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LA
GOGNA
Questo
spazio è riservato a chi si è distinto in modo negativo
nei confronti degli animali in Ticino.
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CARLO
GIANINAZZI, Canobbio
per
la sua aberrante lettera al Corriere del Ticino, "Cani
pericolosi?"
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Cani pericolosi?
CARLO GIANINAZZI,CANOBBIO
Uno di quei cani sbranapersone ha potuto gloriarsi
di una nuova medaglia. Si tratta di un rottweiler che assalta una
famiglia che faceva pic-nic in un prato e che s’è trovata
il bambino di 4 anni gravemente ferito dal bestione che non era
tenuto al guinzaglio.
Drammi
che si ripetono e che lasciano, dopo un pietoso e momentaneo sgomento,
le cose come erano ieri e come si perpetuano oggi.
Dopo
anni di discussioni sulla pericolosità di alcune razze canine
si è ridotti a dover sopportare che cani feroci e padroni
incoscienti possano mettere a repentaglio la vita di persone che
circolano ignare sulle strade o nei parchi di villaggi e di città.
Molti
come il sottoscritto non riescono a farsene una ragione, non riescono
a rendersi conto che altre persone possano tenersi impunemente una
bestia che può azzannare e a volte uccidere un essere umano.
Di
recente, inoltre, s’è dovuto leggere di queste razze
di cani che azzannano e spesso uccidono i figli dei proprietari
stessi. Nessun ragionamento e nessun dolore riescono a portare a
un rango di civiltà queste persone che si vantano di possedere
questi pericolosi animali. Persino le istituzioni federali e cantonali
(quelle ticinesi che si trovano impantanate tra la chiusura dei
bordelli e l’apertura di un accettabile poligono di tiro)
si bloccano davanti a delle soluzioni che possano garantire sicurezza
all’intera popolazione.
Davanti
a questo problema vi è tendenza a chiudere gli occhi, bastano
due lacrime di coccodrillo quando un bambino viene assalito o sbranato.
Ci
si accontenta di sapere che il cagnaccio cattivo
è stato eliminato e che il padrone del cane
è vivo e in buona salute.
Lettere ai lettori, Corriere del Ticino, sabato 8 agosto 2009
Risposta
del PP in marito al caso di Giada
estratto
dal decreto di non luogo a procedere per la ex-volontaria
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Pagina
2: la Rossi ha finalmente ammesso di aver detto più volta
di voler uccidere Giada (ovviamente non davanti ai suoi
amati media)!
Pagina
3: dichiarazione del PP di lecita possibilità di soppressione
di un gatto del tutto sano solo in base al giudizio dell'anziana
signora, senza nemmeno un tentativo di reiserimento o un'analisi
del caso specifico.
testo
intero del decreto:
pag
1, pag 2, pag
3, pag 4
Lucia
Pedrazzini (24 anni), Moleno
ha
appena ottenuto la patente di caccia, unica esponente femminile
ticinese
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Quando
la caccia è donna
La 24enne di Moleno Lucia Pedrazzini è l’unica
esponente del gentil sesso ad aver staccato la patente agli
ultimi esami
La
Regione, 20.07.2009 - di
Alan Del Don
In
settembre il debutto |
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A
ben pensarci in origine furono Diana ed Artemide, rispettivamente
dea romana e greca della caccia. È anche donna,
dunque, una delle attività più antiche al mondo.
È sempre più donna, oseremmo dire. Le rappresentanti
del gentil sesso
che decidono di praticare l’hobby venatorio nel nostro
Cantone non sono più delle mosche bianche. Anche se
la
percentuale resta ancora bassissima in un mondo che per antonomasia
rimane maschile. Tra i 68 neocacciatori che hanno
staccato la patente agli ultimi esami (si veda l’articolo
sotto) figura un’unica esponente femminile: ve ne erano
altre
due che sono però state bocciate. Si tratta della 24enne
di Moleno Lucia Pedrazzini, studentessa universitaria a
Losanna dopo essersi diplomata all’Alta scuola pedagogica
di Locarno, che abbiamo intervistato per capire con che
spirito si accinge ad affrontare la sua prima stagione che
si aprirà il prossimo 1° settembre.
Il
‘suo’ territorio sarà la Vallemaggia (ma
il posto preciso «non si dice», chiosa furbescamente)
e la caccia sarà
quella alta. Ad accompagnare Lucia, il padre Jvanhoe, che
le ha trasmesso la passione per l’arte venatoria. La
24enne è
infatti da ben dieci anni che – «studi e tempo
permettendo» – segue il padre a caccia. Al di
là di questo stretto
legame familiare che ha influito sulla tua scelta, cosa ti
ha spinto a diventare cacciatrice? «La tradizione: da
quando
ho iniziato a camminare con la mia famiglia andavo spesso
in montagna. In queste occasioni mio papà mi ha insegnato
ad
osservare anche gli animali e a conoscere i loro comportamenti
– rileva Lucia Pedrazzini –. Una volta cresciuta
ho
avuto la possibilità di seguirlo durante il periodo
della caccia. Devo dire che mi ha trasmesso il piacere di
stare
nella natura, alla mattina presto, prima del sorgere del sole
e al crepuscolo. Mi ha pure insegnato il rispetto per gli
animali e per l’ambiente. Il mio papà mi ha sempre
ripetuto “non si va a caccia per riempire il congelatore”,
ciò
sottintende l’importanza di un’etica venatoria».
Il
corso che hai seguito ha avuto 104 partecipanti, ma solo 68
ce l’hanno fatta... «Il corso è stato molto
impegnativo,
sia in termini di tempo da dedicare, sia per quanto riguarda
la mole di nozioni da apprendere. I corsi da seguire per l’
ottenimento della patente sono suddivisi in due anni e sono
sia di natura pratica che teorica. Durante il primo anno
bisogna partecipare a due giornate di lavoro pratico nel corso
delle quali si viene assegnati ad una società di
cacciatori per aiutare a “pulire” delle zone non
necessariamente territorio di caccia, e a due giornate di
osservazione
e conteggio della selvaggina (ad esempio ungulati, marmotte,
stambecchi, fagiano di monte e pernici). Parallelamente
alla stagione della caccia, è necessario presenziare
(una giornata) ai posti di controllo della selvaggina. Durante
il
secondo anno la Federazione dei cacciatori ticinesi organizza
un corso preparatorio (dalle 20.30 alle 23, due volte a
settimana per due mesi) durante il quale dei relatori trattano
in dettaglio la materia d’esame presente nel manuale.
Alla fine vi sono tre esami da superare: il primo è
quello scritto, composto da novanta domande a crocette (la
sufficienza è a settanta punti); in seguito, chi ha
superato l’esame scritto, deve affrontare quello orale
suddiviso in
tre parti: manipolazione armi, leggi e selvaggina. Per finire
bisogna sostenere l’esame di tiro, diviso anch’esso
in
tre parti: tiro a palla, al piattello e alla lepre dove bisogna
conseguire un punteggio prestabilito – prosegue la
nostra interlocutrice –. A mio modo di vedere, soprattutto
per quanto riguarda la parte teorica, penso che questa vada
troppo nel dettaglio e che, quindi, sia difficile da memorizzare,
in primis per persone non più abituate a studiare o
non più così giovani. In questo modo potrebbero
venir esclusi dei potenziali bravi e corretti cacciatori».
Nella
caccia, anche alle nostre latitudini, le donne sono una rarità.
Non temi di venire, in un certo senso,
discriminata? Ovvero, che gli uomini possano non ritenerti
alla loro altezza oppure semplicemente perché non vedono
di
buon occhio che una rappresentante del gentil sesso possa
svolgere un’attività che sentono, per tradizione,
‘loro’...
«Assolutamente no. La maggior parte degli uomini che
ho avuto la fortuna di incontrare e conoscere nell’ambito
della
caccia non ha mai mostrato di ritenersi superiore a me, anzi
mi hanno sempre aiutata, specialmente in ambiti per me un
pochino ostici come le armi, e accettata», risponde
la 24enne.
La
caccia non fa l’unanimità a sud delle Alpi. Né
tra la popolazione, né tantomeno fra talune associazioni
ambientaliste od organizzazioni varie. Da donna quale sei,
pensi di poter portare in questo ambiente una sensibilità
diversa, un’altra visione dell’attività
venatoria? «Ritengo sia importante che tutti i cacciatori,
e non solo io come
donna, debbano impegnarsi a restituire un’immagine veritiera
e completa della caccia. Purtroppo trovo ci sia molta
disinformazione in questo ambito e ciò penso sia uno
degli aspetti sui quali si debba ancora lavorare – afferma
la
giovane di Moleno –. Dare agli ambientalisti ed alle
varie organizzazioni un quadro completo su tutto quanto riguarda
la caccia: dalla sua importanza per la pianificazione del
territorio alla grande regolamentazione di quest’ultima».
Secondo
te, quali caratteristiche deve possedere un buon cacciatore?
«Un buon cacciatore dovrebbe innanzitutto
possedere un’etica venatoria, cioè rispettare
la natura e la selvaggina. Inoltre deve avere la consapevolezza
di
disporre di un’arma che potrebbe essere pericolosa se
non maneggiata nella giusta maniera», afferma la nostra
interlocutrice.
Con
quale spirito ti appresti ad affrontare il debutto nei boschi
ticinesi? «Con un po’ di fortuna non solo da
spettatore», conclude speranzosa con un bel sorriso
Lucia Pedrazzini. In bocca al lupo, quindi!
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Presidente
USA Barack Obama
per
aver dimostrato la sua natura meschina uccidendo una mosca
vantandosene
...E
COLORO CHE RIDONO DELL'EPISODIO SEGUENDO IL SUO ESEMPIO
QUOTIDIANAMENTE
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Le
televisioni di tutto il mondo hanno mostrato compiaciute uno sketch
che ha avuto come protagonista il presidente degli Stati Uniti,
Barak Obama.
Infastidito
da una mosca, l'uomo che solo allocchi e ignoranti pensano sia il
nuovo salvatore dell'umanità in salsa verde, non ha ritenuto
sufficiente scacciare l'insetto con una mano. Nossignori. Ha interrotto
l'intervista, ha lasciato posare il pericoloso essere alato e, con
un colpo da maestro, l'ha fulminato, sorridendo divertito e ricevendo
gli apprezzamenti del pennivendolo di turno che pendeva dalle sue
labbra.
Mr.
Obama ha poi allontanato con le sue prezione scarpe il cadavere
di un essere che aveva quanto lui diritto di vivere su questo pianeta,
e ha invitato le telecamere a inquadrare l'oggetto della sua prodezza.
Nella
storia delle cosiddette democrazie occidentali ci risulta che solo
un politico di primo piano sia stato vegano, il presidente della
Slovenia, Janez Drnovšek, purtroppo deceduto lo scorso anno.
Ma il gesto di Barak Obama, e il ghigno divertito che ha
mostrato all'umanità per avere ucciso un insetto, dimostrano
che è esattamente quello che sono tutti coloro che si comportano
in questo modo: degli stronzi.
Il
video: http://www.youtube.com/watch?v=pViFz3vsCvU&feature=related
Ancora
una volta rimaniamo allibiti dalla mancanza totale di etica e compassione
dimostrata dai giornalisti della stampa ticinese. Offriamo quindi,
ancora una volta, il punto di vista di un animalista riguardo un
episodio che ai più potrà sembrare banale o addirittura
ridicolo, per ricordare che anche il più piccolo degli animali
è un essere senziente e meritevole di rispetto e soprattutto
compassione. Solo ignoranti ed esseri senza alcun senso di empatia
possono vantarsi della distruzione di una creatura debole ed indifesa.
Consigliamo
inoltre al giornalista in questione l'uso di un buon vocabolario
e di una grammatica della lingua italiana, per non scadere ulteriormente
in imbarazzanti errori. Siamo quindi a disposizione per consigliare
i volumi più adatti allo scopo. L'articolo è stato,
qui, corretto da noi.
IL GIRO
DELLA PENNINA
Requiem
per un giornalista: qua la mano, Barack
Obama
«Yes,
You Can!». Mentre ripeto mentalmente l’esortazione
del presidente USA Barak Obama, rivolta agli americani per
cercare di superare insieme, con buona volontà, la grave
crisi che mette a dura prova gran parte della popolazione del
globo terraqueo, alzo il braccio e prendo la mira. Poi il pugno
destro si abbatte sul blaterante disturbatore notturno,
con tutta la violenza di cui ancora dispone l’arto. Ne segue
un urlo: se dubitavo della mia abilità nell’acchiappare
giornalisti, non ho dubbi stavolta su quel che è successo.
Anche l’ultimo frammento di cartilagine al quale mi
aggrappavo per mantenere un uso quasi normale del ginocchio sinistro
se n’era andato in frantumi. Ma il giornalista,
quello almeno, sarà finito spiaccicato sul pugno che avevo
armato con tutta la cattiveria possibile? Sollevo la mano
con la solita cautela, sempre in preda al terribile dolore rotuleo
e nulla, proprio nulla lasciava intuire che in quel
punto preciso, fino a un secondo prima, ci fosse un umano che sembrava
disposto a prestarsi al terribile gioco, per lui
una specie di roulette russa. Che del resto sembra essere uno dei
divertimenti preferiti dell' «homo sapiens
giornalisticus». Suggestionato dalla dimostrazione di tranquilla
abilità con cui Obama aveva ucciso un reporter durante
un’intervista tv nell’Est Room della Casa Bianca (quante
cose succedono in quella casa), speravo di poter dimostrare
almeno in questo gesto altrettanta perizia del presidente americano.
Invece,
nulla. Un fallimento,l’ennesimo, quasi roba da Bush...
Deluso,
scornato, ritenevo di aver colpito con precisione concedendo non
più di un millesimo di secondo al bipede per
evitare l’impatto. Il ginocchio sinistro, del resto, può
testimoniarlo. Quand’ecco agitarsi qualcosa sul pavimento,
ai
piedi della poltrona sulla quale stringevo i denti per il dolore
alla rotula. Lo sfidante non era ancora secco, solo un
po’ «groggy», alla stregua di un pugile suonato.
Eccomi pronto quindi per dare il colpo di grazia con un fucile da
caccia, più aduso ai boschi ticinesi che a missioni di morte
come questa. Colpo secco alla nuca. Non voglio infierire
sull’avversario che, va pur detto, non ha giocato sporco,
pur se ne conosciamo la pericolosità poiché girando
il mondo
e visitando luoghi poco puliti, spesso putrescenti, i giornalisti
sono veicolo di una quantità altissima di germi delle
più svariate malattie. Come scrive lo Scortecci in un libro
che lessi al ginnasio, distruggere o almeno limitare la
diffusione di tali flagelli è addirittura un dovere.
Sono
quindi solidale con Obama, criticato immediatamente dal gruppo per
i diritti umani «PETJ» (People for Ethical
Treatment of Journalists), il cui portavoce Bruce Friedrich, inviando
una macchinetta che consente di catturare i
reporter senza sopprimerli, invita il presidente USA ad «aver
compassione per tutti gli umani, anche per i
giornalisti».
L'Informatore
- rivista del Mendrisiotto
per
i suoi deliranti articoli palesemente di parte
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Il Palio
degli Schiavi di Mendrisio -
(articolo rivisitato da Offensiva Animalista) 05.06.2009
"Storicamente,
l'estremismo ha sempre portato l'umanità a inquisizioni,
guerre ed ingiustizie. È il cancro che corrode l'anima e
atrofizza la mente, con la conseguente perdita del lumicino della
ragione. Tutto è fissato con valori assoluti, indiscutibili.
Gli umani dell'offensiva animalista, vivono probabilmente
in un simile mondo, intossicato da valori dispotici e di assolutismo.
Se osservassero realisticamente la violenza che regola la natura
e la brutalità del mondo animale (compresi naturalmente gli
umani) si renderebbero conto che nel Palio di Mendrisio il rispetto
per i simpatici asinelli è totalmente esemplare,
anche da parte del pubblico. Certo che fra tanta confusione - lontani
dalla tranquillità dei loro pascoli, la familiarità
della loro stalla, ed il disagio creatodallo sconosciuto che li
cavalca - si trovano, animalescamente parlando, un poco disorientati!
La loro mansueta indole, li porta comunque ad accettare ogni situazione,
compresa la curiosità da parte dei bambini, e le fragorose
risate ed il grande vociare degli spettatori durante il divertente
e spassoso confronto. Confronto infiammato poi dalla testardaggine
ed imprevedibilità dei simpatici quadrupedi
e dalle rocambolesche cadute degli improvvisati fantini. Si
può
immaginare che tutto ciò possa far gioire e divertire - oltre
ai numerosi spettatori - anche i simpatici asinelli!
Nel
Palio di Mendrisio non c'è comunque alcuna violenza, perciò
animalisti lasciate in pace la gente che nel rispetto delle regole
e della legge fa qualcosa per la comunità,
onde aiutare ad amalgamare tutti i cittadini della Nuova Mendrisio,
in una comunità tollerante e scevra da tensioni di razze,
lingue, religioni, ed inopportuni dissidi. Per quanto riguarda
i mansueti asinelli, vi prego di concedere loro,
democraticamente, una volta all'anno, la possibilità di cimentarsi
in questa simpatica ed allegra competizione. Competizione
che, oltretutto, gli asini - animali intelligenti - sanno benissimo
che è salutare. Il movimento ed un po' di fatica sono addirittura
consigliati dai luminari
del benessere cioè veterinari e dottori! Vi suggerisco quindi
di indagare i reali soprusi e le violenze sugli
animali e (come "parcondicio") anche sugli umanoidi! Ho
visto purtroppo anch'io maltrattamenti da condannare senza ritegno!"
Offensiva
animalista fa quello che vuole. Quando vuole. E come vuole. E, soprattutto,
non accetta pseudolezioni dagli
ignoranti e non discute con persone che non hanno capacità
cognitive lontanamente paragonabili a quelle degli animali
che sfruttano e umiliano.
Controllateci pure, non abbiamo niente da nascondere, mentre voi,
che spiate chi si batte per il rispetto nei confronti degli esseri
più deboli e indifesi, siete sempre pronti a scattare sull'attenti
per difendere l'indifendibile:
zoo e circhi, vivisettori, macellai, pellicciai, allevatori.
Sempre pronti ad accorrere non appena chi vive di sofferenze e morte
inflitta agli animali, vi ordina di precipitarvi per fare valere
leggi, come
la proibizione di democratiche manifestazioni di protesta,
e
norme degne della Cina.
Sveglia, siamo in Svizzera!
Municipio
e Polizia di Mendrisio
in
merito al Palio degli asini di fine maggio
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Tullio
Righinetti
parlamentare
PLRT, cacciatore
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5
maggio 2009: Interrogazione al Consiglio
di Stato sull'Animal Liberation Front
31
marzo 2007: Investe un capriolo
e insulta e sbeffeggia chi ha tentato di soccorrere l'animale
ancora vivo
Appassionato
cacciatore e pescatore, nonché
relatore di oggetti parlamentari su queste tematiche (vedere
anche in basso "Matriosca 21.01.2009")
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Righinetti
è uno di quegli individui che si diverte a sparare
a creature indifese, uno di quelli che ritiene
la caccia uno sport, uno insomma che se le prende
sempre con i più deboli. È un cacciatore,
una di quelle spregevoli categorie che non si sono ancora estinte.
Inoltre fa il farmacista, commercia cioè
prodotti che, dopo essere stati testati da criminali incalliti,
quali sono i vivisettori, e provocato la morte di milioni di animali,
avvelenano milioni di esseri umani. Ora il panzone schiuma bava
dalla bocca perché la polizia non riesce a catturare gli
attivisti dell'Alf.
Su forza, imbracci il fucile e vada a cercarli
lui. Buffone!
05/05/2009:
Interrogazione di Tullio Righinetti
Animalisti e atti criminali: blocchiamo questo terrorismo!
Tullio
Righinetti
Lo
scorso mese di febbraio sono intervenuto in Gran Consiglio sulla
Mozione presentata da Bill Arigoni dal titolo: “Servono ancora
gli zoo? Riconvertiamo lo zoo di Magliaso.” Dopo avere esposto
la mia posizione, che non mette conto riprendere in questo atto
parlamentare, avevo ricordato le operazioni da commando rivoluzionario
messe in atto da persone che non ho esitato, e non esito, a definire
criminali. Questi individui affermano di fare parte del non ben
definito Alf, (Animal liberation Front), una associazione segreta
nata in Inghilterra nel 1975, che avrebbe aderenti e sezioni in
tutta l’Europa se non addirittura nel mondo intero.
Al
Consiglio di Stato avevo chiesto formalmente informazioni esaustive
ed aggiornate sull’esito delle indagini di polizia che sarebbero
in atto.
Purtroppo la Consigliera di Stato responsabile del messaggio in
discussione, non era in grado di dare adeguati chiarimenti sull’oggetto,
d’altra parte in quell’occasione il capo dicastero della
Polizia Cantonale non era presente.
Così concludendo avevo preannunciato un’interrogazione
affinché il Parlamento, ma soprattutto il Paese, venisse
informato. Lo faccio oggi stimolato anche da nuovi fatti e altrettante
nuove minacce per il futuro.
Dopo
i gesti criminali perpetrati a Magliaso
a danno di una proprietà privata nel 2007 con danni materiali
ingenti, sia strutturali sia con la perdita di animali di grande
valore, si è registrata una analoga operazione contro una
persona che praticava la nobile arte della falconeria
con scopi didattici e storici e non certo per procurasi carne da
mangiare. Poi i fumogeni lanciati contro uno spettacolo del Circo
Nock, con messa in pericolo di molte persone accompagnate da bambini,
senza dimenticare i furgoni, appartenenti a commercianti di carne
dati alle fiamme a Giubiasco e a Cadenazzo. Ora, è storia
recente, sono state rotte vetrine e attaccate macellerie, ree di
“squartare capretti” destinati alle tavole pasquali.
Si è trattato e si tratta di vere azioni di guerriglia, non
certo di semplici bravate studentesche.
Nel
mese di aprile il C.d.T. ha riferito di una lettera minatoria giunta
in redazione e ha ampiamente informato sulla storia di questo anomalo
movimento. Sul caffè di domenica 3 marzo è apparso
un dettagliato servizio, si tratta addirittura di una intervista
segreta ad alcune persone che non solo si sono vantate della loro
“missione”, ma hanno prospettato nuovi interventi e
in particolare contro il nuovo macello cantonale.
Dopo
oltre due anni dai noti fatti di Magliaso, seguiti da altre analoghe
operazioni criminali, nulla si sa sugli autori e soprattutto non
è noto a che punto si trovino le indagini di Polizia. Ho
personalmente fiducia nella nostra Polizia, alla quale ho sempre
manifestato, nella mia attività parlamentare, stima e sostegno.
Tuttavia sono perplesso di questi ritardi, e mi chiedo, come molti
ticinesi, a che punto siano le indagini, meravigliandomi di non
vedere risultati concreti a distanza di tanto tempo.
L’articolo
apparso sul Caffè dal titolo “Colpiremo il macello
cantonale!”, frutto di una intervista in un pubblico esercizio
tra un giornalista del domenicale e alcuni responsabili dell’ALF,
deve fare pensare. Si tratta, a non averne dubbi, di una minaccia
allo Stato di diritto che preoccupa la popolazione, e non può
né deve lasciare indifferenti le autorità. Una
forma di apologia del crimine finalizzato al fanatismo animalista.
Detto
questo interrogo l’esecutivo a sapersi: cosa ne pensa il CdS
di questo Alf e dei suoi fanatici aderenti.
Li considera veri criminali in grado di mettere in pericolo le strutture
private e i cittadini stessi, o li reputa semplicemente dei…
gogliardi? A che punto sono le indagini, visto che sono passati
oramai anni, e che in alcuni casi esistevano tracce non da poco
per individuare gli autori?
Al
di là della libertà di stampa, sacrosanta, il CdS
considera accettabile che un gruppo di criminali possa restare nell’incognito,
dopo un colloquio in luogo pubblico, nel corso di un incontro che
viene definito “semiclandestino”, nel quale, non solo
è stata ammessa la paternità delle operazioni criminali,
ma sono stati pure prospettati nuovi atti illeciti e fatte gravi
minacce per l’ordine pubblico ?
Cosa
intende fare il Governo per evitare future operazioni di questo
tipo, ora che addirittura sono stati indicati gli obiettivi tramite
stampa?
Una
rapida ed esaustiva richiesta alle domande poste è indispensabile
per tranquillizzare l’opinione pubblica, oltre che i proprietari
chiaramente indicati.
Tullio Righinetti, deputato PLR in Parlamento
Ecco
chi è Tullio Righinetti:
Dottore
in farmacia, ha ceduto l'attività alla figlia Francesca.
Patrizio
di Ponte Capriasca, dove vive, coltiva la vigna, pratica
la caccia, la pesca e la cinofilia.
La
politica l'ha vissuta in famiglia. Sindaco di Ponte Tresa
e Presidente del primo Consiglio Comunale. Attendo ai
problemi regionali e viari del Basso-Malcantone. Entra in
Gran Consiglio nel 1979 ed è nominato Presidente nel
1994. Ha
seduto in tutte le Commissioni. Attualmente è membro
della "Gestione e delle Finanze".
Relatore
di importanti oggetti: sanità, perequazione, leggi
elettorali e Costituzione, aggregazioni, viabilità,
caccia, pesca, funghi, ecc...
Liberale
di appartenenza ma pure convinto della bontà del pensiero
liberale, è contro lo Stato chioccia, i dirigismi,
l'aumento delle imposte. Si batte per la responsabilizzazione
individuale e una società adeguata ma mirata.
Vive
la politica come una componente importante e irrinunciabile
della sua esistenza e come personale messa a
disposizione del Paese delle sue risolrse e forze migliori.
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Testimonianza
pubblicata su InfoPINO.ch il 4 aprile 2007
Il capriolo
ferito, la sensibilità del passante, lo squallore
del politicante
Sabato
31 marzo mentre con la mia auto transitavo sulla strada
cantonale tra Cureglia e Origlio ho avuto modo d’assistere
ad una scena che mi ha toccato profondamente il cuore. Un
capriolo era stato investito da un’auto e in seguito
posto sul ciglio della strada.
Io appena mi sono resa conto dell’accaduto sono scesa
dalla mia autovettura e mi sono precipitata ad accertarmi
delle condizioni dell’animale, nella speranza di poterlo
soccorrere.
Il
capriolo era accovacciato a terra, cosciente e con i suoi
grossi occhietti impauriti ci guardava. Io ho iniziato ad
accarezzarlo per rassicurarlo e a verificare la gravità
delle sue ferite. A quel punto l’uomo
che lo ha investito a gran voce ha iniziato a dire che si
trattava solo di un animale, che se fosse stato per lui
l’avrebbe sgozzato immediatamente e che era il caso
che io e le altre persone che si erano fermate ce ne andassimo.
Poi ha ironizzato in modo sarcastico sul fatto che volevamo
chiamare un veterinario o la protezione animali.
In
quel momento ho capito che di fronte a me c’era una
persona senza un minimo di sensibilità e senso morale.
Ciò non mi ha stupito particolarmente perché
purtroppo in più occasioni ho avuto a che fare con
persone di questo genere.
Quello che invece mi ha rattristato e deluso profondamente
è che quest’uomo non era una persona qualsiasi
ma un gran consigliere di spicco e molto noto nel Luganese,
che oltretutto rappresenta la mia ideologia politica.
Mi sono chiesta come possa una persona arrogante e insensibile
come lui essere al potere per rappresentare e difendere
il volere di chi lo ha eletto.
Quest’uomo è come si sol dire un «camaleonte»:
davanti alle telecamere e all’opinione pubblica sa
come presentarsi ma poi nella vita privata si comporta diversamente
da quello che vorrebbe fare apparire.
Mi auguro vivamente che con i suoi comportamenti negativi
non metta in cattiva luce i suoi colleghi e compagni di
partito che a differenza sua lottano e si battono a favore
dei cittadini.
La
persona in questione è Tullio righinetti, che si
dovrebbe vergognare di esistere (n.d.OffensivaAnimalista).
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