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alla GoGnA:
Comunicato Stampa
LA VERITÀ SULLA MORTE DEL DOGO ARGENTINO

29.11.2010 - due anni dopo

Pubblichiamo un documento che non avremmo mai voluto pubblicare e che riguarda la soppressione (avvenuta due anni fa) del dogo argentino di cui si sono occupati, a lungo, i mass media ticinesi e che ha intristito e lasciato perplesse persone da tutta la Svizzera.


Il cucciolo di dogo, colpevole solo di essersi difeso dalle sevizie di un padrone che gli spegneva le sigarette in testa, è stato tenuto in custodia a lungo dalla SPAB in attesa che il Vet. Cant. Tullio Vanzetti decidesse la sua sorte. Era un cane del tutto recuperabile.

Nonostante le diverse opzioni che Offensiva Animalista aveva offerto, in collaborazione con alcuni noti esperti, il cane è stato ucciso dalle autorità. In seguito all'incontro avuto in precedenza con il veterinario cantonale, infatti, il clima sembrava positivo e la speranza era alta.


Eppure, improvvisamente, la notizia della soppressione. Nessun perché, nessun preavviso.

Ora, a distanza di due anni, possiamo finalmente far luce su questo mistero. La lettera che ci è pervenuta risale infatti alla settimana prima dell'uccisione.

Non aggiungiamo alcun commento.

Giudicate voi chi è il responsabile della morte di quel cane.
Giudicate voi se un’associazione, piuttosto che veder riconosciuto qualche merito ad un’altra, preferisce decretare la morte di un animale.


Una precisazione importante: Simona Mombelli, membro dell'ATRA (Associazione per l’abolizione della vivisezione), nonché rappresentante del CDA (Centro di documentazione animalista) non ha affatto agito a livello personale.

La lettera al veterinario cantonale che segue è stata discussa durante una riunione del CDA, come ci hanno dichiarato ex attivisti del gruppo di Molteni e che, proprio per questo motivo, se ne sono andati sbattendo la porta.

vedi il documento


VETERINARIO O MACELLAIO?

L’avvenuto assassinio del cucciolo di dogo argentino, alla luce delle più di 500 firme in sua difesa raccolte in meno di una settimana in tutto il Ticino da parte di Offensiva Animalista, ci conferma che il Dottor Tullio Vanzetti, la Dottoressa Marta Morini-Lanfranconi, e i collaboratori dell’ ufficio preposto, poco hanno davvero a che fare con la professione di veterinario e possono essere invece considerati alla stregua di macellai.
La morte del dogo è apparsa nei media con un comunicato colmo di menzogne; difatti come ci è stato ribadito da più persone, il cane era tenuto in condizioni pietose, di certo non idonee e maltrattato da un uomo con gravi problemi sociali. Inoltre il Dottor Vanzetti ha cambiato continuamente versione durante le nostre numerose chiamate informative, dando di volta in volta una risposta diversa a seconda della persona con cui stava parlando.
Considerando che il Dott. Vanzetti e tutti gli altri funzionari dell’ufficio del veterinario cantonale sono pagati con le tasse dei cittadini ticinesi ci si aspetterebbe come minimo una certa chiarezza ed onestà d’intenti.
Infine al Dottor Vanzetti è stata data non solo l’opportunità di rieducare il cane in quel di Arese nella struttura di Vita Da Cani (non un rifugio ma un centro di recupero specializzato), ma anche di affidarlo privatamente a persone competenti in Svizzera e ancora in una struttura che si occupa solo di questa razza, di cui la maggior parte sordi proprio come il cucciolo assassinato. Di alternative valide e sicure dunque ve n’erano. Ma si è deciso per la via più comoda: l’assassinio.

Alla luce di questo triste episodio, Offensiva Animalista a partire da subito e a tempo indeterminato da il via ad una protesta che si svolgerà su più fronti.

Incominciamo a far sentire il nostro sdegno ai diretti interessati:

Ufficio del Veterinario cantonale: [email protected]

Marta Morini-Lanfranconi: [email protected]
tel.: 0041/91.814.41.06

Tullio Vanzetti, veterinario cantonale: [email protected]

Luca Bacciarini sostituto veterianario cantonale: [email protected]

Ufficio del Veterinario cantonale

All'att. Tullio Vanzetti
Via Dogana 16
6500 Bellinzona
tel. 0041/91 814 41 00
fax 091 814 44 44

 


SALVIAMO IL DOGO ARGENTINO!

In Canton Ticino un dogo argentino in giovane età, nei giorni scorsi si è reso protagonista di un atto di aggressione verso il suo padrone.
La stampa ha riportato a caratteri cubitali l’evento, evitando però di scrivere la vera dinamica dei fatti.

Il cane era di proprietà di una persona - non perfettamente inserita nella società - che lo maltrattava sistematicamente. Inoltre non è stato riportato che il dogo è probabilmente sordo, che l’uomo che lo deteneva gli spegneva delle sigarette sulla testa e che per questo motivo il cane si è solo difeso.

Questo dogo è ora affidato alla protezione animali di Bellinzona in attesa dei test comportamentali che verranno effettuati dalla veterinaria Elena Stern Balestra, la stessa che nel 2006 decise per l’uccisione (eutanasia è solo una parola di comodo, per mettere a tacere le coscienze!) di tre pitbull ritenuti aggressivi. Insomma, ci sembra chiaro che il destino del dogo maltrattato è già segnato.

In un paese che si definisce civile accade dunque che un cane sano venga soppresso, non ritenuto idoneo a vivere in società solo perché ha comprensibilmente reagito ai maltrattamenti subiti. Ci chiediamo anche se l’uomo che si è macchiato di reati penali
quali il maltrattamento di animali verrà denunciato alle competenti autorità.

Questo non è che un assassinio di Stato commissionato da una legge ingiusta che permette l’uccisione di un essere senziente il quale altra colpa non ha che quella di aver reagito ai continui abusi.

Per un essere umano si chiamerebbe “legittima difesa”. Per un animale invece si tratta di una colpa così grave da espiare con la morte.

Senza dimenticare poi un’altra recente storia d’uccisione ingiustificata di un animale domestico da parte delle autorità ticinesi. Un cane proveniente dall’Italia infatti è stato soppresso poche settimane fa perché la sua nuova padrona svizzera l’ha ritenuto aggressivo nei confronti dei figli. Tale cane è stato dichiarato “non conforme” senza nemmeno l’ausilio dei test comportamentali.

Per questi motivi vogliamo protestare e far sentire la nostra voce. Vogliamo evitare una nuova morte inutile.

Vogliamo anche cercare di sensibilizzare le coscienze dei ticinesi e degli svizzeri tutti su questa pratica barbara e anacronistica delle uccisioni compiacenti e taciute.

I cani (maltrattati o no) con problemi di comportamento sono recuperabili. Altri Paesi hanno dimostrato di essere sensibili e all’avanguardia aprendo dei centri di recupero proprio per questo tipo di animali dal vissuto particolare e riuscendo nella maggior parte dei casi a riabilitarli completamente.
Per il dogo si sono già attivati dei volontari disposti ad accoglierlo e seguirne la riabilitazione e per dargli un futuro sereno.

Vogliamo che questa brutta vicenda di sofferenza animale divenga un esempio per il futuro, per arrivare ad una legge più severa in materia di soppressione e che questo dogo diventi un simbolo per tutti i cani e gatti uccisi nel silenzio dell'indifferenza.

E’ ora che il cittadino ticinese e svizzero dica basta a tutto questo.

Scriviamo il nostro pensiero, la nostra rabbia e la nostra delusione ai veterinari cantonali all’indirizzo:

Veterinario cantonale:

[email protected]
[email protected]
(Luca Bacciarini sostituto veterianario cantonale)
[email protected] (Tullio Vanzetti, veterinario cantonale)

Ufficio del Veterinario cantonale
All'att. Tullio Vanzetti
Via Dogana 16
6500 Bellinzona
0041/91.814.41.00


[email protected] (Società protezione animali di Bellinzona)

Protezione degli Animali
Casella Postale 2646
6500 Bellinzona (Svzzera)


Stern Elena (-Balestra) veterinario comportamentalista
6558 Lostallo
Telefono: 004191 830 17 19
(non chiamare più la Dott.ssa Stern poiché la perizia è già stata fatta)

Consolato Svizzero in Italia:

[email protected]

Consolato generale di Svizzera
Via Palestro 2, 20121 Milano MI
Tel. +39 02 77 79 161
Fax +39 02 76 01 42 96


Mandiamo in copia ai giornali ticinesi la nostra lettera di protesta:

Corriere del Ticino: [email protected]
La Regione: [email protected]
Giornale del Popolo: [email protected]
Il Caffè: [email protected]


Offensiva animalista comunica che oggi, lunedì 3 novembre, la rappresentante dell’Associazione “Vita da cani”, riconosciuta per competenza e capacità nel recupero di animali problematici, ci ha informato di aver parlato con il consolato svizzero di Milano, già al corrente del problema del cane tenuto ancora sotto osservazione a Bellinzona.
Siamo stati messi al corrente che a giorni il console riceverà la dr.ssa Sara D’Angelo (responsabile di "Vita da cani") per discutere del problema.
Il recupero del dogo è pertanto non solo auspicabile verbalmente, ma realizzabile concretamente grazie alla disponibilità di diversi soggetti , in Svizzera e all’estero, che vorrebbero prendersene cura.
Cani mordaci, come anche ribadito da etologi di fame europea (vedasi intervista a Giorgio Celli, pubblicata domenica 2 novembre 2008 da il Caffè) sono rieducabili, e la soppressione è da scartare a priori.
La mobilitazione spontanea, con cui centinaia di persone hanno dimostrato la loro indignazione per l’ennesimo caso di visione a senso unico di un problema imputabile non a un cane, ma al suo proprietario che lo maltrattava, è tutt’altro da considerarsi conclusa. In particolare se la soluzione dovesse portare alla soppressione del cane.

La portavoce di Offensiva Animalista


Vistita all'ufficio del Veterinario Cantonale Dott. Vanzetti

21.11.2008

Questa mattina ci siamo recati presso l'ufficio del Veterinario Cantonale, a Bellinzona, con l'intento di parlare con il Dott. Vanzetti della questione, ancora in sospeso, del dogo argentino.
Come sapevamo, la perizia è già stata fatta ma una decisione definitiva non è ancora stata presa. Vanzetti e il suo assistente, lì presente, si dicono alquanto disturbati dalle innumerevoli chiamate ricevute da parte di gente contraria alla soppressione del cane. Affermano, infatti, di voler prendere una decisione senza la pressione mediatica alle costole.

Per quanto gentili e disponibili al dialogo, ci sono apparsi molto scettici sulla possibilità di far reintegrare questo cucciolo per mezzo di una struttura adeguata come il rifugio di Vita da Cani di Arese, gestito dall'esperta in materia di cani maltrattati e reduci da situazioni difficili Dott.sa Sara D'angelo.
Oltretutto, la sicurezza pubblica sarebbe così altresì tutelata, dal momento che gli animali ospitati in questo posto paradisiaco hanno i loro spazi e hanno contatti solo con gente istruita e competente.
I veterinari non escludono questa via a priori e ne terranno conto al momento di prendere la decisione, pur restando molto vaghi quando si tratta di contattare o farsi contattare dalla sopracitata Dott.ssa D'Angelo (cosa già avvenuta in partenza e che auspichiamo si ripeterà).

La rassegnazione del Veterinario Cantonale al fatto che bisogna innanzi tutto seguire la legge di tutela della sicurezza pubblica e la mancanza di una che vieti la soprressione di animali con precedenti come questo, ci fa pensare, purtroppo, ad un risvolto negativo.

Per questo motivo, noi non smetteremo di protestare e di appellarci a tutti quanti perché contattino anch'essi l'ufficio (vedi recapito sopra) per esprimere, senza minacce né insulti, il proprio dissenso verso l'uccisione di un cane così giovane e recurabilissimo (che per altro al canile della SPAB non sta causando disagi di nessun tipo, a detta del Sig. Besomi) e sopratutto che incentivino i responsabili del caso a prendere sul serio in considerazione la proposta della rieducazione, dando così all'innocente dogo argentino una possibilità di vivere, finalmente, una vita dignitosa e piena d'affetto.

vedi le foto


Comunicato stampa:

RACCOLTA DI FIRME IN DIFESA DEL DOGO ARGENTINO!

Offensiva Animalista è scesa in piazza per salvare la vita al cucciolo di cane che settimane fa ha aggredito il suo ex-proprietario, nel Luganese. E’ stato appurato che, oltre a vivere in un contesto non di certo idoneo, il cucciolo è sordo, dunque è un cane disabile.

Ora è affidato alla Protezione Animali di Bellinzona ed è stato sottoposto a test comportamentali dalla veterinaria Elena Stern Balestra. I risultati di questi test sono sulla scrivania del Veterinario Cantonale da parecchi giorni, ma da quanto ci è parso di capire dalle risposte avute alle nostre numerose telefonate la sorte del dogo sembrerebbe segnata e la sua soppressione solo una mera formalità burocratica.

L’associazione Vita Da Cani (www.vitadacani.org) di Arese (Milano) e la sua rappresentante, Dott.ssa D’angelo, hanno chiesto ufficialmente all’Ufficio del Veterinario Cantonale l’affidamento del cane e il suo trasferimento nella loro struttura che da anni recupera cani ritenuti “aggressivi” e che si è distinta per l’ottima percentuale di riuscita nella rieducazione e nel reinserimento in società anche di casi “difficili”. Vogliamo che il dogo argentino abbia la possibilità di vivere ancora riabilitato, in un contesto idoneo.

Per ribadire questo nostro desiderio siamo scesi in piazza a raccogliere firme di sostegno per trasferire il cucciolo in una struttura come quella di Arese, che purtroppo in Svizzera manca. Un numero sorprendente di ticinesi ha firmato la protesta indirizzata alle autorità che si stanno
vedi altre foto
occupando del caso, dimostrando ancora una volta di essere un popolo sensibile e attento alla problematica della “soppressione facile” degli animali d’affezione.

La protesta si potrà firmare, scaricandola, dal link qui sotto.

Inoltre il testo integrale della lettera con tutte le firme raccolte verranno consegnate di persona direttamente a Bellinzona, nelle mani del Dott. Vanzetti.


 


Rassegna stampa sul dogo:

La Regione Ticino, 29 ottobre 2008

La vicenda del dogo porta alla nascita di Offensiva animalista

Il fronte dei difensori degli animali ticinese si è arricchito di una nuova realtà. Si tratta di Offensiva animalista apparsa sulla scena ieri tramite una nota nella quale la portavoce Elisabetta Paparelli annuncia la costituzione del gruppo. È nato per il desiderio di alcune persone di coalizzarsi e lanciare una campagna di protesta in relazione alla vicenda del dogo custodito dalla Società protezione animali di Bellinzona in attesa che una perizia comportamentale determini la sua pericolosità dopo che ha aggredito il suo proprietario. « Un cane che potrebbe pagare con la vita le scelte sbagliate di esseri umani irresponsabili » rileva Offensiva animalista secondo la quale « la sorte del dogo argentino di cui si parla in questi giorni è solo una metafora di quello che succede quotidianamente a tutti i senza voce. E che da oggi in poi potranno contare su una nuova realtà realmente animalista, determinata e non incline a facili compromessi ». Secondo Offensiva animalista il destino del dogo sarebbe già segnato. Ma il gruppo intende fare il possibile per evitarne l’uccisione facendo del cane argentino un simbolo. « Vogliamo evitare una nuova morte inutile » sottolinea la nota aggiungendo che « i cani (maltrattati o no) con problemi di comportamento sono recuperabili. Altri Paesi hanno dimostrato di essere sensibili e all’avanguardia aprendo dei centri di recupero proprio per questo tipo di animali dal vissuto particolare e riuscendo nella maggior parte dei casi a riabilitarli completamente. Per il dogo si sono già attivati dei volontari disposti ad accoglierlo, seguirne la riabilitazione e per dargli un futuro sereno ».



Corriere del Ticino, 29 ottobre 2008:

LETTERE AL CORRIERE
Non uccidete il dogo argentino

Sono a conoscenza che nel canile di Bellinzona è rinchiuso un cane di razza dogo argentino, in attesa di «sentenza», in quanto avrebbe aggredito il suo padrone.
Da ciò che mi è stato riferito il cane in questione sarebbe stato oggetto di maltrattamenti e quindi è da stabilire se è realmente un cane aggressivo o più semplicemente, come capita spesso, è la vittima innocente di comportamenti violenti da parte di persone irresponsabili e come al solito sarà l’unico a pagarne le conseguenze.
In Svizzera non esiste una legge che protegge gli animali d’affezione, che possono venire soppressi nei canili anche per futili motivi, e questo vuoto legislativo pone esseri senzienti alla completa mercé di veterinari cantonali che ne possono decidere il destino senza alcuna limitazione, mentre naturalmente chi commette un reato di maltrattamento non viene mai punito.
D’altra parte gli animali non possono parlare: pertanto hanno un solo modo per difendersi. Peccato che sia proprio questo che poi li porterà alla tomba senza che chi è chiamato a decidere si ponga troppi problemi etici. Un cane morto è sicuramente meno dispendioso e problematico di un cane da rieducare, tanto il mondo è pieno di cani.
Chiedo che il dogo argentino in questione venga salvato e che possa essere affidato alle cure di un comportamentalista in grado di valutarne l’indole e il comportamento e se possibile al più presto possa avere un’altra possibilità. Ma se anche non potesse più essere adottato, possa comunque essere tenuto in vita in uno dei lindi e ordinati canili svizzeri, che spesso sono solo prigioni per detenere prigionieri nel braccio della morte che li porterà alla soppressione. Tutto questo deve finire. La Svizzera si deve adeguare ad altri paesi con leggi che non permettano questo. Gli animali non sono oggetti e le protezioni animali dovrebbero appunto «proteggere» gli animali e non aiutare chi li vuole sopprimere. Sono proprietaria da 14 mesi di un dogo argentino adottato già adulto in un canile all’interno del quale era finito in seguito ad un episodio di aggressività verso il suo secondo padrone. I primi tempi di convivenza non sono stati facili: ci sono voluti pazienza, addestramento comportamentale di base, tenacia, polso, coerenza e la ferma decisione in testa di non mollare. Dopo qualche mese ho iniziato a vedere i primi risultati: i suoi occhi nei miei, il venirmi incontro al suono del suo nome, il vorticare della coda al mio ingresso dalla porta, lo stare a guinzaglio senza essere strattonato, l’attesa quotidiana del momento dei giochi, il suo non scattare più al minimo contatto fisico tra di noi, i guaiti di gioia al momento del mio ritorno da lui, il suo lanciarsi dentro la macchina per paura di essere lasciato a casa e tante altre piccole soddisfazioni quotidiane che solo un cane salvato da un terribile (nel suo caso semplicemente solitario) destino può dare.
Ovviamente tuttora nell’approccio quotidiano con lui devo seguire delle regole poiché sono consapevole della sua indole, mole, forza e storia pregressa, ma posso affermare con certezza che è davvero una delle cose più belle che mi sia capitata nella vita.
Piuttosto che sopprimere i poveri quadrupedi macchiatisi dell’unica colpa di essersi difesi, magari dopo l’ennesima angheria da parte del padrone, perché non educare i padroni stessi alla gestione del cane di cui sono in possesso?
A mio avviso non tutte le persone sono adatte a detenere alcune tipologie di cani. Perché non vengono fatte verifiche in questo senso?

L. M., Bologna


IL CAFFÈ
Patrizia Guenzi

CENTINAIA e centinaia di messaggi email sono giunti alla nostra redazione. Appelli accorati per chiedere di salvare il giovane dogo argentino, in “attesa di giudizio” dopo aver aggredito il proprietario. E la vicenda è sconfinata. Molte, infatti, le lettere provenienti oltre confine, dall’Italia soprattutto.

Credo che la Svizzera sia più che matura per promulgare una legge che tuteli quantomeno gli animali d’affezione al pari di altre realtà europee!

I cani possono essere rieducati, è fondamentale andare davvero a fondo su quali siano state le cause che hanno portato il cane ad aggredire…

Quella che per un essere umano è considerata “legittima difesa” per un animale è la colpa per la quale merita la morte? Dove andremo a finire?!

Il cane era di proprietà di una persona che lo maltrattava sistematicamente, l’uomo che lo deteneva gli spegneva le sigarette sulla testa!

Chiedo che il cane non venga ucciso e che sia affidato a persone esperte che giudichino l’animale. Anche se non potrà essere affidato rimanga in vita!

Questo è un assassinio di Stato commissionato da una legge che permette l’uccisione di un essere il quale colpa non ha che quella di reagire agli abusi…

edizione 02.11.2008

Animali aggressivi, leggi insufficienti…
parla Giorgio Celli

“Nessun cane va ucciso
anche se ha aggredito”

Patrizia Guenzi

Il più celebre etologo italiano interviene nella polemica del dogo che potrebbe essere soppresso

Il cane interpreta i nostri desideri. Se è aggressivo significa che così vuole il suo padrone. Non sta tanto a menare il can per l’aia (è proprio il caso di dirlo) il professor Giorgio Celli – etologo, ordinario di Tecniche di lotta biologica presso la Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università degli Studi di Bologna – interpellato sul Dogo argentino, un cucciolo di nove mesi, da qualche settimana agli “arresti domiciliari” presso la Protezione di Bellinzona perché ha ferito in modo piuttosto serio il suo padrone. La vicenda ha scatenato una querelle, tracimata oltre i confini cantonali. E sul web non si contano più gli appelli, provenienti soprattutto dall’Italia, per salvare il giovane Dogo (vedi a lato)..

Ecco in breve l’accaduto. Cosa ne pensa professore?

“Quando il cane morde è sempre colpa del padrone”.

Ah, ci va proprio diretto. E perché?

“Innanzitutto l’animale si rende conto se il padrone lo predilige mordace e… si adatta. Non dimentichiamo che il padrone per lui è il capobranco, colui che comanda”.

Tuttavia, un cane bene educato non morde…

“Ben educato e ben trattato. Ma, proprio come noi, anche loro hanno una certa dose di aggressività innata. E una sopportazione non certo illimitata”.

E allora?

“Beh, ovvio che non deve essere provocato, come qualsiasi essere vivente. Non si può prendere a calci un cane gridargli contro, trattarlo male… Prima o poi si ribellerà. Ed è chiaro che se si tratta di una razza forte e potente come il Dogo la reazione, anche se minima, rischia di far male seriamente”.

Da quello che lei ha potuto capire il comportamento di questo cane è tipico di un animale trattato male?

“Ci vuol poco ad immaginarlo. E mi stupisco che ci si stupisca dell’accaduto, scusi il gioco di parole. Guardi, una cosa è certa: il cane ha una grande sopportazione”.

Quindi?

“Se reagisce è perché è arrivato al limite. Anche loro non sono dei santi”.

Ora un’etologa dovrà decidere della sua sorte… Capire se è si tratta di un soggetto eccezionalmente aggressivo o se invece ha solo reagito perché provocato.

“Un compito non certo facile. Ma se davvero emergerà che l’animale è stato maltrattato il padrone dovrà pagare. È un reato penale. È ora di finirla di far male agli animali e passarla comunque liscia”.

E se dovesse rivelarsi aggressivo per davvero?

“Non va comunque soppresso. Potrà benissimo continuare a vivere all’interno di una protezione o di un canile”.

[email protected]
edizione 02.11.2008


Lettera al Corriere del Ticino
In difesa del dogo.


Tanto scalpore ha suscitato in questi giorni la triste vicenda del dogo argentino che ha aggredito il padrone.

Negli ultimi tempi abbiamo sentito parlare spesso di casi analoghi, e sempre la colpa di tutto ciò che avviene ricade inesorabile sulle spalle dell'animale. Anche in questo caso è stato così.

Possibile che nessuno abbia pensato, nemmeno per un istante, che la colpa possa invece essere dell'umano in questione e che il cane abbia reagito in tale modo per difesa e null'altro?

Per un umano, la legittima difesa è assolutamente contemplabile e sicuramente non punibile con la pena di morte, come invece accade nel caso dei quattrozampe. Ma, si sa, il denaro è più forte di qualsiasi remora etica e morale: mantenere e riabilitare un cane in queste condizioni è costoso, mentre la soppressione eviterebbe qualsiasi spesa senza che nessuno dica mezza parola. Anzi, l'opinione pubblica legittimerebbe il gesto in virtù di una non meglio precisata sicurezza, noncurante del fatto che ad un animale senziente ma soprattutto sensibile venga tolta la vita nell'indifferenza generale.

Chiedo dunque alle autorità competenti, nonostante le leggi svizzere non regolamentino assolutamente la soppressione degli animali d'affezione, di valutare il caso del dogo con maggiore attenzione e con tutto il rispetto che dobbiamo ai nostri amici a quattro zampe e alla vita in generale, in modo che questo non sia solo l'ennesimo sfoggio di una mancata sensibilità.

F. T., Mendrisio


La Regione Ticino, 03.11.2008

Il caso
Il console svizzero s’interessa al dogo argentino

Può la vita di un quadrupede suscitare così tanta emotività? Certo che può, soprattutto se il cane in questione – il dogo argentino che la settimana scorsa morsicò il suo proprietario – è a rischio abbattimento. Proprio in questi giorni la nostra redazione è stata innondata da e-mail e da lettere di protesta, ultima delle quali a firma ‘Offensiva animalista’ che ieri ci ha segnalato, attraverso la sua portavoce Elisabetta Paparelli, che la rappresentante dell’associazione ‘Vita da Cani’, ‘riconosciuta per competenza e capacità nel recupero di animali problematici’, sarà ricevuta a Milano dal console svizzero, già al corrente della vicenda del dogo , tenuto in osservazione a Bellinzona. ‘La mobilitazione spontanea – sostiene Offensiva animalista – con cui centinaia di persone hanno dimostrato la loro indignazione per l’ennesimo caso di visione a senso unico di un problema imputabile non a un cane ma al padrone che lo maltrattava, è tutt’altro che conclusa, in particolare se la soluzione dovesse portare alla soppressione del dogo argentino». Come noto il caso è nelle mani della veterinaria Elena Stern Balerna che dovrà compiere degli esami per capire i motivi che hanno portato l’animale ad aggredire il padrone e quindi dare il suo parere alle autorità competenti.~#~


servizio de IL QUOTIDIANO (TSI)- 21.11.2008