha toccato profondamente il cuore. Un capriolo era stato investito da un’auto e in seguito posto sul ciglio della strada.
Io appena mi sono resa conto dell’accaduto sono scesa dalla mia autovettura e mi sono precipitata ad accertarmi delle condizioni dell’animale, nella speranza di poterlo soccorrere.

Il capriolo era accovacciato a terra, cosciente e con i suoi grossi occhietti impauriti ci guardava. Io ho iniziato ad accarezzarlo per rassicurarlo e a verificare la gravità delle sue ferite. A quel punto l’uomo che lo ha investito a gran voce ha iniziato a dire che si trattava solo di un animale, che se fosse stato per lui l’avrebbe sgozzato immediatamente e che era il caso che io e le altre persone che si erano fermate ce ne andassimo. Poi ha ironizzato in modo sarcastico sul fatto che volevamo chiamare un veterinario o la protezione animali.

In quel momento ho capito che di fronte a me c’era una persona senza un minimo di sensibilità e senso morale. Ciò non mi ha stupito particolarmente perché purtroppo in più occasioni ho avuto a che fare con persone di questo genere.
Quello che invece mi ha rattristato e deluso profondamente è che quest’uomo non era una persona qualsiasi ma un gran consigliere di spicco e molto noto nel Luganese, che oltretutto rappresenta la mia ideologia politica.
Mi sono chiesta come possa una persona arrogante e insensibile come lui essere al potere per rappresentare e difendere il volere di chi lo ha eletto.
Quest’uomo è come si sol dire un «camaleonte»: davanti alle telecamere e all’opinione pubblica sa come presentarsi ma poi nella vita privata si comporta diversamente da quello che vorrebbe fare apparire.
Mi auguro vivamente che con i suoi comportamenti negativi non metta in cattiva luce i suoi colleghi e compagni di partito che a differenza sua lottano e si battono a favore dei cittadini.

La persona in questione è Tullio righinetti, che si dovrebbe vergognare di esistere (n.d.OffensivaAnimalista).